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Inderê
La Stampa 4 Agosto 2010

I Beatles in salsa genovese

«L'ea vei/che mi gh'aivu ciu de dispiaxei/oua pa che turnan pe' udavei/O mi creddu segge vei». Non è un'antica ballata dell'entroterra, o un Trallalero. È «Yesterday» dei Beatles. Traduzione letterale perfettamente coincidente con la musica. L'idea è venuta a Franco Bampi il docente di matematica dell'Università appassionato della lingua genovese, come dimostra l'attività con l'associazione A Compagna. cresciuto con i Beatles, ha deciso di farli conoscere rivelando anche a chi non conosce l'inglese il significato dei loro testi. Tra cui appunto la canzone simbolo di un'epoca, di una filosofia, di un intero movimento. Siccome il pubblico cui si rivolge Bampi è quello che parla ancora, o di nuovo, il genovese, ecco la scelta della lingua, anche perché, a suo dire, si adatta meglio a volte dell'italiano all'arrangiamento musicale originale.

La dimostrazione la darà in concerto, venerdì alle 16,15 ai Teatro della Gioventù. Canterà e suonerà la chitarra lui stesso: del resto, ha già un precedente di interprete con le canzoni di Marzari. Ha scelto dieci brani, tra cui «Obladì obladà», «She loves you» e «Blacbird» diventata «Merlo neigro». Ingresso gratuito, siamo o non siamo genovesi?

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