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[ Testo della Mozione approvata ]


C O M U N E   D I   C A M O G L I
P R O V I N C I A   D I   G E N O V A

 


DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE n° 11


OGGETTO: Mozione in merito al riconoscimento nel redigendo Statuto della Regione Liguria dei principi e valori storici propri della Repubblica di Genova.

L'anno duemilaquattro il giorno otto del mese di marzo alle ore 21.00 in Camogli nella sala delle adunanze consiliari, si è riunito il Consiglio Comunale, convocato nelle forme di legge, in seduta pubblica.

Risultano all'appello nominale:

CONSIGLIERI Pres. Ass. CONSIGLIERI Pres. Ass.
1 - MAGGIONI Giuseppe - SINDACO Si   10 - MERCURIO Gabriele Si  
2 - MANNUCCI Italo Si   11 - USAI Antonio Si  
3 - OLIVARI Francesco Si   12 - FONDELLI Massimo Si  
4 - CAVIGLIA Elisabetta Si   13 - GRILLO Luigi   Si
5 - GEDDA Vito Si   14 - BOZZO Agostino Si  
6 - LESINO Egidio Si   15 - CULLATI Bartolomeo   Si
7 - REVELLO Agostino Si   16 - ANTOLA Monica Si  
8 - RISICATO Guido/td> Si   17 - CROVETTO Vittorio Si  
9 - VAGO Luca Si   TOTALE: 15 2

Presiede il Signor Avv. Giuseppe Maggioni, nella sua qualità di SINDACO
Partecipa il Segretario Comunale Dott. Ettore MONZU'.
Accertata la legalità dell'adunanza, il Presidente dichiara aperta la seduta.
Gra gli assenti sono giustificati (art. 289 del T.U.L.C.P. 4 febbraio 1915, N. 148) i Consiglieri Grillo Luigi e Cullati Bartolomeo.

Oggetto: Mozione in merito al riconoscimento nel redigendo Statuto della Regione Liguria dei principi e valori storici propri della Repubblica di Genova.

Premesso che,
il Presidente Maggioni Giuseppe ed i Consiglieri: Mannucci Italo, Gedda Vito, Lesino Egidio, Caviglia Elisabetta, Revello Agostino, Olivari Francesco, Usai Antonio, hanno presentato in data 03 marzo 2004 una mozione, allegata al presente provvedimento, relativa al riconoscimento nel redigendo Statuto della Regione Liguria dei principi e valori storici propri della Repubblica di Genova.

Sentiti gli interventi:
Il Presidente dà la parola all'Assessore Gedda Vito:

