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Il Giornale Domenica 26 settembre 2010

Nuovo sindaco

«Ecco a quali condizioni potrei candidarmi»

di Franco Bampi *

Caro Massimiliano, leggo un po’ stupito la lettera della prof. Carla Amico di Meane che, con parole lusinghiere e gradevoli, mi individuerebbe quale possibile sindaco della città di Genova. Dico subito che su una cosa ha indiscutibilmente ragione: io ho «uno smisurato, consolidato amore per Genova», lo confesso con orgoglio. Da qui a fare il sindaco... Ma vediamo la cosa più da vicino.

Per prima cosa ricordo e ribadisco che «A Compagna», che mi onoro di presiedere, è l'associazione dei Genovesi amanti di Genova e della propria terra, ed è estranea e al di sopra di ogni fede politica e religiosa. Una posizione chiara e netta alla quale io, da presidente, rigorosamente mi attengo condividendola in pieno. D'altra parte Genova e la Liguria, alle quali purtroppo non difettano problemi di sviluppo e di rilancio, hanno bisogno di uscire dal conflitto delle parti contrapposte. Inoltre gli interventi delle nostre istituzioni, pur apprezzabili per tanti aspetti, alla fine si scontrano con la carenza di soldi, dovuta sia a problemi nazionali ed internazionali, sia a sistemi amministrativi che non sono stati capaci di rinnovarsi proprio perché troppo attenti alle problematiche e alle esigenze della propria parte. La «fazziosità» è stata il perno della storia dei Genovesi: nel passato ha portato grande ricchezza, oggi produce sterili polemiche.

Nei secoli la ricchezza di Genova si chiama Porto: occorre che Genova possa gestire, in totale autonomia dalle leggi italiane, il porto e possa trattenere sul territorio le enormi tasse portuali prodotte. Per questo serve un patto tra i Genovesi: si giunga ad una tregua tra le «fazzioni» e ci si concentri su come rilanciare Genova e la Liguria, non dimenticandoci mai che l'annessione all'Italia è stata ed è illegittima: una potentissima arma di pressione, fin qui non utilizzata.

Genova è ricca e potrebbe esserlo ancora di più. Ma gli imprenditori non investono più a Genova e lo stato italiano sistematicamente smantella e trasferisce lontano da Genova ogni sede industriale e finanziaria. La borghesia dell'Ottocento sentiva la città sua: i ricchi di oggi si sentono estranei in città.

Occorre fare appello ai Genovesi: siamo in grado di pensare a uno sviluppo non conflittuale? Gli imprenditori (e non penso a quelli del cemento!) vogliono che Genova torni ad essere la capitale dei vertici industriali come lo già è stata, magari in concorrenza con Milano? E per fare ciò sono disposti a investire, cioè a finanziare una politica nuova proponendo e sostenendo economicamente una lista civica, fuori dalla logica destra-sinistra, per il bene e il rilancio della città? E i Genovesi se la sentono di votare in massa questa lista civica? Se le risposte sono quattro sì, allora se ne può discutere e finalmente si aprirebbe per la città una fase nuova e fruttuosa. *

* docente universitario
presidente «A Compagna»

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Il Giornale Venerdì 24 settembre 2010

Sindaco

Sì a Bampi, perché lui ama davvero Genova

di Carla Amico di Meane

Gentilissimo dottor Lussana,

sono un’insegnante delle superiori, in pensione da due anni, assidua lettrice de il Giornale.Uno dei temi sui quali c’è, da molto tempo, un dibattito vivace, è quello sul candidato, espresso dal centro destra, alla carica di sindaco alle prossime amministrative del 2012: malgrado abbia letto in proposito articoli su articoli, interviste, opinioni e lettere,non sono ancora riuscita a capire se il senatore professor Musso sia il candidato espresso, quantomeno ipotizzato, dal centro destra, e neppure se l’illustre personaggio abbia l ’intenzione di esserlo.

La mia pazienza, notevole per indole e rafforzata da tanti anni di insegnamento, è messa a dura prova e allora vorrei provare a suggerire un’alternativa; da cittadina ed elettrice sono convinta che un requisito fondamentale per il candidato/a a sindaco, sia uno smisurato, consolidato e comprovato amore per Genova; poi vogliamo insistere con un professore universitario? Ne suggerisco uno che insegna meccanica razionale a Ingegneria; deve avere una qualche esperienza politica? Non molta però, perché non sia il solito vecchio trombone da prima repubblica; magari aver fatto, in passato, il consigliere comunale; uno che ami Genova a tal punto da scrivere deliziosi libri in lingua genovese e da insegnare la stessa dove ne abbia l’occasione (mia mamma e i miei nonni materni la parlavano correntemente); che sappia parlare con la gente e ascoltarla, cioè dotato di comunicativa, concretezza e anche un pizzico di fantasia; requisiti che ne fanno anche un uomo di cultura senza per questo sentirsi obbligato a inventarsi una fondazione che, secondo me,ormai è solo una moda e, comunque, un qualche cosa nel quale il popolo (che vota!) certo non si riconosce, certo non ne fa parte, certo pensa alle fregature che da essa potrebbero derivargli. Sorvolo su altri requisiti, e, se questo candidato fosse, putacaso, anche presidente di «A Compagna», avrei individuato il mio candidato ideale a prossimo sindaco di Genova, un candidato già ben noto non solo ai lettori de il Giornale ma alla stragrande maggioranza dei miei concittadini. A me piace, si chiama Franco Bampi e forse la mia lettera lo stupirà, ma io sono solo una semplice e spontanea cittadina cui non piacciono le beghe di partito e che vuole la vittoria del centro destra a Genova nel 2012; ripeto,semplice cittadina come tanti, ma anche elettrice, come tanti (sempre meno però) e che vorrebbe continuare ad esserlo: nessuno pensi di pescare il mio voto; da me devono ottenere il consenso factis non verbis.

Grazie dottor Lussana per l’ospitalità che vorrà darmi e avanti così, per la buona battaglia.

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