Il gulag della Fiumara
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Il Lavoro - Repubblica Martedì 9 giugno 1998
Intervento

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Leggo sempre più sbigottito quanto padre Giacomo Grasso, forse afflitto dagli affanni dell’età, continua a scrivere come corsivista della testata "Il Lavoro". Questa volta si accollato l’impegno di difendere gli interessi, ancorché legittimi, delle cooperative rosse. Sbaglia molte volte e cercherò di spiegare il perché. Innanzi tutto sfatiamo un mito: la presenza della Facoltà di Architettura a Sarzano non ha risanato un bel niente. Certo oggi possiamo vedere che la pavimentazione di Via Ravecca è stata rifatta, possiamo ammirare qualche palazzo ristrutturato in un’ottica speculativa (legittima!) di qualcuno, vediamo persone che di giorno circolano nello Stradone di Sant’Agostino. L’unica cosa che possiamo dedurre è che alle solite vie frequentate del centro storico (Via Orefici, Via San Luca, Via Luccoli, Campetto e poche altre) possiamo aggiungere lo Stradone. Di notte cala il coprifuoco lì come in quasi tutto il centro storico perché i soliti spacciatori, sbandati, e protettori, qualunque sia il colore della loro pelle, occupano ciò che ritengono essere loro e su cui vogliono incontrastato dominio.

Fiumara: operazione da almeno 500 miliardi in appannaggio delle cooperative rosse. Fiumara: riempimento tardo ottocentesco del tutto estraneo al tessuto urbano di San Pier d’Arena Sampierdarena che si articola invece lungo la direttrice Via De Marini (la perduta Coscia), Via Dottesio, Via don d’Aste, Via Rolando, direttrice per l’oltre giogo lungo la quale sono presenti quasi trenta delle quaranta ville di San Pier d’Arena, ormai ricordo nostalgico del "luogo di splendidi giardini e di magnifiche ville", che si legge ancora sulle antiche carte. Fiumara: da sempre sede di industria pesante, posto di lavoro per operai, tecnici, dirigenti, ricordo di una Genova ricca operosa; Fiumara: sede naturale per le attività retroportuali di un porto che sembra ritrovare l’antico fasto di fiorenti traffici marittimi.

Altra diceria da sfatare: Ingegneria non ha detto no alla Fiumara: Ingegneria ha posto delle ondizioni minime per potere svolgere i compiti ai lei affidati dalle leggi dello Stato: il progresso della scienza e la cultura per l’esercizio degli uffici e delle professioni. Ingegneria, e con lei l’Ateneo Genovese, ha ritenuto che la strada a scorrimento veloce, prevista dal Prg, e le acciaierie inquinanti fossero tra i motivi più importanti per rendere incompatibile il sito della Fiumara con la presenza di attività universitarie, a qualunque facoltà esse appartengano. Ecco perché Ingegneria ha detto no alla Fiumara, senza dire no a valutare altre ipotesi di trasferimento a ponente.

Infine le scuole superiori a Fiumara: un gulag dei tempi migliori dello stalinismo! Per loro natura le scuole superiori sono vive di mattina e piuttosto spente nel pomeriggio (e ovviamente di notte). La destinazione Fiumara è dettata solo dalla volontà di riempire un po’ di metri quadri altrimenti inutilizzabili: poveri i nostri figli se dovranno andare in un luogo segregato dal resto della città, un gulag appunto, solo per compiacere a interessi (ripeto legittimi) di soggetti privati!

Padre Grasso: come mi piacerebbe se il suo spirito cristiano potesse essere così grande da essere al di sopra del mondo e non così angusto da vedere solo la mano sinistra!

Prof. Franco Bampi
Dirigente di Forza Italia

Genova, 8 giugno 1998>


Il Lavoro - Repubblica Lunedì 8 giugno 1998
Il Corsivo

Ingegneri alla Fiumara. Un miracolo da Serse a Berlinguer

Ho letto sul La Repubblica - Il Lavoro di mercoledì 3 giugno il breve ma intenso articolo di Silvio Ferrari. Da critico e pensatore di razza Silvio Ferrari ha fatto comprendere ai tanti che già hanno visto, ai tantissimi che vedranno I Persiani non solo quanto Eschilo comunica da più di duemila anni, ma quanto Tonino Conte, Lele Luzzati, Sergio Maifredi e i tanti attori, nonché il Coro delle "voci Atroci", hanno aggiunto al testo facendolo veramente vivere. Quel che non ho trovato nel testo di Ferrari, e che avrei desiderato fosse almeno accennato perché di fatto altri articoli ne parlavano, è stato un "j'accuse" alla Facoltà di Ingegneria o, meglio, a quanti di quella Facoltà hanno bocciato il progetto che avrebbe portato la Facoltà alla Fiumara.

