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Portualità da rilanciare

Il Secolo XIX
Giovedì 12 marzo 2009

I DATI FORNITI DALL’AUTORITÀ PORTUALE

Genova, un tesoretto fiscale da 1.409 milioni


Gettito record nel 2008
per Iva e accise generati
dalle attività in banchina.

 

GENOVA. Sorpresa: malgrado il calo di traffici, nel 2008 il porto di Genova ha fruttato una cifra record all’erario. L’Iva e l’accise sulla merce sbarcata hanno infatti assicurato allo Stato entrate pari a un miliardo e 409 milioni. «Vuol dire - ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo - che il valore della merce è aumentato, e/o che l’evasione si è ridotta di molto». Propende per la seconda ipotesi l’agenzia regionale delle dogane: l’impegno per intensificare e ottimizzare i controlli starebbe dando, secondo il direttre Andrea Zucchini, i suoi primi frutti. Un miliardo e 409 milioni, secondo i dati annunciati ieri da Merlo, sono una cifra superiore di 400 milioni rispetto l’anno precedente. Anche se, nel 2008, i container imbarcati-sbarcati sono stati il 4,8% in meno del 2007, gli oli minerali hanno segnato una flessione del2,2%, il traffico convenzionale è andato sotto del 9,7%. Eppure, incredibilmente, le entrate sono aumentate: i porti - e Genova in particolare - si confermano una risorsa formidabile per i conti del Paese. Inevitabile, quindi, che si riapra il dibattito sui fondi a disposizione per lo sviluppo degli scali marittimi. «Se fosse legge l’extragettito portuale, oggi Genova avrebbe 400 milioni da spendere in infrastrutture» spiegava ieri Merlo. Il presidente del porto si riferisce alla norma, voluta dalla Regione Liguria ma che il governo Prodi non ha infine portato a compimento, che avrebbe assicurato ai porti una quota dell’aumento dell’Iva e delle accise generata ogni anno dallo scalo per lo sviluppo delle infrastrutture marittime e terrestri. Il centrodestra considera questa norma inadeguata perché non garantisce un gettito certo ai porti, e ha proposto di sostituirla con una quota fissa dell’Iva da riconocere comunque alle Autorità portuali, indipendentemente dall’aumento o meno del gettito fiscale anno dopo anno. «Nella bozza di riforma della legge sui porti del ministro Altero Matteoli - rileva Merlo - si parla di una quota del 5%, io ritengo sarebbe adeguato riconoscere una quota compresa tra il 5% e il 10%». La bozza del governo, però, non è ancora arrivata all’attenzione del parlamento e, di una riforma della legge sui porti, si è parlato nelle ultime 4 legislature, questa compresa.
(...)

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