Assessore Gedda Vito: "Abbiamo presentato questa mozione in quanto noi riteniamo che uno statuto regionale che rappresenta l'atto giuridico ordinamentale fondamentale di quella comunità, oltre agli ovvi contenuti giuridico - formali, non possa prescindere dal recepire anche caratteri di altro genere. Deve cioè essere intriso dei valori storico - sociali propri di quella comunità e contenere un evidente richiamo anche alle sue tradizioni. Queste riflessioni, nel caso dello statuto della Regione Liguria, acquistano valore e valenza particolarmente significative, perché, come a tutti certamente è noto, in Liguria si è costituita ed è esistita per oltre 700 anni la Repubblica di Genova, una realtà statuale prestigiosissima, non soltanto per il grande dinamismo mercantile e commerciale che seppe dispiegare, ma anche per i valori sociali e giuridici, tutti oggi molto attuali, cui seppe già allora ispirarsi. Voglio alludere, tra gli altri, alla forma istituzionale repubblicana, per quei tempi già democratica. Il Consiglio Maggiore della Repubblica era composto da 400 membri. Le deliberazioni richiedevano una maggioranza qualificata dei 2/3, spesso dei 4/5, quando allora in tutto il mondo dominavano le monarchie feudali ereditarie, dispotiche ed autoritarie. Mi riferisco ancora all'ordinamento interno di stampo federalista, leggero e poco burocratico, consono ad un popolo che rifiutava la guerra come strumento di conquista e di dominazione dei popoli. Le comunità liguri avevano propri statuti ed erano legate alla Repubblica di Genova da veri e propri patti federali al punto che la repubblica di Noli si autogovernava così come faceva la magnifica comunità degli otto luoghi: Camporosso, Vallebona, Vallecrosia. San Biagio, Sassosoldano, Borghetto, Bordighera. Inoltre alla centralità e all'importanza del lavoro, il darsi da fare ligure, in un mondo che, in quel tempo, vedeva invece prevalere le consuetudini feudali dei signorotti (re, imperatori, feudatari, ecc.) e venivano, sfruttando il lavoro degli altri, come vere e proprie rendite parassitarie sulla gleba, ed agli aspetti solidaristici e di tutela delle persone più deboli. che allora si svolgeva sotto il nome di beneficenza che vide, nella Repubblica di Genova, la nascita dell'"albergo dei poveri", dell'ospedale di Pamattone, ecc., e di una vera e propria legislazione sociale per tutelare i lavoratori nei confronti dei datori di lavoro, anche attraverso un magistrato, anticipando così di secoli l'attuale normativa del lavoro. Voglio infine sottolineare lo spirito cosmopolita tollerante e multietnico. Ebbene, noi riteniamo che sia giusto che la città di Camogli si faccia carico di tutto questo e dell'esigenza che le radici profonde della nostra comunità e della nostra civiltà siano recepite dallo statuto che la regione si accinge a varare. Ci sentiamo pertanto di chiedere al consiglio comunale, così come d'altronde ha già fatto all'unanimità la giunta comunale, di deliberare, perché quei valori e quei principi vengano recepiti nel redigendo statuto della Regione Liguria. Ci fa piacere riscontrare che, dopo la deliberazione che abbiamo assunto in Giunta il 27 novembre, anche altre amministrazioni municipali abbiamo avvertito la nostra stessa esigenza deliberando in questo senso. Voglio ancora sottolineare che questa è una esigenza trasversale alle forze politiche, pertanto chiedo che vengo votata all'unanimità. Grazie."

Sindaco Avv .Maggioni Giuseppe: "Ci sono interventi? ... Prego consigliere Bozzo."

