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Sabato 26 febbraio 2005 - n.439

STRATEGIA ZERO RIFIUTI

RlCICLAGGIO/2
No agli inceneritori.
Meglio produrre meno

Gabriele Salari


Si presenta sempre con una sgargiante cravatta rossa e una salda stretta di mano, Paul Connett, quando non insegna chimica e tossicologia alla St. Lawrence Unlversity di New York, gira il mondo per convincere gli amministratori locali delle città di mezzo mondo che si può affrontare il problema dei rifiuti considerandoli delle risorse. Connett, di fatto, sostiene un concetto estremamente semplice: se gli amministratori, le aziende e i cittadini cambiassero mentalità e si preoccupassero di come riciclare i prodotti all'inizio del processo produttivo, si potrebbe arrivare entro il2002 all'obiettivo "Rifiuti Zero". Città come Seattle e San Francisco, o Canberra in Australia, si sono già date quest'obiettivo, aderendo alla sfida lanciata dallo stesso Connett e da Robin Murray, economista della London School of Economics, che sostiene la convenienza economica di questo tipo di approccio. Non bruciare i rifiuti negli inceneritori, quindi, come sostiene il nostro ministro dell'Ambiente: sono poco sicuri e troppo costosi. Ma cercare a monte, tra i rifiuti, il recupero delle materie prime. E per questo non serve tecnologia, ma solo una strategia concertata.
D'accordo, professore, ma allora i rifiuti dove li mettiamo?
Intanto, iniziamo a chiedere alle aziende di produrne meno, riducendo gli imballaggi o non producendo affatto prodotti che non si possano recuperare. E poi iniziamo una seria raccolta differenziata, come hanno fatto a San Francisco, dove sono arrivati al 63% e contano di arrivar al 75% entro il 2010, più del doppio dell'obbiettivo dell'Italia.
Quel che non si recupera va in discarica?
In città come Canberra i rifiuti vanno tutti in un impianto che effettua una nuova selezione individuando ulteriori prodotti riciclabili e poi, grazie a un sistema naturale di bio-ossidazione (ovvero impiegando batteri e vermi), quello che si mette in discarica non crea più problemi all'ambiente. Credetemi, in questa città australiana la discarica non emana cattivi odori e sul suo cielo non ci sono gabbiani che svolazzano. E poi è nato un centro annesso dove sono attive imprese che riciclano sul posto di tutto, dai pneumatici al legno da costruzione. Così la comunità che ha una discarica ne trae anche benefici economici.
Vuol dire che i vantaggi economici sono addirittura superiori ai costi del trattamento?
Due esempi. L'Irlanda con una tassa sui sacchetti di plastica ne ha diminuito l'uso del 90% in un anno guadagnando 12,6 milioni di euro destinati al riciclaggio. La Xerox recupera vecchie fotocopiatrici da 16 Paesi europei: riutilizzando le parti o riciclando i materiali, finisce nel rifiuti solo il 5% della macchina. Soltanto nel 2000, quest'operazione ha fatto risparmiare a11'azienda 76 milioni di dollari.


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Rifiuti e loro smaltimento - Una delle "battaglie" del M.I.L.

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