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Il Giornale

Giovedì 20 aprile 2006


LA POLEMICA

Il destino della Liguria doveva essere quello della Svizzera

Vincenzo Matteucci*

 

Il Mil: «La nostra
regione non ha
scelto di far
parte dell’Italia
La guerra
l’ha solo subita»

Oltre che seguire con grande interesse il dibattito sull’identità ligure e sui diritti della Liguria a riavere l’indipendenza, sto leggendo anche il dibattito su «un riscatto che divide» che riguarda gli avvenimenti della guerra di liberazione e dell’armistizio dell’8 settembre.

Credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza sulle vere motivazioni che hanno costretto migliaia di liguri a combattersi fra di loro.

Lo spunto me lo ha dato il partigiano Giovanni Cavagnini con il suo intervento nel dibattito sull’identità ligure del 18 marzo, dal titolo «Niente guerra se fossimo stati indipendenti».

Gli odi e le polemiche che ancora si trascinano dietro ad una guerra partigiana, che alcuni vedono come «guerra di liberazione» ed altri come «tradimento», deve invece indurre la Liguria a ritrovare finalmente la sua unità, seppellendo una volta per tutte quella che è stata una vera e propria «violenza storica»: la popolazione ligure è stata costretta, con il sopruso e la sopraffazione, a seguire i destini dell’Italia.

Ormai non vi sono più dubbi: il destino della Liguria doveva essere esattamente uguale a quello della Svizzera che non ha fatto né le guerre mondiali, né quelle coloniali, né ha conosciuto una guerra di liberazione certamente fratricida.

La Liguria non ha scelto di entrare a far parte dell’Italia (con tutto quello che ne è conseguito!!!). È l’unica regione italiana alla quale non è stato fatto votare il plebiscito di annessione, né al regno di Sardegna, né a quello d’Italia.

Plebiscito che lo stesso presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi ha definito su «Il Secolo XIX» del 18 marzo 2004 «un momento fondamentale» nel processo storico dell’unità italiana.

Con un atto di violenza inaudito è stata costretta una Nazione-Stato (la Repubblica di Genova) che aveva tra i valori della sua civiltà proprio la scelta di non fare mai guerre di aggressione, ad entrare a far parte di uno stato dei Savoia dispotico e guerrafondaio.

È arrivato il momento che la Comunità ligure prenda atto di tutto questo e tutte le forze politiche veramente liguri mettano una pietra tombale sopra questa autentica «ferita storica» che i liguri non hanno né cercata, né voluta, ma è stata imposta con la violenza. Solamente così potremo tutti ritrovare concordia e pacificazione.

Altrimenti continueremo a dividerci (ed a «odiarci») per «colpe» che invece non hanno alcun colpevole ligure. Esattamente come l’Austria che è stata costretta da Hitler a seguire i destini della Germania.

Come l’Austria si è «liberata» dall’annessione con la Germania, la Liguria deve finalmente «liberarsi» dall’annessione funesta con l’Italia che le ha portato guerre mondiali, stupide guerre coloniali eun regime monarchico-fascista che l’ha costretta poi ad una «guerra fratricida».

*Presidente Mil
Movimento
Indipendentista Ligure

1943 Re Vittorio Emanuele III, seguito da alti ufficiali,
passa in rassegna una formazione del ricostruito esercito italiano

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