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Al Ministro Brignole.

1814, 12 novembre

Abbiamo ricevuto il vostro dispaccio de' 26 dello scorso mese, N.° 13. Si sperava che l'interessante conferenza tenuta da voi col Conte di Nesselrode e l'attenzione che il signor Principe di Metternich avea data alla vostra Memoria, a tenore del vostro dispaccio N.° 12, avrebbero avuto qualche risultato maggiore. Il primo sembrava avervi lusingato di parlare al suo Sovrano e di darvi risposta sul nostro indirizzo, e sulla vostra presentazione a S. M. l'Imperatore Alessandro. Il secondo pareva porgere qualche lusinga di un cambiamento a nostro favore e di una prossima udienza. Sarà probabilmente col prossimo corriere che ricaveremo qualche contezza d'ambe le pratiche. Vorremmo ancora con la medesima occasione sentire se la nostra Nota sia stata presentata a tutti i Ministri del Congresso.

Quanto a ciò che concerne le carte che ci richiedete nell'ultima vostra, quelle che ci verrà fatto di radunare vi si spediranno col prossimo corriere, ma per vostro uso particolare; imperciocché il Governo, sull'interpello del sottoscritto e dopo un maturo esame, ha deliberato che non desistiate, per qualunque minaccia o lusinga, dal reclamare l'indipendenza e l'integrità del Genovesato, che la sola violenza, tanto più e sì giustamente detestata dalle alte Potenze contraenti, ha potuto torre a una nazione, la cui indipendenza è tanto antica quanto quella di parecchi e più rispettabili Stati d'Europa; ed ha espressamente presa la deliberazione e commesso a noi di comunicarvela che quando anche foste sicuro che i plenipotenziari del Congresso avesser decisa la riunione del Genovesato agli stati di una Potenza straniera, la proposizione de' privilegi da accordarsi agli abitanti del Genovesato non porti il nome del nostro Governo, ma sia una semplice carta senza sottoscrizione.

Siffatta deliberazione vi farà chiaro vedere, e il vostro cuore affezionato alla patria esulterà in conoscere, quanto prema al Governo l'indipendenza e l'onor nazionale, e quanto sia guardingo, con una proposizione fatta in suo nome, di somministrare un pretesto ad affermare che il popolo genovese, o chi lo rappresenta, abbia acconsentito alla perdita di ciò che di più caro e sacro hanno i popoli genovesi.

Nell'ipotesi espressa di sopra, e nella maniera soltanto ivi indicata, l'articolo 5 che incomincia con le parole: Il continuera a n'y avoir qu'un Port-franc, dovrebbe essere espresso: Il n'y avoir qu'un Port-franc, ecc, il porto d'Oneglia essendo stato recentemente dichiarato libero e franco per un decreto di S. M. Sarda.

E dal Signore Iddio ecc.

GIROLAMO SERRA PRESIDENTE.

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