Consigliere Bozzo Agostino: "Evidentemente la pratica è stata già portata in giunta... si elimina una delle mie interpellanze che avevo presentato stasera, perché in essa mi lamentavo del fatto che ritenevo che per le pratiche delicate di natura istituzionale (in conformità anche al testo unico degli enti locali) la giunta esprime un parere e non una delibera... e sono da deliberare in sede di consiglio. Secondo il mio parere c'è un vizio di forma, ma, comunque, ne prendiamo atto..., e "ciò che è stato deliberato in giunta" intendiamolo come "ho portato in consiglio e successivamente sanato", diciamo. Però vorrei fare alcune osservazioni: innanzitutto mi complimento con il collega Gedda perché ha illustrato veramente lo spirito della Serenissima Repubblica di Genova. Mi fermo alla "Serenissima Repubblica", perché se uno legge quello che è virgolettato nel testo della delibera di giunta, va fuori tema. Qua non si tratta... ci sono diverse imprecisioni, diciamo note, sicuramente errate, diciamo, non precise ma errate, rispetto alla storia. E' in contrasto netto con la storia: si parla del 1815. La Serenissima Repubblica dì Genova cadde nelle mani dei francesi... si arrese... nel 1797 finì la Repubblica. La Repubblica successiva, che era stata creata come uno stato fantoccio, era la Repubblica democratica ligure, che non aveva niente a che vedere. Al congresso di Vienna, il giudizio espresso, fu nei confronti della Repubblica Democratica ligure non della Serenissima Repubblica caduta nel 1797... [in realtà al Congresso di Vienna partecipò, sovrana, la Serenissima Repubblica di Genova restaurata da Lord William Bentink, ndr] c'è da cambiare alcune date. Anche nel punto fondamentale (tutti i comuni lo hanno fatto così) spesso. quando andavamo a scuola, quando il compito veniva a tutti uguale, non è che era giusto... l'avevamo copiato to tuttì. Quindi è logico che non era una atto di dire che è giusto. Tutti i riferimenti storici che dà lei,anche del Parlamento della Repubblica di Genova, sono verissimi, ma cadettero con l'ultimo doge nel 1797. Addirittura la Repubblica aveva una struttura talmente strana che oserei dire che era una Repubblica monarchica: dal 1628 [in realtà il 25 marzo 1637, ndr] fu proclamata dal senato la "Madonna Regina della Città". Lo facevano per garanzia affinché non avvenissero colpi di stato (nessuno si metteva contro la Madonna). Quindi era una Repubblica un po' particolare. Un dato di fatto da correggere, io sono perfettamente d'accordo che lo spirito del nostro passato, un passato glorioso sia enunciato nel preambolo dello statuto della Regione Liguria nel nome dell'autonomia, nel titolo V della Costituzìone. Però un dato di fatto va corretto: la data del 1815, che non è giusta. non è giusta perché non esisteva più. Era un'altra cosa. Prova ne è che, a Vienna, i plenipotenziari della repubblica democratica ligure, andarono a Vienna (il marchese Serra e il marchese Pareto) [in realtà a Vienna andò il marchese Brignole Sale, ndr] e trattarono per la restaurazione della Città - Stato di Genova. Il resto del territorio della Repubblica (cioè la Liguria) non gli interessava per niente sono andati a trattare un'altra cosa. [in realtà reclamarono fino all'ultimo l'integrità territoriale, ndr] Dato che hanno trattato con spirito giacobino (cioè volevano restaurare una città-Stato della repubblica ligure), ovviamente a Vienna, che erano dei restauratori autoritari (non c'era nessuna forma di democrazia, dal punto di vista che si intende oggi, non esistevano gli statuti, tutti i regnanti avevano potere assoluto) non ci pensarono nemmeno di restaurargliela, Però non è vero un altro punto: non fu fatto nessun plebiscito rispetto agli altri Stati. Signori i plebisciti (questa è storia di 3° media) iniziarono 1859 con la seconda guerra di indipendenza... 1861... 1866 per quello del Veneto. Non potevano essere fatti dei plebisciti di scelta quando il sistema era autoritario... [in realtà la citata annessione della Liguria alla Francia di Napoleone avvenne attraverso un plebiscito, ndr] Non c'erano gli statuti, come si faceva a fare un plebiscito? Quindi un errore di 50 anni. Bisogna ammettere che non fu fatto nessun plebiscito. C'è da cambiare l'ossatura... per lo spirito va benissimo, l'ossatura con cui è impostata la delibera è storicamente sbagliata. Poi non fu vero (aggiungo e finisco) ho rispolverato un po' i libri dell'epoca, che fu soppressa soltanto la repubblica di Genova ed agli altri fu fatto il plebiscito, fu detto, dopo, "cosa ne pensate? Volete entrare nel Regno d'Italia". perché insieme alla Repubblica di Genova nel 1815 fu soppressa la Repubblica di Venezia, cioè anch'essa non fu restaurata in quanto cadette un anno prima, nel 1796. Furono soppressi anche: il Principato di Lucca, il Ducato di Pontremoli, il Ducato di Massa, l'Isola d'Elba come stato dei presidi, il principato di Orbetello... di più non aggiungo. Nessun plebiscito fu fatto. Quindi se vogliamo fare una sospensiva, lo spirito è giusto, ma cambiamo la delibera in quanto meriteremmo tre in storia tutti quanti."

