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IL SECOLO XIX
Giovedì 18 marzo 2004
IL MESSAGGIO

L'idea di nazione

Carlo Azeglio Ciampi


Ciampi: il Presidente della Repubblica ItalianaIl Risorgimento non è qualcosa di lontano, è il nostro recente passato sul quale si è costruita l’unità d’Italia, si è conquistata la libertà dei cittadini italiani. Ricordo sempre le due scritte sulle due sommità del Vittoriano: “Unità d’Italia, libertà dei cittadini”, che sono la sintesi del Risorgimento, che sono, al tempo stesso, la sintesi del nostro inno nazionale, Fratelli d’Italia, cioè l’Italia unita, l’Italia è risorta, cioè il risveglio della nostra Nazione. Ripensiamo ai nostri giovani di allora. Che cosa li spinse a immaginare, a sognare l’idea dell’Italia unita, a combattere per la libertà, a partire volontari? Uomini con storie, provenienze diverse si trovarono a combattere per una stessa bandiera, disposti a rischiare tutto per costruire l’Italia. Era una generazione di giovani piena di passione. Pensiamo a Goffredo Mameli, morto poco più che ventenne; ai martiri di Belfiore; ai tanti che seguirono Garibaldi tra i Cacciatori delle Alpi e liberarono Varese, Como, Bergamo. Mio nonno materno partì volontario giovanissimo in quell’esercito piemontese. La passione di quella generazione era arricchita dal senso di responsabilità, formatosi sulla conoscenza della storia e della nostra cultura. Ne sono testimonianza i tanti studenti universitari che hanno combattuto e sono morti - spesso guidati dai loro professori - nelle Guerre d’Indipendenza. Se il movimento per la libertà italiana non fu mai grettamente nazionalistico, la ragione va ricercata nella loro formazione, nel loro bagaglio culturale e morale, che si è espresso nelle opere di uno stuolo di scrittori, letterati, pensatori quali Alfieri, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Guerrazzi, Silvio Pellico, Carlo Cattaneo, grande intellettuale, storico, e al tempo stesso valoroso comandante dei cittadini di Milano nelle Cinque Giornate. I patrioti italiani furono coraggiosi - mai violenti - perché avevano ideali. Erano pronti a rischiare tutto per il bene comune. Ricordiamo altri nomi di quei protagonisti del Risorgimento: Manfredo Fanti, Medici, Cosenz, Pisacane, La Farina; li accomunava la consapevolezza che tutto ciò che potevano fare per la “res publica” doveva essere realizzato nel tempo loro dato dal destino, con tempestività, mettendo a frutto ogni occasione. Ecco: il senso del tempo, la capacità di decidere fu un’altra caratteristica che accomunò D’Azeglio, Cavour, Garibaldi, Ricasoli, Vittorio Emanuele e tanti altri. La Patria nacque nei loro cuori, nel loro modo di essere prima ancora che sui campi di battaglia e nel Parlamento. Essi furono una classe dirigente onesta, disinteressata, diffusa in ogni città, in ogni paese, in ogni regione d’Italia. Per questo, le libertà civili trovarono forme per realizzarsi progressivamente in un processo storico che si avvalse della diplomazia come dei moti popolari; ebbe bisogno della guerra; venne arricchita dai volontari di Garibaldi; trovò un momento fondamentale nei plebisciti e nel voto del Parlamento. Ai giovani non mi stanco di ripetere: studiate le storie della gioventù di allora, imparate a conoscerne i nomi, a ricostruirne le letture e le azioni! Molto è vivo ancora oggi di quei valori: soprattutto è vivo lo spirito di unione fra i popoli d’Europa, che è uno dei tratti più specifici del nostro Risorgimento.

Questo testo compare come nota introduttiva nel volume Finestra sul Risorgimento, che raccoglie gli articoli pubblicati dal Secolo XIX su personaggi e vicende risorgimentali italiane, ma con particolare attenzione ai fatti legati alla Liguria. Il libro è edito dal Melangolo.

 

La posizione del M.I.L.

Importantissimo documento del Presidente Ciampi - Volantino del 17 ottobre 2004
Al Presidente CIAMPI ed ai CONSIGLIERI REGIONALI - Volantino del 21 luglio 2004

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