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		 Il suono [2] corto e lungo 
		Il suono [2] è stato indicato in vari modi: "œ",
		che ha il pregio di mantenere la "o" etimologica, "œu",
		infine "êu" che in tempi recenti ha perso l'accento sulla 
		"e" diventando semplicemente "eu". Come gli altri suoni
		vocalici, il suono [2] può essere lungo o breve: 
		
			- è sempre lungo e tonico in fine di parola: meu (molo), 
			ventixeu (venticello);
 
			- è sempre breve davanti ai digrammi: çigheugna (cicogna), 
			vergheugna (vergogna), cheuscia (coscia), teuscego 
			(tossico);
 
		 
		ma può essere lungo o breve,
		tonico o atono in tutte le altre posizioni: 
		
			- tonico breve: deutta (dote), steumago (stomaco)
 
			- tonico lungo: neuve (nove), promeuvime (promuovimi)
 
			- atono breve: eugiâ (occhiata)
 
			- atono lungo: deuviâ (adoperare)
 
		 
		Si pone quindi il problema di segnare o meno la lunghezza del suono [2]. 
		
			- Grafia Piaggio Casaccia. Il suono [2] viene marcato 
			sempre con la grafia "êu" indipendentemente dalla lunghezza
			del suono: mêua (mola), chighêumao (cetriolo), êuggin
			(occhiolino), dêuviâ (adoperare).
 
			- Grafia Tradizionale Normalizzata. La «Tavola dei
			sistemi ortografici» segnala che il suono [2] può essere lungo o breve,
			ma non marca il fatto graficamente.
 
			- Vocabolario delle Parlate Liguri. Il suono [2] è 
			denotato con il simbolo "ö"; talvolta il suono corto viene 
			sormontato dall'accento grave, quello lungo dal circonflesso:
			bö‘giu (buco),
			mö^ve (muovere),
			ma il criterio d'utilizzo non è ben individuabile;
			scrive rö‘a (ruota), pur 
			essendo il suono [2] lungo.
 
			- Grafia in U. Il suono [2] è denotato con il simbolo
			"œ"; marca sempre la lunghezza del suono [2]: 
			œ^iu (olio),
			ciavœ‘ja (serratura).
 
			- Proposta per un Sistema Grafico. Osservato che le parole
			terminanti per "eu" sono tronche con il suono [2] lungo e
			che per le parole piane vale la regola
			di raddoppiamento, si usa la grafia "êu" per denotare il
			suono [2] lungo quando è atono e quando è tonico in voci verbali piane
			che finiscono per "n" e in parole sdrucciole o con l'accento
			ancora più retrocesso: dêuviâ (adoperare), zêugan (giocano),
			promêuvilo (promuovilo). Altrimenti si usa il digramma "eu":
			steumago (stomaco), scceupilo (scoppialo).
 
			- Metodo Esotico. Si usano queste tegole:
				- alla fine della parola è sempre tonico e lungo; quindi non 
				si mette nessun accento;
 
				- eu senza accento si pronuncia [2] corto;
 
				- éu si pronuncia [2] corto, si usa solo in posizione tonica;
 
				- êu si pronuncia [2:] lungo.
 
			  
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 Introduzione 
Problemi di grafia  Grafie imprecise  Grafie a confronto  Alfabeto fonetico  Glossario  Dittonghi e iati 
Accenti 
Lunghezza delle vocali  Vocali prima dei digrammi  La "e" breve  Accento sui monosillabi  Gruppi vocalici 
Vocali 
Il suono [2] corto e lungo  I suoni [O], [u], [y]  La semivocale "u"  Il dittongo [Ow]  La semivocale "i"  La lettera "j" 
Consonanti 
Consonanti doppie  La "m" davanti a "b" e "p"  I suoni [s] e [z] 
Note grafiche particolari 
La "h" nel verbo avere  Lo iotacismo  Dittongazione rapida  La crasi  La metatesi  Preposizioni articolate  "inte" oppure "in te"? 
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