Sindaco Avv. Maggioni Giuseppe: "Su questo punto credo che si debba fare un po' di chiarezza: un primo problema che mi sembra lei ponesse nel suo inlervento e quello di una presunta "rottura istituzionale" che si sarebbe determinata per il fatto che è stata adottata una delibera dì giunta con la quale si è invitata, preso atto della nota fattaci pervenire dal M.I.L. (Movimento indipendenza della Liguria), si invitata la regione Liguria a recepire determinati principi e valori propri della nostra cultura e della nostra società, così come si è formata storicamente nello statuto della Regione Liguria. Io intanto vorrei sottolineare che dal mio punto di vista, ovviamente, rispetto il suo e spero che vorrà ascoltare il mio e non c'è stata nessuna rottura istituzionale, lo dimostra il fatto che molte altre amministrazioni, come ricordava poi l'assessore Gedda, si sono poi pronunciate, alcune di queste lo hanno fatto con delibera di Consiglio, altre lo hanno fatto con delibera di Giunta. Non mi pare che questo abbia suscitato rimostranze da parte di alcuno. Rivendico anche alla Giunta il diritto-dovere di deliberare in merito a questioni che travalicano in qualche modo quelle che possono essere le sue strette competenze, quindi anche rispetto a questioni di principio, è più sostanziale rispetto a quelle che possono essere le strette competenze legislativamente determinate, lo si fa per esempio anche con il bilancio: il bilancio, prima di essere portato in Consiglio comunale viene deliberato anche in Giunta proprio perché la Giunta ritiene, rispetto a questo atto che è l'atto di indirizzo fondamentale della vita amministrativa non soltanto locale, ma direi della vita di tutte le amministrazioni, la Giunta ritiene di far propria una proposta e di portarla poi in Consiglio Comunale, poi sostanzialmente quello che è avvenuto con questa delibera. Poi mi pare che non ci sia nessuna rottura istituzionale, non c'è perché altri hanno seguito prima di noi e dopo di noi il nostro stesso esempio, e questa è stata ritenuta una procedura legittima, non c'è perché fa Giunta ha il diritto-dovere e soprattutto il potere di fare delle proposte, deliberandole evidentemente al Consiglio Comunale chiedendo poi al Consiglio Comunale di pronunciarsi in merito. Io ho ascoltato con attenzione i suoi rilievi storici, le riconosco in qualche maniera di aver approfondito e studiato la materia, io dico che quello che lei ha illustrato mi convince molto meno di quanto diceva l'assessore Gedda, ovviamente rispetto questa visione, ma non mi pare proprio rispondente ai fatti. Io non credo che le cose siano andate proprio così e anche quel discorso che lei faceva sui plebisciti, lascia il tempo che trova: è vero che questo è un istituto che si è affermato in maniera diffusa molti anni dopo, ma nulla impediva che si potesse procedere anche qualche anno prima. Ma lasciando perdere i rilievi storici, a me sembra, e in questo senso mi rivolgo al Consiglio Comunale, che non sia da fare nessuna sospensiva, nel senso che quello che lei contesta, mi pare, sono le premesse e le considerazioni che il M.I.L. ha sviluppato nella nota che ci ha fatto pervenire a noi come a tante altre amministrazioni liguri, nota che è riportata virgolettata in testa alla mozione, della quale il M.I.L. evidentemente si è reso autore cosciente di quello che ci è scritto. Se si ritiene che qualcosa di sbagliato ci sia, credo che l'inlerlocutore debba essere il M.I.L. A noi ciò che interessa fare questa sera non è tanto una lezione di storia sulla Repubblica di Genova, pur utile, e di questo la ringraziamo per il contributo che ha portato. Ci interessa fare una cosa diversa, ed è questo il senso della mozione se uno vuole leggersela: partendo da una sollecitazione che ci è pervenuta dal M.I.L. e della quale, io credo e, personalmente, lo faccio volentieri, così come già lo abbiamo fatto in Giunta, ringraziamo il M.I.L perché il M.I.L. ci ha fatto capire una cosa importante, quello che diceva prima l'assessore Gedda, che non possiamo pensare di approvare uno statuto regionale semplicemente come un insieme di norme fredde e asfittiche, ma dobbiamo invece pensare ad uno statuto regionale come un atto nel quale sia in qualche maniera trasfusa la vita profonda e la coscienza profonda della nostra comunità. Ecco, prendendo spunto da questa esigenza, che il M.I.L. ci ha sottolineato, abbiamo pensato di deliberare perché quelli che sono i principi informatori della Repubblica di Genova, e bene li ha illustrati l'assessore Gedda (e credo che su questo non ci sia discussione), questi principi vengano fatti propri anche dal Consiglio comunale della città di Camogli, il quale, con questa delibera, si impegna ad invitare la Regione Liguria a sua volta a farli propri ed a trasfonderli nello statuto. Questa e il senso della mozione, e su questo credo non ci sia da fare nessuna sospensiva. Anzi credo bisogni procedere oltre nello discussione. Se ci sono degli altri interventi... prego Consigliere Bozzo."

