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Lettera di Roberto

Genova, 3 luglio 1989

Egregio Signore
Comm. Edmondo Ferrero
Assessore Regionale
Regione Liguria
Via Fieschi, 15
16121 GENOVA

Caro Edmondo,

quando, il 9 maggio scorso, hai partecipato alla consegna del "Premio De Martini" presso la nostra sede, il premiato William Piastra, nostro consultore e prezioso collaboratore, Ti chiese un interessamento perché la Regione Liguria potesse interporre i suoi uffici al fine di vedere restituito a Genova il "rostro bronzeo di nave romana", rinvenuto nel 1597 nel porto di Genova, e trasferito dai Savoia a Torino intorno al 1815, e mai più restituito, nonostante le ripetute richieste del Comune di Genova, dopo l'unità d'Italia.

Ricordo che hai immediatamente offerto la Tua disponibilità a portare il problema all'attenzione della Giunta Regionale; soltanto adesso ho trovato il tempo di farTi avere queste mie note sull'argomento, e Ti sarò grato se vorrai dare opportuno seguito a questa iniziativa.

Nell'allegato pro-memoria troverai tutta una serie di dati e di argomentazioni che Ti consentiranno di operare. Resto a Tua disposizione e ti ringrazio di quanto potrai fare.

Con viva cordialità.

Pro-memoria, su:

Rostro bronzeo di nave romana, a testa di cinghiale, rinvenuto nel 1597 nel porto di Genova, ed attualmente all'armeria Reale di Torino.

  • Il rostro fu rinvenuto nel 1597, nel fondale tra Ponte Spinola e la Darsena del Porto vecchio di Genova.
  • Questo rostro di nave a "testa di cinghiale" è, tra i rostri di navi romane, uno dei tipi più antichi.
  • L'originale, con tutta l'Armeria della Repubblica di Genova, fu trasferito dai Savoia nell'Armeria Reale, Museo di Artiglieria di Torino, intorno al 1815, e mai più restituito, nonostante le ripetute richieste del Comune di Genova, dopo l'unità d'Italia.
  • Il rostro è stato inserito nello stemma di Genova. "L'Arme della città di Genova" è infatti oggetto della seguente descrizione "D'Argento alla Croce di rosso; lo scudo è cimato da corona ducale col cimiero della testa coronata all'antica di Giano bifronte ed ha per supporti due grifoni affrontati d'oro; il tutto su di una base pregiata da una conchiglia d'oro, accompagnata da ciascun lato da una palma e dal rostro bronzeo di nave romana a testa di cinghiale, di colore verde."
    Ciò viene indicato come una chiara allusione all'antica attività marinara della città.
  • Una copia, in ghisa - gesso, fu acquistata dal Comune nel 1898 (dalla Direzione di Artiglieria di Genova) e sistemata nel museo di Palazzo Bianco, ove rimase fino al 1928.
    Nel 1928, con la creazione del Museo Civico di Archeologia Ligure alla villetta Di Negro, la copia vi fu esposta nella sezione romana.
    Nel 1933/36, con il trasferimento del museo a villa Durazzo-Pallavicini a Pegli, fu esposta e murata nell'atrio d'ingresso, dove si trova tutt'ora.
  • Alle richieste dell'Associazione "A Compagna" rivolte alla Direzione dell'Armeria Reale di Torino, per avere notizie sul rostro ed indicazioni sulla possibile restituzione del cimelio, la Soprintendenza per i beni Artistici e Storici del Piemonte rispondeva nell'ottobre 1979 che la cessione del rostro non era possibile "in quanto costituirebbe un increscioso precedente e un incentivo per analoghe richieste di città italiane o corpi militari che durante l'ottocento donarono oggetti all'Armeria Reale". La Soprintendenza avanzava altresì timori per lo smembramento di una collezione che, proprio attraverso donazioni, ha assunto carattere di un bene storico - artistico organico. Con successiva comunicazione del giugno 1981, la stessa Soprintendenza formulava l'ipotesi "che dal sisto dell'Armeria possa essere ricavato, per interessamento dell'Associazione "A Compagna" e in ossequio alle disposizioni di legge, un calco bronzeo, che per l'estrema affinità con l'originale potrebbe ben documentare, nella città di Genova, un oggetto storicamente importante che ha assunto per il capoluogo ligure valore di simbolo".
  • Nel corso del 1981 il Presidente della Famija Turineisa Dott. Piero Corra - interessato da "A Compagna" - parlò in diverse occasioni con il Sindaco di Torino, con studiosi, storici e giornalisti, riscuotendo espressioni di consenso per la restituzione del rostro, ma trovando invece decisamente contraria la Soprintendenza, non disponibile ad accettare il concetto di spostamento delle dotazioni. Le decisioni ultime dovrebbero comunque competere al Ministero, con preannunciato parere negativo della Soprintendenza Torinese.
  • Attualmente l'originale del rostro è esposto nella prima sala dell'Armeria Reale di Torino, detta la "Rotonda", in un ambiente di armature che sembrano storicamente piuttosto lontane dall'epoca romana o post romana a cui appartiene il cimelio.

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A Compagna, osserva che:

  • Genova potrebbe accogliere degnamente, in un suo palazzo storico e rappresentativo, l'originale del rostro, che è inserito nello stemma della città.
  • Non sembrano esservi chiari estremi di "donazione" del cimelio all'Armeria Reale - Museo di Torino, alla quale potrebbe rimanere un ricavabile calco bronzeo.
  • Genova non è estranea alla restituzione di cimeli o reliquie, portate a Genova in occasione di vicende storiche (le catene pisane portate a Genova dopo la battaglia della Meloria del 1284, e restituite a Pisa nel 1862; le reliquie dei Santi Mauro ed Eleuterio, traslate a Genova nel 1354 e sistemate nella chiesa di S. Matteo, e restituite alla città istriana di Parenzo nel 1934).
  • Si potrebbe tentare di realizzare il rientro a Genova di questo simbolico cimelio in concomitanza dei grandi eventi del 1992.

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Genova - luglio 1989

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