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Il Secolo XIX
Mercoledì 10 novembre 2006

LA PROPOSTA Il primo passo potrebbe essere una lista civica

Riunione di residenti e commercianti «Vogliamo Cornigliano autonoma»


Si chiamerà “Autonomia corniglianese”. E’ la nuova lista civica che concorrerà alle amministrative della prossima primavera. Per ora è solo un’idea: uno spunto nato da uno stato di evidente malessere, di scontento, di esasperazione dovuta al protrarsi di situazioni limite moschea compresa che da sempre attanagliano una delegazione che ha molto pagato (in termini di vivibilità) lo scotto dello sviluppo industriale. La lista civica a Cornigliano è solo un’idea: non c’è nulla di scritto (per ora). I promotori, i commercianti che puntano a rivalutare il tessuto sociale, i parroci in prima linea nelle battaglie per la vivibilità del quartiere si limitano a organizzare assemblee consultive per contarsi, scegliere le strategie più efficaci, capire come muoversi. L’ultima si è svolta l’altra sera. Alla base c’è l’obiettivo di trovare i candidati e presentarsi alle urne. E allora via alla raccolta firme, alla stesura di un programma concordato d’interventi. Vi faranno parte persone di appartenenza politica ed estrazione sociale differenti: gente che si porrà come obiettivo unico la rinascita del quartiere, la riqualificazione del tessuto sociale e commerciale, il ripristino della vivibilità di un territorio storicamente valvola di sfogo per lo sviluppo della città. In realtà un piano d’interventi sulle aree già esiste, come ricorda l’assessore Mario Margini: «Su Cornigliano abbiamo tutte le risorse a disposizione», aveva detto a un’assemblea pubblica lo scorso ottobre. Risorse da destinare allo spostamento della viabilità a mare e alla riqualificazione di via Cornigliano, alla risistemazione delle aree ex Ilva, alla presenza abitativa qualificata, al restyling di palazzi storici, strutture, immobili, arredi, al riassetto del traffico. Proprio quando le cose sembrano iniziare a filare per il verso giusto, l’idea di correre da soli. Perché? «Perché quello è un progetto a lunga scadenza, mentre il quartiere ha bisogno di segnali immediati - spiega Marco Crosetti, presidente del Civ “Le botteghe di Cornigliano”. Per la strada a mare ci vorranno 5, 6 anni, per il restyling degli immobili ancora di più. Notizia di oggi i rallentamenti nelle bonifiche, nell’abbattimento dei gasometri. E poi progetti veri e propri non ne abbiamo ancora visti: solo linee guida. Nel tempo che occorrerà tra aprire e chiudere i cantieri c’è il rischio che il tessuto sociale e commerciale s’impoverisca ancor più di quanto lo sia oggi: occorre iniziare a far vedere che qualcosa si muove. Da qui l’idea della lista civica». Un’idea presa a seguito di proposte più radicali, come quella che avrebbe dovuto portare alla richiesta in Comune d’istituire una nuova circoscrizione staccata da Sestri (progetto scartato perché difficilmente percorribile). «C’è paura che i soldi vadano altrove, che non s’intenda fare il bene del territorio» aggiunge preoccupato padre Giacomo Pala. «E poi promesse elettorali se ne sentono anche troppe - fa eco Maurizio Amorfini, portavoce del comitato per Cornigliano. Questa è una fetta di territorio che, sotto elezioni, fa gola a tutti».

F. Am.

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