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il Giornale

Giovedì 17 dicembre 2009

Prima banca

La fortuna di San Giorgio

di Vincenzo Matteucci*

Anche la terza lezione di Storia di Genova, nonostante il freddo siberiano, ha visto l’affluenza di notevole pubblico. Giuseppe Felloni ha intrattenuto l’attentissimo uditorio sulla storia del Banco di San Giorgio. Nel 1407 nasce il Banco di S. Giorgio, che è stata l’istituzione più caratterizzante della cultura e della civiltà ligure. In un unico ente, un po’ pubblico e un po’ privato, un po’ banca e un po’ finanziaria, un po’ Tesoro di Stato, vennero riuniti i diritti di credito dei privati nei confronti del Comune, poi Repubblica di Genova. Quando un credito riguardava un «servizio» completo ed omogeneo (come oggi potrebbe essere la «raccolta e smaltimento dei rifiuti»), prendeva il nome di «compera». Le «compere» vennero divise poi decimalmente in una sorta di «titoli frazionati» da 100 lire l’uno, chiamati «luoghi». Le «compere» ed i «luoghi» sostituirono spesso la moneta e potevano essere venduti, dati in garanzia o in pegno e cumulati, come oggi avviene per le azioni o per i titoli di Stato. Era come una vera e propria moderna Banca Centrale e nello stesso tempo Banca d’Affari, che «risolveva» tanti problemi della Repubblica di Genova: esazione di gabelle, monopolio del sale, tasse comunali, diritti doganali, ecc... «risolvendo» anche problemi di ... politica estera nei quali era meglio non fosse coinvolta «ufficialmente» la «Repubblica»: controllo e gestione della Corsica, dell’isola di Cipro, ecc... Cederà Pisa a Firenze ed acquisterà Sarzana, con un giro di circa 200.000 fiorini. Cederà Livorno a Firenze e quando si renderà conto che, di fronte all’invasione maomettana, dopo la caduta di Costantinopoli, armare delle navi da guerra per difendere le colonie è «fatica sprecata» e costerebbero di più di quello che renderebbero e richiederebbero il sacrificio di innumerevoli vite umane, in un concitato «Consiglio di Amministrazione», viene deciso di abbandonarle. Ma, mentre Venezia, con la caduta di Costantinopoli, entra in una crisi definitiva, Genova e la Liguria si «trasformano» in protagonisti della Finanza mondiale e continueranno a dominare e «condizionare» tutti i mercati finanziari europei e mondiali, alimentando una classe dirigente economica di veri e propri «protagonisti», manovrando capolavori di «ingegneria finanziaria» che, ancora oggi, sono di sconcertante modernità e saranno interlocutori incessanti di tutti i mercati, ritrovando la loro geniale «anima» punica! Non fu la banca d'Inghilterra il primo istituto finanziario al mondo, ma il Banco di San Giorgio (da un'intera pagina del «Financial Time»). Trafficavano con tutto il mondo ma, «riportavano» i loro guadagni nella loro Terra Ligure e Genova si arricchirà di quei stupendi palazzi che l’hanno poi fatta definire «Superba». Geniale anche il «rapporto» con la Riforma della Chiesa: sin dal 1200 se l’erano adattata a loro uso e consumo, senza scontri, senza rotture con la Chiesa, senza beghe dottrinali: i Genovesi ed i Liguri erano «abili» e «protagonisti», perché erano Uomini Liberi che avevano tutte le responsabilità, in uno Stato sovrano ed indipendente, ma leggero e non invadente, che si chiamava «Repubblica di Genova».

*Presidente Mil- Movimento indipendentista Ligure

 

 
 

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