Intrâ > A léngoa > Proposte di atri in sciâ grafia > Giovanni Casaccia 1851

Steva De Franchi ] Gian-Giacomo Cavalli ] Olivieri ] Casaccia 1851 ] Paganini ] Bacigalupo ] Casaccia 1876 ] Gazzo ] Gazzo - Chiave ortografica ] Gazzo - Voci omofone ] Gazzo - Spiegazioni di parole ] V. D. M. ] Gismondi 1955 ] Gismondi 1949-1974 ] Schmuckher ] De André ] Petrucci ] Costa ] De Carlo ] C. P. P. ] a parma ] Toso ] (Toso ?) ] VPL 2-II ] [ VPL ] [ Conrad ]

Giovanni Casaccia
Vocabolario genovese italiano
Pagano, Genova, 1851

[alfabeto] [accenti] [dittonghi impropri] [articoli] [declinazione degli articoli] [plurale dei nomi] [pronomi] [coniugazioni del verbo] [formazione del participio]


ALCUNE REGOLE GRAMMATICALI

INTORNO AL DIALETTO GENOVESE.

[inizio pagina]

DELL'ALFABETO E SUA PRONUNZIA.

Le lettere dell'alfabeto genovese sono ventiquattro: a  b  c  ç  d  e  f  g  h  i  j  l  m  n  o  p  q  r  s  t  u  v  x  z; ed hanno la più parte lo stesso suono, che nella lingua italiana, tranne le osservazioni seguenti:

  1. La ç si pronuncierà come un s all'uso francese: çinque, cinque; çetron, arancio; conçerto, concerto ecc. si pronuncieranno sinque, setron, conserto ecc.
  2. La j vale due i strascinati senz'accento, così: abbessj, aggranchiati; compatj, compatiti ecc. si pronunc. abbessii, compatii, ecc.
  3. Allorché si trovano due n scritte in tal modo nn-, la pronuncia di queste è nasale, ed ambedue si appoggiano alla vocale precedente, pronunciandosi poi la vocale che segue totalmente staccata dalle medesime, come campann-a, campana; tann-a, tana ecc.
  4. Le consonanti scc si pronunziano col fischio di sc, soggiuntovi poi il suono chiaro d'un'altra c, così: scciavo, sccetto, masccio, si pronunciano come se fossero scritte sc-ciavo, sc-cetto, masc-cio.
  5. La u ha due suoni differenti; ora toscano, come in punto, annunzio, futta, stizza; ed ora francese, come in dûo, duro; condûto, acquedotto; rûa, ruta; mettendovi sovra per distinzione l'accento circonflesso.
  6. La z ha por essa due suoni; un aspro e un dolce. Aspro, come in zëo, gelo; zin, riccio marino; zittâ, gettare ecc. Dolce, come in ambizion, annunzio, ozio, ecc. In questo caso ha la stessa pronunzia della s dolce de' Francesi.
  7. La x si pronuncia alla stessa maniera che laj de' francesi nella parola deja, diggià - dexe, dieci; sëxa, ciriegia, ecc.

[inizio pagina]

DEGLI ACCENTI.

Gli accenti del Dialetto genovese sono tre: grave (`), circonflesso (^) e dieresi (").

Il grave fa lo stesso uffizio che in italiano, come: Pappà, babbo; xiabò, gala, ecc.

Il circonflesso ha la stessa forza che nella lingua francese, cioè strascina la vocale cui vien sovraposto. Così andâ, andare; pappê, carta; staffî, staffile, ecc. si pronuncieranno andaa, pappee, staffii, ecc. - L'ô si pronuncierà stretta come la u toscana. però strascinata: amô, amore; sciô, fiore. ecc.

