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Il Giornale

Domenica 5 marzo 2006


LE IMPRECISIONI

«Franza e Spagna» non hanno nulla a che vedere con i liguri

Non ci sono profughi di Troia
nell’etimologia di Genova

Dario Cotella

Egregio Dottor Lussana, desidero fare alcune osservazioni sull’articolo di G. Petrella, pubblicato ieri, che contiene non poche inesattezze.

Prima di tutto il nome Janua. La leggenda che Genova sia stata fondata ed abbia preso il nome dal mitico Giano, profugo da Troia con Enea e con Antenore, è solo una ridicola favola, anche se venne ripresa da autori come Jacopo Doria e Jacopo da Varagine. Infatti il nome Janua compare solo intorno al Mille come evoluzione fonetica del classico Genua. (Teofilo O. De Negri, Storia di Genova, Martello ed. 1968).

Si può invece ritenere che Genua derivi dal radicale celto-ligure «Gen» che significa mascella, sporgenza. In effetti l’approdo primitivo del Mandraccio può aver suggerito, per la sua forma, questo nome. Non entro in polemica con altri argomenti che ogni vero genovese può giudicare da sé ma non sopporto che venga messo in bocca ai genovesi (di un tempo) il detto «Franza e Spagna pur che se magna» che ha ben altre origini e collocazione. Sognare una Liguria indipendente è pura utopia manegare una forma identitaria ligure è veramente troppo.

Negli ultimi due secoli, per carità di patria e per non macchiare il blasone sabaudo, gli storiografi hanno nascosto le vicende storiche dal 1620 in poi, di Genova e della Liguria. Sarebbe il caso che questa lacuna fosse colmata e il Giornale potrebbe farsene promotore. Sarebbe molto utile, anche per G.P., e servirebbe a riscoprire e a ritrovare l’identità ligure.

Molto cordialmente.

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