A Genova, per tanti motivi, molte Facoltà hanno cambiato sede. Quelle che si sono sistemate all'Albergo dei Poveri, a parte le soluzioni architettoniche discutibili perché non è tipologia da scuola quella della nave (semmai era più vera la falsa prua di nave inventata per Mussolini in piazza della Vittoria nel 1938...), si sono allogate in un luogo di miseria voluto da chi non provvedeva ad eliminare la miseria ma a nasconderla sotto nobili volte. Architettura, anche se il progetto Gardella prevedeva una sede per la Facoltà di Lettere, è entrata nella sua seconda fase, in una nobilissima realtà che aiuta gli studenti a partire dal quinto secolo avanti Cristo e li porta nel medioevo dei Vescovi e poi in quello delle Monache claustrali e tutto dice nobiltà e vita. Le monache di clausura sono segno forte, almeno per chi crede nell'umiliazione di un Dio che si fa vero uomo svuotando la sua divinità. Limitiamo in uno spazio circoscritto il loro vivere come ha fatto il loro Dio... Gli studenti ne sono arricchiti, e forse i docenti vedono potenziato il loro insegnamento.

Se Ingegneria si fosse trasferita alla Fiumara - ma è davvero detta l'ultima parola? non è possibile un ripensamento? non può intervenire il Ministro? - gli studenti avrebbero respirato un'aria ben adatta al loro studio.

Ed avrebbero creato quell'indotto che nessuna scuola media superiore può dare. Gli studenti sono sempre più abituati a vivere per conto loro. Edilizia privata e pubblica, come avviene attorno alla sede di Architettura, avrebbero potuto esprimersi, e con essa tanto altro che era già stato prospettato.

Se è vero, e forse Silvio Ferrari ne sa più di me, che il non è nato anche da motivi di principio ("bisognava essere interpellati prima" e amenità del genere), è stata ben misera cosa.

Il Professor Edoardo Benvenuto, cui va tutto il merito di Architettura a Sarzano, sapeva bene di dover fare un atto di forza se si voleva giungere al risultato che c'è stato e ottimo. Silvio Ferrari ha il suo stile di riservatezza e di attenzione per le idee altrui che forse lo ha fatto tacere. Io sono abitualmente irruente, ripropongo il problema, lo faccio dopo aver assistito a I Persiani e meditando che forse Serse non è solo un bravo attore che dall'alto si esprime ma porta i cento tratti dei volti dei docenti di Ingegneria che hanno detto: "No alla Fiumara".

padre Giacomo Grasso


Il Lavoro - Repubblica Lunedì 15 giugno 1998
Intervento

Ma il coprifuoco a Sarzano lo vede solo Bampi
Sarcastica risposta all'intervento del "dirigente di Forza Italia" sulla Fiumara

Leggo su La repubblica - Il Lavoro di martedì 9 giugno un breve scritto di tal Franco Bampi che si firma come "dirigente di Forza Italia". Prima di entrare nel merito dello scritto in cui sono stato citato, e sgridato!, vorrei dire intanto di non conoscere nessun dirigente o socio delle "cooperative rosse", e tanto più nessun organizzatore, o votante, di Forza Italia. Se, di fatto, ne conosco, non li conosco in quanto berlusconiani ma perché persone umane che, come tali, sempre voglio incontrare e accettare.

Forza Italia è in sé espressione penosa. La si usa negli stadi dove la squadra dell'Italia (maglia ahimé azzurra in onore dei colori araldici dell'ex casa Savoia) gareggia con squadra di altra nazione. A me sembrerebbe molto più cortese parteggiare, se si gioca in Italia, per la squadra straniera. Se si è all'estero per la squadra estera, se il Paese contro cui si gioca ha un reddito pro capite più basso del nostro. Potrebbe anche essere il sostitutivo malamente postmoderno del grido "Avanti Savoia". Un grido che nel Risorgimento è risuonato bene fino al 1866, poi è diventato grido infame, per via delle guerre coloniali, fino alla guerra d'Etiopia. Per non dire nella prima e seconda guerra mondiale, "inutile strage" come ebbe a scrivere il grande Papa genovese, Benedetto XV.