La dieresi fa i seguenti tre uffizj. Ora scioglie il dittongo come - Per quella ingrata, d'un lïon ciù crûa - Ora strascina leggermente la vocale, come in bägio, sbadiglio; pöse, requie; säto, salto. Finalmente serve a distinguere o il significalo o il tempo. Distingue il significato nelle parole , col; sciö, sul (ambedue coll'o stretto); , per le; , darò; , farò; , sarò (tutte e tre coll'o largo); le quali tutte, se invece fossero scritte con accento circonflesso, cô, sciô, pê, dô, fô, sô, sarebbero sei sostantivi equivalenti a colore, fiore, piede, dolore, fragore, sole. Distingue il tempo in alcune terze persone del singolare del futuro della 1a Conjug., le quali scritte col circonflesso diventerebbero tempo presente dell'infinito. Così dä, fä, stä, mangiä ecc. valgono darà, farà, ecc. di tempo futuro: fâ, dâ ecc. valgono fare, dare ecc. Arroge , sarà, che scritto col circonflesso , vale sale sostantivo.

[inizio pagina]

DEI DITTONGI IMPROPRII.

I dittongi improprii sono tre: ae, êu, ôu.

ae vale sempre un'e larghissima strascinata: vaego, valico; baega, briga; mae, mio, mia.

êu dittongo francese si pronuncia come in feu, heureux - fêugo, fuoco; dêutta, dote ecc.

ôu vale o-u toscano pronunciato distintamente, ma con somma prestezza: prôu, prato; sciôu, fiato; ballôu s. m. ripiano o pianerottolo. E così tutti i participj della prima conjugazione: alluôu, stordito; cantôu, cantato, ecc.

[inizio pagina]

DEGLI ARTICOLI.

Gli articoli sono di due specie, come nella lingua italiana; determinati e indeterminati.

I determinati sono o (stretto) il o lo; a, la. Il primo si unisce ai nomi di genere maschile comincianti da consonante, come, o meistro, il maestro; o scoläo, lo scolare. Il secondo si unisce a quei nomi di genere femminile, che cominciano pure per consonante: a serva, la fantesca; a rûmenta, la scoviglia ecc.

Gl'indeterminati sono un e unn-a.

[inizio pagina]

DECLINAZIONE DEGLI ARTICOLI O, A.

Singolare

Nom. il o lo o (stretto) la a
Gen. del, dello do (id.) della da
Dat. al, allo a-o alla ä
Acc. il, lo o (id.) la a
Voc. o o (largo) o o
Abl. dal, dallo do (stretto) dalla

 
Plurale

Nom. i, gli i le e
Gen. dei, degli di delle de
Dat. ai, agli a-i alle a-e
Acc. i, gli i le e
Voc. o o o o
Abl. dai, dagli da-i dalle da-e

Oltre agli articoli vi sono due segnacasi: De, A. Il primo serve pel genitivo ed ablativo d'ambedue i numeri e generi; e l'altro pel caso dativo, parimente d'ambedue i numeri e generi.

Soavi ancora alcune preposizioni articolale, come: che vale con lo; co-a, con la; co-i, con gli; co-e, con le, pe-o, per lo; pe-a, per la; pe-i, per gli; pe-e, o sincop. per le; sciö, su lo; sciä, su la; scï, su i; scë, su le.

[inizio pagina]

DELLA FORMAZIONE DEL PLURALE DE' NOMI.

Ogni nome del dialetto, che nel sing. avrà desinenza in vocale non accentuata, seguirà nel plurale la stessa regola che nella lingua italiana, come: teito, tetto; teiti pl. tetti; mamma, bàlia; mamme, bàlie; lûmme, lume; lûmmi, lumi.

Quando poi finirà in vocale accentuata, o per la consonante n, allora si varierà come segue:

[inizio pagina]

DEI PRONOMI PERSONALI E POSSESSIVI.

I pronomi personali, cioè quelli, che si adoperano invece delle persone, sono tre: Mi, io di 1a persona; Ti, tu di 2a persona; , egli ed ella di 3a persona del singolare. Noî, noi; Voî, voi; eglino ed elleno pel numero plurale. Questi si declinano alla stessa guisa, che nella lingua italiana, preponendovi i segnacasi de, a.

