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La perdita dell'indipendenza di Genova

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(...) il Principe di Metternich convocò gli Ambasciadori dell'Otto Grandi Potenze il giorno 10 di Dicembre, come già accennai. Quest'era il giorno medesimo che si celebrava annualmente, sopra un poggio vicino alle mura di Genova nella rustica chiesa di Oregina, la meravigliosa ed eroica liberazione della città, operata dal popolo sessantasei anni addietro. Oh sante memorie, oh crudel differenza! Quel giorno medesimo, contro l'opposizione formale e in iscritto del forte Labrador, la perdita dell'indipendenza di Genova fu consumata colla giunta de' privilegj proposti da Commissarj. L'atto di adesione su mentovato fu dato dal Marsano e dal Rossi a' 17 del mese formalmente, interamente e senza restrizione. A che s'impiegarono, nonostante la sollecitudine de' Plenipotenziarj, i giorni di mezzo tra la domanda e l'adesione? Probabilmente ad una particolare negoziazione di L. Castlereagh co' Ministri Sardi, la quale così si conclude, che il Re di Sardegna pagherebbe sedici milioni di franchi all'Inghilterra, e questa gli cederebbe la parte spettante alla Corona nell'artiglierie e munizioni prese in Genova.

La notte stessa del giorno in cui l'atto di adesione fu ricevuto, il figliuolo maggiore di S. Marsano, che doveva andar poi esule dal Piemonte, portò a Torino una copia autentica del decreto di unione, e un 'altra ne mandò a Genova a L. Castlereagh, il quale non prevedeva in quel tempo di dover terminare i suoi giorni da forsennato, svenandosi con un rasojo.

Il corriere inglese, preceduto a Novi dal nostro, arrivò a Genova la sera del dì 25 di Dicembre.

(...) il resto della notte si passò a disporre le cose che ad un batter di ciglio fosse affisso il proclama del Governo ne' luoghi soliti dalle Città Capitale, e spedito nell'altre Giurisdizioni; e che ad un medesimo tempo, gli Agenti e Consoli delle Potenze forestiere in Genova ricevessero un esemplare della protesta comunicata al Congresso.

Tratto da Girolamo Serra, Memorie per la storia di Genova dagli ultimi anni del secolo XVIII alla fine dell'anno 1814, a cura di Pietro Nurra, in «Atti della Società Ligure di Storia Patria», LVIII (1930), p. 187-188.

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