I sondaggi sui candidati per Tursi
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Il Secolo XIX Mercoledì 22 ottobre 1997
Lettere 2

I sondaggi, si sa, danno un'indicazione sull'opinione che la popolazione ha maturato nel momento in cui il sondaggio è stato effettuato. Le tecniche statistiche impiegate sono sufficientemente sofisticate da fornire risultati credibili. Infine le ditte che effettuano i sondaggi sono serie e professionalmente corrette. La mia opinione è che, da questi punti di vista, i sondaggi sono assolutamente affidabili. Nonostante ciò, è mia profonda convinzione che i sondaggi sulle elezioni del sindaco e del consiglio comunale siano largamente inaffidabili: cercherò di spiegare il perché.

Il 16 novembre i cittadini genovesi sono chiamati ad eleggere ben cinque organismi: il presidente della provincia e il consiglio provinciale, una prima scheda, il sindaco e il consiglio comunale, una seconda scheda, i consigli di circoscrizione, una terza scheda. Gli elettori, quindi, si troveranno alla presa con tre schede. Il guaio è che le modalità di voto di ogni scheda sono differenti. Come Sansa e Castellaneta predicano, nel caso dell'elezione del sindaco e del consiglio comunale è possibile dare il voto disgiunto, ossia è possibile votare un partito e un candidato sindaco non presentato da quel partito: in altre parole è possibile tracciare due croci sulla scheda (il partito e il candidato sindaco) oltre al voto di preferenza che si esprime scrivendo il nome di un candidato per il consiglio comunale a fianco del simbolo del partito. Nel caso delle elezioni provinciali è vietato, pena l'annullamento del voto, tracciare una croce sul candidato a presidente della provincia o sul candidato al consiglio provinciale: si può solo votare il partito e così facendo si vota automaticamente anche il candidato alla presidenza presentato da quel partito. Per i consigli di circoscrizione non vi sono candidati ma solo una lista di partiti: è possibile esprimere la preferenza per il candidato alla circoscrizione. Questa, in sintesi, è la situazione che l'elettore si troverà di fronte quando dovrà, da solo in cabina elettorale, esprimere la propria scelta. Differente è la situazione dei sondaggi. Il sondaggio, per sua natura è orale: l'intervistatore pone delle domande e registra delle risposte. L'intervistato non vede schede, non appone croci, non scrive nomi, se ha dei dubbi chiede spiegazioni. Il sondaggio è colloquiale, confortevole ed invitante. Inoltre in nessun sondaggio è stato chiesto se l'intervistato sa quante schede riceverà, se conosce le differenti modalità di voto, se è informato che può dare il voto disgiunto in un solo caso, in altre parole in nessun sondaggio è stata simulata la situazione di voto come sarà in cabina.

Per questo i sondaggi che abbiamo letto sui giornali non sono affidabili: essi non simulano la realtà, che questa volta è veramente complessa e non usuale perché due candidati quotati dai sondaggi non sono sorretti da alcun partito. Potremmo dunque fare la seguente osservazione: se i partiti prevarranno, ossia se gli elettori, magari per non sbagliare, voteranno lo stesso partito su tutte le schede allora è evidente che al ballottaggio andranno Eva e Pericu.

Se invece l'elettorato avrà maturato sufficiente consapevolezza delle modalità di voto la partita sembra aperta: e potrebbe davvero prevalere chi avrà saputo parlare di più alla gente e conquistarne la fiducia.

Prof. Franco Bampi
Consigliere Comunale
(Forza Italia)

Genova, 20 ottobre 1997