I pronomi possessivi mio, tuo, suo, in genovese non hanno differenza di genere o di numero, e in ambedue si dice indeclinabilmente: mae per mio, mia, miei; to per tuo, tua, tuoi, tue; so per suo, sua, suoi, sue.

[inizio pagina]

DELLE CONJUGAZIONI DEL VERBO.

Quattro sono le conjugazioni dei verbi genovesi, e a guisa stessa delle altre lingue si conoscono anch'esse dalla terminazione dell'infinito.

[inizio pagina]

DELLA FORMAZIONE DEL PARTICIPIO.

Nella lingua italiana i Participj formansi dalla 1a persona del preterito indeterminato dell'indicativo; ma comecché la maggior parte dei verbi genovesi manchino di tal tempo, io procurai derivarli dall'infinito nel modo seguente.

  1. I verbi della prima conjugazione cangiano l'â dell'infinito in ôu. Così amâ fa amôu, amato; cantâ, cantôu; studiâ, studiôu, ecc. Si eccettuano i quattro verbi dâ, stâ, fâ, andâ, che danno il participio in aeto, dicendosi daeto, staeto, faeto, andaeto.
  2. I verbi della 2a conjugazione cangiano l' dell'infinito in ûo. Così taxeì, piaxeì, doveì fanno taxûo, piaxûo, dovûo ecc. Si noti, che i due verbi inseì, innestare; allegeì, alleggerire, non appartengono a questa conjugazione, ma bensì alla 4a, essendo dal volgo stati corrotti da inserî, allegerî, toltavi la r.
  3. I verbi della 3a non hanno determinata regola, perché troppo variabili. Io ne accennerò alcuni principali.
    1. Affonde e gli altri, che finiscono in onde, danno il partic. in uso, coll'u ora toscana, ora francese: affuso, refuso, appuso, confûso. Asconde fa ascoso; Risponde e Corrisponde fanno risposto e corrisposto.
    2. Arrëse, e gli altri che finiscono in ëze danno il partic. in ûo: arrezûo, lezûo, correzûo. Gli ultimi due diconsi più civilmente letto, corretto.
    3. Asciste i suoi cognati, finiscono in ïo: ascistïo, conscistïo, perscistïo, rescistïo.
    4. Batte e i suoi composti, in ûo: battûo, rebattûo, abbattûo, combattûo.
    5. Cazze e i suoi composti, in eito: cheito, recheito, descheito.
    6. Componn-e e i suoi cognati, in osto: composto, scomposto, disosto, opposto, anteposto, posposto ecc.
    7. Mette e i suoi composti, in isso: misso, desmisso, promisso, compromisso, ammisso. ecc.
    8. Punze e i suoi cognati, in unto: punto, azzunto, conzunto, zunto, vunto.
    9. Vedde e i suoi composti, in isto: visto, revisto, avvisto, provvisto, ecc.
    10. Afflizze, Frizze, Refrizze fanno afflîto, frîto, refrîto - Prefìzze e' Crocifizze fanno prefisso, crocifisso,
    11. Accorze fa accorto.
    12. Ciêuve fa ciûvûo.
    13. Conosce, conosciuo.
    14. Cianze, cento.
    15. Esprimme, opprimme; espresso, oppresso.
    16. Possëde, posseduo; rie, riso.
    17. Storçe, storto.
    18. Spande, spanto, ecc.
  4. I verbi della 4a conjugazione cangiano l'î in ïo, come: sentî fa sentïo; capî, capïo; riescî, riescïo, ecc. Si eccett. vegnî, tegnî, coi loro composti, che fanno vegnûo, convegnûo, divegnûo ecc. tegnûo, trattegnûo, sostegnûo.
    Moî fa morto.

[inizio pagina]