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Q
di Umberto Violante

Quasimodo, dopo la questua, si qualificò in Questura querulmente.

“Questi questurini!...Quieti, ma...qualunquisti.”

“E il questore Quirino?”

“Questione di quote. E di quoziente. Questo è qui, quello è là.”

“Qualcuno è quotato?”

“Quattro sì, quindici no.”

“Quindi qualcosa han quotato. Qui, Quo, Qua e un Quacchero del Quebec han quotato quotidianamente del quarzo, ma nel Queensland qualcuno fa quiz.”

“Ancora un quesito: quanti han quietanza in Quirinale?”

“Quarantuno o quarantadue.”

“E quelli della Quercia?”

“Oh, quelli han quasi il quorum.”

“Che quarantotto! Nel Quattrocento c’era più quiete.”

“Il quaderno col questionario? Lì c’è il quadro della questione.”

“Quisquilie! Fra le quinte del Quirino sì che c’è quiete, non a Quarto o a Quinto.”

“Soprattutto in Quaresima.”

“Quasi quasi...quando quantificherai la quaterna?”

“Il quindici alle quattordici.”

“E... quanto?”

“Quasi quattrocentomila.”

A questa quota Quasimodo si quietò.

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