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La scarsissima considerazione in cui è tenuta la Liguria e il suo confinamento in una situazione di marginalità del tutto ingiustificata... Temo che se Genova e la Liguria non si "ribelleranno" questo destino potrà essere in futuro ancora peggiore... L’invito alla riflessione è per tutti così come l’appello a unirsi in questa battaglia

 

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IL SECOLO XIX
Sabato 20 maggio 2006

Pochi liguri al governo? Lo smacco ci insegni a contare di più

Arcangelo Merella


La recente formazione del governo ha messo in evidenza la scarsissima considerazione in cui è tenuta la Liguria e il suo confinamento in una situazione di marginalità del tutto ingiustificata. Io penso che non sia, come qualcuno in questi giorni sottolinea, un problema di qualità della classe dirigente in quanto a Genova e in Liguria ci sono ottime competenze, molte delle quali si sono affermate nel mondo in posizione di rilevante prestigio nel campo dell’economia, della scienza,dell’industria e delle professioni. Vi è semmai, e molti fatti lo dimostrano, una scarsissima considerazione della Liguria per il suo debole peso politico determinato dalla dimensione geografica e dal numero contenuto dei suoi abitanti. Non si capirebbe infatti il perché dell’isolamento in cui per anni si è voluto tenere Genova e la Liguria, impedendo o non favorendo, per esempio, la costruzione di importanti infrastrutture per lo sviluppo del porto, pur in presenza di un processo di deindustrializzazione (ironia della sorte avviata dall’allora presidente dell’Iri, Romano Prodi) e la successiva delocalizzazione di importanti sedi operative di industrie petrolifere, bancarie e assicurative. Tale smantellamento, per alcuni versi anche comprensibile a causa della crescente globalizzazione dell’economia e dei servizi, non è mai stato compensato con adeguati investimenti che facessero crescere il perno fondamentale dell’economia genovese, cioè il porto, con lo stesso trend di sviluppo che altri Porti europei hanno invece avuto nello stesso periodo. Questo svantaggio, anche competitivo, risulta ancora più colpevole per la semplice ragione che il porto di Genova serve sì ai genovesi ma ancora di più al Paese e all’Europa, soprattutto ora che i crescenti traffici con l’Oriente modificano le rotte delle navi che transitano dai vecchi canali atlantici alle più convenienti rotte mediterranee. La così poca considerazione fa male comunque all’Italia e umilia Genova che in altre occasioni ha già visto destinare ingenti risorse finanziarie a progetti, né così strategici né così importanti, come quelli che servono alla Liguria e al sistema dei suoi porti. Temo che se Genova e la Liguria non si "ribelleranno" questo destino potrà essere in futuro ancora peggiore. Temo, ancora, che pur gli eccellenti rapporti politici ed istituzionali che legano amministratori genovesi e liguri ad autorevoli membri del governo, non siano sufficienti a far prevalere su altri gli interessi della nostra comunità. Noi genovesi e liguri dobbiamo capire una volta per tutte che la strada della nostra salvezza sta: 1) in una marcata autonomia della Regione; 2) in una nuova dimensione istituzionale della città (Genova città-Stato, come le città anseatiche); 3) in una reale capacità impositiva che trattenga a beneficio della nostra comunità una quota importante dei ricchi proventi derivanti dalle attività portuali (commerciali, mercantili e petrolifere); 4) in un collegamento fisico (autostrade e ferrovie), politico e istituzionale con il Nord-Ovest, territorio che se sa far sistema, ha potenzialità di sviluppo e ricchezza tra i più alti d’Europa. Per quanto mi riguarda chiederò al mio partito - lo Sdi - che avvii subito una stagione di congressi provinciali e regionali da concludersi prima dell’estate e che si diano come programma politico irrinunciabile l’autonomia dal sistema nazionale, la ricerca di rapporti politico-istituzionali con le regioni del Nord-Ovest, il perseguimento di obiettivi di sviluppo dell’economia regionale sulla base dei presupposti sopra ricordati, pur mantenendo inalterati i riferimenti ideali al socialismo riformista. L’invito alla riflessione è per tutti così come l’appello a unirsi in questa battaglia.

Arcangelo Merella è assessore al Traffico del Comune di Genova,
e membro del Consiglio nazionale e dell’esecutivo regionale dello Sdi.

 

La posizione del M.I.L.

Ottimismo ed entusiasmo - Comunicato stampa del 1 giugno 2006
Cina e Liguria - Comunicato stampa del 30 maggio 2006
Genova centro marittimo internazionale - Comunicato stampa del 27 maggio 2006
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