Consigliere Bozzo Agostino: "C'è di bello nella storia che non si può riscriverla. Ciò che è avvenuto è avvenuto. A mio parere e, se non vi fidate del mio parere... Il preambolo dì uno statuto e di una costituzione e un qualche cosa di giuridicamente delicato... consultatevi... perché se il M.I.L. per esempio a tutti i comuni ha dato una nota che è il suo punto di vista... Lei ha detto prima una frase: "si poteva anche fare prima il plebiscito", ma ci sono mai state monarchie autoritarie senza statuto che dicevano al cittradino: "vuoi fare una scelta?". Infatti sono arrivati gli statuti: il primo è arrivato nel 1848! Fatto da Carlo Alberto! Prima non c'era nessuno statuto o costituzione, quindi, il fine della delibera, solo nel punto di comunicarlo anche ad un movimento... quello si comunica alla Regione Liguria e basta. Lo scopo di rifarsi alla Serenissima Repubblica di Genova... sono d'accordo. Non sono d'accordo di votare un documento dove storicamente... e fate un consulto, come quando si fa un consulto legale con un avvocato. lo non voto un documento che dice delle cose che ritengo storicamente non vere, Non lo voto. Sono favorevole che rimanga agli atti, che lo spirito della Serenissima di Genova sia assunto come punto fondamentale, come carta fondamentale nel preambolo dello Statuto della Regione Liguria. Non sono favorevole a votare un documento in cui storcamente le date non combaciano. Perché, se si riferiva alla Repubblica di Genova cessata nel 1797, era quella Repubblica di Genova... questa è un'altra Repubblica di Genova in cui io non mi identifico, non era nemmeno parente lontana ed è durata poco e sotto le baionette dei francesi. Anche nella vicina Ruta hanno conosciuto scontri in merito con i sanfedisti, in Fontanabuona, quindi non era una Repubblica mollo amata dal popolo. Questa è la realtà. Questa è una questione storica. Ci saranno insegnanti di storia che possono esprimersi, chiedetegli il parere."

Sindaco Avv. Maggioni Giuseppe: "Ci sono altri interventi? A questo punto io concluderei la discussione in questo modo, invitando l'assessore Gedda a dare lettura... io ho l'impressione che lei, consigliere Bozzo. più che discutere della mozione discuta della delibera di Giunta, forse, o di qualche altro atto. A me sembra che la mozione sia molto chiara, che nella mozione sia riportala virgolettata la premessa che il M.I.L. ci ha fatto pervenire e della quale il M.I.L. si assume la sua responsabilità e riguardo alla quale noi, per quanto può valere il nostro parere, e penso che possa valere quanto il suo, riteniamo che sia una premessa attendibile e storicamente fedele, Ma non è questo il cuore della mozione. Il cuore della mozione è: muovendo da questa premessa, non fare una disamina storica di quale è stata la Repubblica di Genova, ma piuttosto affermare quelli che sono stati i principi informatori della Repubblica di Genova e di invitare la Regione Liguria a recepirli. Mi pare che su questo non ci sia da consultare nessun professore di storia, è una questione di sensibilità personale senso civico. Non credo, quindi, che ci sia da consultare professori di storia né tantomeno di fare delle sospensive per risolvere una questione che è già risolta nell'atto stesso, Chi si riconosce in questi principi dal mio punto di vista dovrebbe votare a favore, chi non si riconosce in questi principi voterà in altro modo. Per fare una chiarezza definitiva, io, e l'assessore Gedda non me ne voglia, lo inviterei a dare lettura integrale della Mozione in modo che alcuni equivoci, forse anche per chi l'ha letta superficialmente si possano risolvere. Prego assessore Gedda."

Assessore Gedda Vito: "Avrei detto anch'io di leggerla perché forse il consigliere Bozzo fa confusione con la Delibera di Giunta. La mozione è proposta in un altro modo."

procede alla lettura integrale della Mozione predetta:

"Oggetto: Mozione in merito al riconoscimento nel redigendo Statuto della Regione Liguria dei principi e valori storici propri della Repubblica di Genova.

