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la Repubblica

Mercoledì 20 gennaio 2010

Moschea a Cavour, l'ultima tentazione

PER NON cantarsela e suonarsela, la Lega Nord, mentre stampa cinquemila schede con su scritto "Volete voi l' edificazione della moschea in via Bartolomeo Bianco?", scrive alla Comunità Islamica chiedendo loro di presentarsi al referendum-provocazione promosso per sabato, costituendo un comitato per il sì. Gli islamici rispondono seccamente di no («questo referendum non ha valore, sarebbe andare contro la Costituzione e noi la rispettiamo» chiarisce il portavoce Alfredo Maiolese) e rilanciano a sorpresa: «Il Comune ha scelto l'area del Lagaccio e ci va benissimo, ma se intorno a un tavolo si volesse proporre, come sito alternativo, il Mercato del pesce di piazza Cavour, per noi sarebbe la soluzione ideale. Saremmo disposti, se l'edificio è vincolato, anche a rinunciare al minareto». Più che cauta Marta Vincenzi, ma disponibile al confronto: «Il Comune ha fatto la sua scelta, e dalla comunità islamica mi attendo che, prima di tutto, facciano ciò che abbiamo chiesto loro, cioè dar vita alla Fondazione, garantendo anche la tracciabilità dei fondi, che siano cioè estranei alla società di Segrate che fa capo all'Ucooi. Se poi da loro venisse una proposta di cambiamento, suffragata da impegni concreti, la esamineremo». Ma la sindaco non nasconde che, come già chiarito la scorsa settimana in consiglio comunale, ogni discussione vada rimandata: ufficialmente a quando la comunità islamica avrà realizzato la Fondazione; in ogni caso dopo le elezioni regionali. La Lega, dal canto suo, insiste con il referendum, chiede con un'interpellanza del consigliere Alessio Piana alla Vincenzi se sia vero il toto-moschea che riguardi, oltre al Mercato del pesce proposto dal Mil, il movimento indipendentista di Franco Bampi (che assicura che un pool di architetti ha certificato come l'edificio sia anche orientato verso la Mecca) e Vincenzo Matteucci, anche la fascia di Rispetto di Prà. Ma soprattutto, insiste il segretario Edoardo Rixi, «prima di tutto bisogna ascoltare i genovesi, ed è per questo che facciamo il referendum». Undici gazebo in funzione dalle 10 alle 19 di sabato da San Nicola a San Teodoro, voto concesso ai maggiorenni residenti da castelletto al Lagaccio, da Oregina a Dinegro, più un seggio mobile pronto a spostarsi di casa in casa per permettere a disabili e anziani di partecipare alla consultazione elettorale». Se raccoglieremo mille voti sarà un flop, ma consideriamo che ce ne possano essere tra tre e quattromila - confida Rixi - È chiaro che sarebbe meglio se si presentassero anche i contrari». Già, altrimenti manca la riprova. Per questo parte la letterina indirizzata alla Comunità islamica, dopo che già la Vincenzi aveva respinto l'invito a partecipare al referendum schierandosi a favore del sì, bollando l'iniziativa come una provocazione tout court. «È una lettera che trasuda miele e sicuramente rende un po' impossibile adesso a Rixi continuare a tacciarci di amici di Al Qaeda - commenta Maiolese - ma in ogni caso, a quel referendum non partecipiamo, e per noi la scelta del Lagaccio va più che bene, tanto che stiamo completando il progetto. Però a noi sta a cuore che non ci siano strumentalizzazioni politiche e scontri veri e propri; per questo, al nostro interno, abbiamo già detto che, se ci venisse proposto, potremmo ragionare positivamente sul Mercato del Pesce di piazza Cavour. Nel Centro Storico c'è la maggior concentrazione di musulmani, non ci sarebbero problemi di accesso perché ci si arriva a piedi, in metropolitana o col bus e, nel caso di grandi feste che richiamano ospiti anche da lontano, ci sono tutti i parcheggi del Porto Antico e della Darsena. Infine,e non mi sembra una cosa da poco, torneremmo ad avere una moschea in porto, com'era secoli fa; e, trovandosi a poca distanza dal Porto Antico e dall'Acquario, potrebbe diventare anche un elemento di attrazione turistica. Tolte le scarpe, accoglieremmo chiunque voglia venire a visitare la moschea, spiegando cultura e religione islamica, offrendo il tè. Penso che potrebbe diventare davvero un elemento di attrazione per la città». Resta da chiarire un elemento non secondario: il minareto, che gli islamici genovesi hanno sempre rivendicato come elemento di identità, e che invece non potrebbe essere realizzato in piazza Cavour, visti i vincoli che esistono sulla struttura architettonica. sareste disposti a farne a meno? «Non sarebbe un problema», conferma Maiolese, che della questione ha già discusso con l'imam Husein Salah. E la Fondazione, sulla quale la sindaco vi sollecita a dare una risposta, a rischio di perdere la possibilità di fare la moschea? «È solo una questione di far sedere le persone intorno ad un tavolo, ma sarebbe assurdo, dopo otto anni di impegni e di battaglie, non farla per nostra responsabilità - ammette Maiolese - sarebbe un autogol senza senso. Ma non sarà così».

DONATELLA ALFONSO

 

 

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