Di tutti i Savoia solo due morirono in guerra. Il conte di Salemi, figlio di Amedeo d'Aosta e di sua nipote (figlia di una sorella), un ragazzo disgraziato, cleptomane, forse fucilato dai Carabinieri, e Amedeo di Savoia Aosta, nipote di Amedeo Ferdinando, che morì nella prigionia in Kenia essendo stato Viceré di Etiopia e dunque accettato le leggi razziali durissime che vigevano per decisione dell'Imperatore d'Etiopia, suo cugino, in quel Paese.

La sua morte lo riscattò certamente dai misfatti accettati. Si può poi ricordare la povera Mafalda di Savoia, langravia di Assia la cui morte a Mathausen va probabilmente collegata alle trame cui era stata abituata dalla montenegrina, educata (sic!) in Russia, sua madre. Anche Mafalda Savoia Assia si riscattò

In nessun caso, dunque, Forza Italia è bella espressione. Lasciamola  ai clonati e a chi fa del divino marchese De sade la propria bandiera: "È bene perché mi piace". Può paicere essere al silicone, dunque è un bene farsi siliconare.

Ritorniamo alla Fiumara. O meglio allo scritto del Bampi sulla Fiumara. Intanto a quel che chiede, di sfatare il mito, quello che si riferirebbe ad un ruolo che Architettura non ha svolto. Se il Bampi dicesse che non è solo merito di Architettura, ma anche del Museo di Sant'Agostino, del teatro della Tosse, del ristorante Le Chiocciole, delle decine di pubblici esercizi che si sono aperti o trasformati, gli replicherei dicendo che sì, ha ragione, non avrei dovuto citare solo Architettura, mitizzandola. Per Bampi, invece, di notte "cala il coprifuoco, ecc." il che è soltanto falso. Se vuole lo porterò con me, quale sera della settimana scelga. La domenica sera, quando tutto è chiuso, è aperta perlomeno La Polena e ci si sta bene, in piazza delle Scuole Pie.

Ho già scritto che il piano delle cooperative rosse non lo conosco, come non conosco quelle cooperative. La retorica descrizione di San Pier d'Arena (almeno il Bampi si ricordi di scrivere così il nome di quel borgo tra il marinaro e il da vacanza, vedi le ville), non mi tocca più di tanto. Né il riferimento ai compiti affidati ad una Facoltà dalle leggi dello Stato. Il prof. Edoardo Benvenuto che cercò di sostenere la scelta di Ingegneria alla Fiumara, tali leggi conosce, e le osservazioni ecologiche sanno più da Verde che non da berlusconiano che forse è ecologico solo ad Arcore e a Portofino.

Non entro nella questione delle scuole superiori perché, come ho scritto, io pure sono dissenziente.

Termino sull'invito del Bampi a far sì che il mio spirito cristiano possa essere così grande da essere "al di sopra del mondo" Forse il Bampi non è cristiano. Se lo fosse saprebbe che nel vangelo secondo Giovanni Gesù insegna ai suoi ad essere "nel mondo ma non del mondo" non dunque sopra del mondo. Quanto ad uno spirito "così angusto da vedere solo la mano sinistra" so che a proposito di "mano sinistra" il vangelo secondo Matteo insegna semmai a far sì che "non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra..." E con ciò mi sembra che basti a Bampi.

padre Giacomo Grasso


Il Lavoro - Repubblica Martedì 16 giugno 1998
La replica

Bampi a Grasso: solo un toponimo ci unisce

Lo scritto di Padre Grasso su Il Lavoro di ieri sarà giudicato, come deve essere, dai lettori. Per dovere di correttezza a me preme ricordare che Il Lavoro di venerdì 18 aprile 1997 riporta la dichiarazione del prof. Edoardo Benvenuto: "Fiumara: sono sempre contrario: è un’operazione immobiliare". Infine, cosa cui tengo moltissimo, nel testo originale io ho scritto, come sempre scrivo, "San Pier d’Arena": è il trascrittore che ha riportato il toponimo tutto attaccato. Sulla grafia, e solo su quella!, sono in perfetto accordo con Padre Grasso.

Franco Bampi
(Dirigente di Forza Italia)