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N
di Umberto Violante

Nuotando fra le ninfee, Nettuno notava novelli nardi e narcisi che nicchiavano con naturalezza.

“Non ne nasceranno di nuovi per il novilunio” notò nascondendosi in una navicella nepalese (nel Nepal i natanti sono necessarissimi), negletta nientemeno che sotto un nodoso noce.

Nottetempo, nove ninfe, noncuranti della nudità, ninnavano dei neonati, nipotini di Nettuno, dai normalissimi nomi di Neopatrengo, Nucletonte, Nastagio e Nicolino, nomi di nazionalità nordica (norvegese? normanna?) e non napoletana o nuorese.

Sempre a nuoto, Nettuno notò una novantina di nanetti naturisti che, in una novecentesca nicchia del Nervi, narravano a numerosi neofiti noiosissime novelle del Novalis, narratore di Norimberga e, naturalmente, nazista.

Un nanetto novantenne, nostalgico di Napoleone e con nei sulle natiche, nutriva a noccioline e Nutella dei naufraghi nipponici, ma negava loro la nicotina perché nociva. Solo a novembre non negò il nullaosta, ma nella nebbia notturna non notò un nerboruto nostromo di Nagasaki che si nettava il naso.

In un niente lo neutralizzò.

Nella notte, sotto i neon, dei netturbini nolenti e neghittosi nettavano i negozi di Nizza con noncuranza, nobilitandone la nomea con nastrini e ninnoli nuovissimi.

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