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Il Giornale

Giovedì 9 marzo 2006


LE TESI DEL MIL

La Liguria un piccolo stato come Malta e Singapore

L’orgoglio di «sentirsi liguri»

Se la regione fosse indipendente potrebbe aspirare
ad un ruolo da protagonista sulla scena mondiale

Vincenzo Matteucci*

Carissimo Lussana. Tutti i genovesi e liguri dovranno esserti grati per il dibattito sull'identità ligure che hai «lanciato» sulle pagine liguri de il Giornale. Il grande interesse e successo che ha avuto è la testimonianza più palese che sotto l'apparente indifferenza che finora si pensava fosse dominante, si cela in realtà una vera e propria «passionalità». I genovesi ed i liguri vogliono ritrovare le loro radici, vogliono finalmente conoscere la loro Vera Storia, i valori della loro Civiltà. Vogliono sapere se un popolo, che è stato fra i protagonisti della Storia mondiale, può ancora ambire a tale ruolo. Il Movimento Indipendentista Ligure è nato proprio per questo. Quando hai iniziato il dibattito, parlando di noi del Mil hai scritto: «Non sempre siamo d'accordo con loro, a volte c'è un po' di folclore, ma ci credono, parlano di identità e tanto basta a renderli dei benemeriti ai nostri occhi». È tutto vero, ma non potevamo fare diversamente nel contesto politico e culturale nel quale ci ritroviamo. Una cosa è ormai chiara: lo Stato italiano è stato l'erede degli Stati assolutisti monarchici europei ed ha voluto cancellare quella realtà politica e sociale straordinaria che era la Repubblica di Genova che «... aveva saputo illuminare di sé non solo le vicende della penisola italiana, quanto il continente europeo e le lunghe sponde del Mediterraneo per oltre otto secoli... una organizzazione politica basata sul rifiuto della tirannia e della guerra... uno Stato che si era affermato sul rispetto dei patti sottoscritti». (Ha scritto Franco Monteverde nel 1999).

Solamente se si conosce bene tutto questo, si sente nascere dentro di sé l'orgoglio di «sentirsi Liguri», non di nascita, ma di «appartenenza ad una Civiltà». Ora il compito che noi ci siamo assunti è quello di studiare, verificare, dimostrare, dibattere, se la Comunità Ligure, recuperata una indipendenza di Nazione (abolita solamente con un atto di violenza mai «sanato» da un plebiscito popolare) nel contesto del mondo attuale, può di nuovo ambire ad un ruolo da protagonista. Noi riteniamo di sì perché, lo ripetiamo ancora, il piccolo Stato di Singapore, la piccola-media Svizzera insegnano al mondo come non occorra essere grandi Stati per poter incidere nelle decisioni mondiali. È indispensabile essere però indipendenti. Perché dovrebbe essere «anacronistica» una indipendenza della Liguria e non è invece «anacronistica» l’indipendenza dell’Estonia, della Lettonia, della Lituania, di Cipro, di Malta, di Singapore, ecc...?

Genova e la Liguria sono di nuovo (come ai tempi della Repubblica di Genova) in una posizione strategica per l'attuale scacchiere mondiale. Oltre ai grandi traffici marittimi asiatici l'Africa, dopo lo «stupido» periodo della colonizzazione, sarà il continente che dovrà per forza iniziare, prima o poi, un grande sviluppo. Genova e la Liguria possono svolgere un ruolo importantissimo. Sono però indispensabili poteri decisionali sovrani che solamente una Comunità indipendente può avere. Non sarà un cammino rapido, ma è bene che sia così perché dovrà formarsi una classe dirigente che porti avanti tale obiettivo. Il Mil nel frattempo cercherà di «parlare alla gente» con messaggi e «battaglie» mirate (qualche volta, forse, anche «folcloristiche»), come quella che abbiamo iniziato con la raccolta di firme affinché le Istituzioni Liguri si diano da fare perché il «tesoro dei Savoia» venga assegnato alla città di Genova e che il Giornale ha spiegato benissimo in un suo articolo. L'importante è non mollare. Ogni giorno sentiamo crescere la simpatia dei semplici Cittadini nei nostri confronti, come ogni giorno cresce la nostra simpatia nei confronti delle pagine liguri de il Giornale.

*presidente Mil

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