Accento sui monosillabi

L'accento sui monosillabi, che non terminano con vocale lunga dovuta a troncamento (lô, lupo; sô, sole), è stato usato nella pratica col solo scopo di prevenire le omografie, anche se in genovese la (là) e li (lì) così come zu (giù) non hanno omografi.

1. Grafia Piaggio Casaccia. L'accentazione segue la falsa riga italiana e tende ad evitare gli omografi: chi (il pronome chi), chì (qui); scrive là (là) e zù (giù) ma non accenta za (già).
2. Grafia Tradizionale Normalizzata. (GG II.57) segnala esplicitamente là (là), lì (lì), zà (già) e fornisce indicazioni per evitare gli omografi; scrive zù (giù).
3. Vocabolario delle Parlate Liguri. È sempre segnato sui monosillabi: mì sùn chì (io sono qui).
4. Grafia in U. Non enuncia alcun criterio, ma pare accentare i monosillabi solamente per evitare gli omografi in genovese: chi (chi pronome), chì (qui), ma non accenta ciy (più).
5. Proposta per un Sistema Grafico. Osservato che parole di tre lettere che terminano con uno iato non sono monosillabi, ma bisillabi (ad es., vêi, ieri), si accentano solo i monosillabi che terminano con due vocali di cui la seconda è accentata: tiâ (tirare), ma non si accenta sei (sapete) e non si accenta ciu (più) perché la "i" non è vocale ma un mero segno grafico ("ci" è un digramma).
6. Metodo Esotico. L'accento si marca su tutte le parole eccetto che nei casi seguenti:
   1. sui monosillabi che finiscono per vocale scempia corta; eccezioni: à (lê o l'à), ciù, sciù;
   2. sulle preposizioni in, inte, con;
   3. sugli articoli o pronomi un, unna, unn-a;
   4. sul digramma æ perché, senza eccezioni, va sempre detto lungo eccetto che prima della n velare [N] dove va pronunciato corto;
   5. sul digramma eu in fine parola e su eur delle parole di derivazione francese (blagheur, sciafeur, brazeur) perché, senza eccezioni, va sempre detto lungo.