A rischio di estinzione
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Il Secolo XIX Mercoledì 21 maggio 2003

Il nostro linguaggio a rischio di estinzione

La Fonte - che sino a qualche tempo fa era la Bibbia - si trova all'indirizzo www.helsinki.fi/~tasalmin/endangered.html. È divisa in tre sezioni (Europe, Northeast Asia, Finno-Ugrian). Ma chi ha fretta può scendere la scala delle lingue morte a rotta di collo cliccando su "index by present state of language" (indice della situazione delle lingue) per cercare la sua (se non vuoi fare la trafila spiegata di seguito clicca direttamente qui, ndr). Al primo gradino ci sono i "linguaggi estinti", al secondo quelli «prossimi (nearly) all'estinzione»; poi quelli «seriamente minacciati» (seriously endangered). Al quarto, quelli in pericolo. Noi siamo al punto 7 del quinto gradino. Per dirla con l'autore dello studio, il finnico Tapani Salminen, il ligure è idioma «potenzialmente in pericolo». Nostri compagni di viaggio sono il bielorusso, lo scozzese delle Terre basse, il basso sassone (propriamente "Low German"), il galiziano, il piemontese, il lombardo, l'emiliano e il corso. Ma, a orecchio (e in queste cose l'orecchio conta molto) stiamo un po' peggio. Perché il ligure (Ligurian), uno dei 27 linguaggi del nostro Paese, è parente del franco provenzale, anch'esso piuttosto malandato, che è a sua volta legato al provenzale il quale versa in condizioni serie essendo il numero 21 del gradino 4. L'ultimo referto risale al 22 settembre 1999 e da allora le cose non si sono certo volte al meglio. Gli esperti (www.spaziodonna.com/articolo.phtml?f_id=1242) prevedono la scomparsa di una lingua ogni due settimane per i prossimi cent'anni. E come è scritto in tutti i siti scientifici delle isole Hawaii - uno dei posti la cui integrità, salvaguardata dalla natura per milioni di anni, sta andando a rotoli - «estinzione è per sempre». Pensare in questi termini alla morte di una lingua fa male, come pensare alla morte di una specie. Solo che, secondo i dati diffusi qualche giorno fa in occasione della Giornata internazionale delle Lingue, la velocità di estinzione degli idiomi è più che doppia rispetto al rischio che corrono mammiferi e uccelli. Lo stato dell'arte l'ha appena definito il professor William Sutherland, della East Anglia University, (www.uea.ac.uk/bio/Updatehtml/WSpub.html), che vanta un elenco di pubblicazioni con più righe di questa colonna e stima un tasso di estinzione al 6,5 per cento del totale (6.800). Per tornare al ligure, poiché una lingua è considerata in pericolo quando il trenta per cento dei bambini della comunità cessano di apprenderla, si fa presto a fare i conti. Già ai tempi del censimento 1971 nostro cugino il francoprovenzale (europe_report.html#FProvencal) era parlato, nella variante italiana, da sole settantamila persone. D'altronde che il ligure, come il piemontese, il lombardo, l'emiliano e il corso non goda buona salute, è provato da altri fatti. Secondo il professor Roberto Bolognesi, linguista dell'Università di Groningen, Paesi Bassi (www.montevelino.it/le%20lingue%20.htm, convegno delle lingue regionali promosso dal parlamento europeo di Strasburgo), il ligure è lingua discriminata dallo Stato che lo considera dialetto, con in più l'aggravante di non disporre di una forma scritta standard. Vista così, vi sembreranno meno matti quei signori che dedicano gran parte del loro tempo a mettere in Rete testi in genovese grondanti misteriosi fonemi tra cui, a puro titolo d'esempio, il mai troppo citato www.zeneize.net/ziardua/zeneize.htm. Immaginateli come guardiani delle parole che avete sentito pronunciare in casa da piccoli, magari dai nonni. Anche se non siete romantici, buttereste nel tritatutto del tempo un pezzo del vostro passato?

Marco Giacobbe   
giacobbe@ilsecoloxix.it    

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