MOZIONE

Il Consiglio Comunale

VISTA la nota del movimento indipendentista ligure datata 31.10.2003 e pervenuta via Fax a questa Amministrazione Municipale in data 06.11.2003 con la quale viene sollecitato l'inserimento nel redigendo Statuto della Regione Liguria di una premessa così formulata: "La Liguria è stata per oltre settecento anni una Nazione Stato sovrana ed indipendente. Detta ìndipendenza non risulta essere mai stata rinunciata in quanto la Repubblica di Genova non ha accertato le statuizioni del Congresso di Vienna del 1815 e non ha mai votato, a differenza di altre regioni italiane, alcun plebiscito per l'annessione all'Italia";

CONSIDERATO che il predetto movimento ormai da diversi anni si rende protagonista di approfondite ricerche e si fa altresì portatore dei valori storici della Repubblica di Genova il cui nucleo territoriale originario e fondamentale è incluso nell'ambito del Comune e della Provincia di Genova;

RILEVATO che quella premessa già era stata recepita da alcune Amministrazioni Municipali, quali il Comune di Cogoleto che con deliberazione consiliare in data 29.01.04 ha approvato un ordine del giorno in questo senso, nonché anche dai Comuni di Bogliasco e Lavagna che con deliberazioni di Giunta, rispettivamente adottate in data 12 febbraio e 23 febbraio 2004, pure si sono così espressi;

RILEVATO inoltre che la stessa Amministrazione Provinciale si è espressa in merito auspicando con deliberazione consiliare in data 09.04.2002 che "i principi e i valori storici propri della Repubblica di Genova vengano riconosciuti ed enunciati nel redigendo Statuto della Regione Liguria" e che anche le Amministrazioni Municipali di Casella, Recco e Cogorno hanno adottato rispettivamente in data 13 gennaio, 10 febbraio e 19 febbraio 2004, deliberazioni di Giunta recanti quel medesimo contenuto;

RITENUTO che i valori propri della Repubblica di Genova costituiscono un inestimabile patrimonio culturale, espressione delle civiltà del popolo ligure nei secoli e che pertanto non debbono andare dispersi, ma anzi debbano essere valorizzati e divulgati con iniziative anche istituzionali;

RAVVISATO in quest'ottica il portato attuale, moderno e progressista di siffatti valori, così come anche dei principi informatori di quella potenza marinara politica e finanziaria che è stata la gloriosa Repubblica di Genova quali:
- la forma istituzionale Repubblicana;
- l'ordinamento interno di stampo federalista;
- la centralità e l'importanza del lavoro;
- lo spirito cosmopolita, tollerante e multietnico;

VISTO infine l'orientamento già espresso dalla Giunta Municipale con deliberazione in data 27.11.2003 che si è detta favorevole all'inserimento dei predetti principi e valori storici nel redigendo Statuto della Regione Liguria;

AUSPICA

Che i sopraindicati principi e valori storici vengano riconosciuti ed enunciati nel redigendo Statuto della Regione Liguria.

Camogli, 3 marzo 2004

F. to Maggioni Giuseppe
F. to Mannucci Italo
F. to Gedda Vito
F. to Lesino Egidio
F. to Caviglia Elisabetta
F, to Revello Agostino
F. to Olivari Francesco
F. to Antonio Usai"

Sindaco Avv. Maggioni Giuseppe: "Ci sono ulteriori interventi? Prego consigliere Bozzo, anche se il regolamento prevede solo due interventi in quanto esiste anche lo strumento della dichiarazione di voto... se lei volesse usarlo. La discussione è chiusa. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Prego consigliere Bozzo."

