Il   “consiglio”   del    M.I.L.

 

Le vicende del porto di Genova stanno diventando sempre più complesse. Sostanzialmente, in questi anni, per garantirsi la “pace sociale” con i “camalli”, sarebbero state versate ( o perlomeno “promesse”)  loro delle somme che i magistrati della Procura di Genova, secondo le leggi  “italiane”, considerano illegali. Questo è il “nodo” del problema. D’altra parte i magistrati sono obbligati ad applicare le leggi approvate dallo Stato italiano.

Vero è però il fatto che il “governo” di un Porto come quello di Genova  non è  possibile, se ci si attiene alle sole leggi italiane. La “compagnia dei Portuali” è un qualcosa di “unico” al mondo che trae le sue origini ed il suo “governo interno” da “regolamenti” e  “consuetudini” che risalgono ad oltre 600 anni fa, quando ancora Genova e la Liguria  erano una Nazione-Stato  sovrana ed indipendente. La  “pace sociale”, non solo per il Porto, era uno dei punti  fondamentali del governo della Repubblica di Genova e la si otteneva anche con “leggi  specifiche”  come  quelle per gli operai delle cartiere di Voltri   

 ( http://www.francobampi.it/genova/curiosita/operai_cartiere.htm   ) .

Infatti  negli  oltre 700  anni della Repubblica di Genova non ci fu mai una “rivolta sociale popolare”.

Il “consiglio” che allora il M.I.L.  a tutti gli “implicati” nelle vicende del Porto di Genova è quello di  chiedere, tramite i loro legali, che tutta la vicenda  venga trasferita ad un Tribunale Internazionale,  non ritenendo che  le loro “vicende” possano essere giudicate dal Tribunale di uno Stato, quello italiano, che ha tolto illegalmente ed illegittimamente l’indipendenza alla Liguria, senza mai farle votare il “plebiscito di annessione” all’Italia, come invece hanno fatto le altre regioni italiane. Oltre a tutta la “documentazione” che noi abbiamo e possiamo fornire , possono citare come teste l’ex-presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi che in un articolo da lui firmato, il 18 marzo 2004, su “IL SECOLO XIX”  ebbe a scrivere che l’unità italiana 

 “…trovò un momento fondamentale nei plebisciti…”.

Tali plebisciti la Liguria non li ha mai votati.

 Il M.I.L.  ritiene che una tale  “strategia  difensiva”  possa ottenere  comunque un risultato : quello di indurre   il governo italiano , “preoccupato” dalle eventuali  pieghe che potrebbe prendere una  “vertenza  internazionale”  dell’Italia  con la Liguria, ad approvare rapidamente una legge che “sani” l’eventuale  illegalità commessa  e  stanzi  i “fondi” necessari  a  chiudere la vertenza.

 

Genova domenica 13 luglio 2008

 

  M.I.L.-Movimento Indipendentista Ligure

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