Consigliere Bozzo Agostino: "Ho ascoltato attentamente le parole appena delle dal collega Gedda e mi sono reso conto che i Comuni che l'hanno approvata, hanno preso quello che gli ha dato il M.I.L. senza approfondire o controllare. Il M.I.L. non è un organo costituzionale, è un movimento, legittimo tra l'altro si definisce indipendentista (è un po' pericolosa quella parola). Ci sono dei processi nel Veneto per chi voleva l'indipendenza su certe cose. Nel contesto dello Stato Nazionale la parola "indipendenza" io non la adopererei. Questo movimento ha detto il suo punto di vista, può aver fallo anche un errore. A. mio avviso lo ha fatto in due punti. Non ho detto che ha sbagliato tutto. Ci sono due punti sbagliati: quello del 1815 e il discorso dei plebisciti. Con noi è presente una professoressa, ma io non posso chiedere il suo parere, magari ce lo darà nei corridoi. Io mi astengo dalla dichiarazione di voto per una ragione specifica. Perché non sono contrario ai fini prefissi, e cioè che gli ideali della antica Serenissima Repubblica di Genova siano contemplati nello Statuto della Regione Liguria. Sono contrario alla forma con cui è stato presentato. Io li ritengo grossi, gravi errori. Io quindi mi astengo in quanto condivido il fine, ma mi astengo dal votare un documento simile." [Il M.I.L. ha risposto al Consigliere Bozzo con un volantino, ndr]

Sindaco Avv. Maggioni Giseppe: "Prima di passare ad altre dichiarazioni di voto, vorrei soltanto ricordare al consiglio comunale che qui non è in discussione e in votazione la disamina storica delle vicende della Repubblica di Genova che ha fatto il M.I.L., del quale si assume le sue responsabilità. Qui è in discussione e in votazione la volontà o meno del consiglio comunale di questa città di fare propri i principi informatori di quella repubblica e di invitare poi la Regione Liguria a recepire quei principi, che bene ha ricordato l'assessore Gedda qualche minuto fa leggendo la mozione, nel redigendo statuto. Questo è l'oggetto della votazione. Ci sono altre dichiarazioni di voto? Prego assessore Gedda."

Assessore Gedda Vito: "Vorrei dire al consigliere Bozzo che forse ha fatto un po' di confusione: quello che noi andiamo a deliberare sono questi valori storici. A me risultano. Ho fatto qualche ricerca storica ed a me risultano. Ho letto un libro "Storia della società ligure di storia e patria" ed in esso ci sono altre cose, probabilmente la storia sarà una, unica, però, probabilmente, abbiamo letto due cose diverse. Noi chiediamo che la Regione Liguria metta in evidenza questi valori storici. La mozione è su questo."

Si dà atto che il contenuto completo degli interventi della seduta dell'08 marzo 2004 è conservato agli atti dal Comune su supporto magnetico.

Dopo di che,
il Presidente pone in votazione la mozione presentata dai Consiglieri; Mannucci Italo, Gedda Vito, Lesino Egidio, Caviglia Elisabetta, Revello Agostino, Olivari Francesco, Usai Antonio, e dal Presidente stesso Maggioni Giuseppe;

Visto il D.Lgs, 18 agosto 2000, n. 267;

Visto lo Statuto Comunale;

Visto il parere favorevole del Segretario Comunale, ai sensi dell'art. 49 del D. Lgs. n° 267/00, in ordine alla regolarità tecnica.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Con voti favorevoli n° 14, contrari zero, astenuti n° 1 (il Consigliere Bozzo Agostino) essendo n° 15 i Consiglieri presenti e votanti,

DELIBERA
DI APPROVARE

La mozione presentata dai Consiglieri: Mannucci Italo, Gedda Vito, Lesino Egidio, Caviglia Elisabetta, Revello Agostino, Olivari Francesco, Usai Antonio e dal Presidente Maggioni Giuseppe in premessa riportata ed allegata al presente provvedimento di cui costituisce parte integrante e sostanziale.

Successivamente,
il Presidente pone in votazione l'immediata esecutività;

IL CONSIGLIO COMUNALE

Con voti favorevoli n° 14, contrari zero, astenuti n° 1 (il Consigliere Bozzo Agostino), essendo n° 15 i Consiglieri presenti e votanti,

DELIBERA

Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134 comma 4 del D.Lgs 18 agosto 2000 n. 267.

Letto approvato e sottoscritto

IL PRESIDENTE
f.to Avv. Giuseppe Maggioni
IL SEGRETARIO COMUNALE
f.to Dott. Ettore Monzù

Della suestesa deliberazione, ai sensi del comma 1 art. 124 D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, viene iniziata oggi la pubblicazione all'Albo Pretorio comunale per 15 giorni consecutivi.

Camogli, 01 APR 2004

  IL SEGRETARIO COMUNALE
f.to Dott. Ettore Monzù

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