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La Stampa

Venerdì 14 gennaio 2005


IL MIL: DALLA PREISTORIA AI ROMANI, MA PARLIAMO ANCHE DEL 1815

«Una mostra sulla Civiltà ligure»


Lettera aperta ai sindaci e ai presidenti di Province e Regione

GENOVA

  Il «sisto» di bronzo
recuperato in
porto nel 1597 e
considerato uno
dei simboli di
Genova tanto da
essere raffigurato
nello stemma
ufficiale della città
Dall'annessione ai
Piemonte è
all'Armeria Reale
di Torino: in questi
giorni è tornato a
Genova per la
mostra sui Liguri
IL «sisto» romano depredato dai Savoia

Trasformare la mostra sugli antichi Liguri, in corso fino al 23 gennaio alla Commenda di Prè, in un'esposizione permanente dedicata alla «storia della Civiltà Ligure», estendendo il periodo in esame (oggi dalla preistoria alla conquista romana) fino al 1815, «quando il Congresso di Vienna, arbitrariamente ed illegittimamente, tolse 1'indipendenza a Genova e alla Liguria azzerando di fatto la civiltà ligure». È «politica» e provocatoria la proposta del Mil, il movimento indipendentista ligure presieduto da Vincenzo Matteucci, contenuta in una lettera aperta al governatore Biasotti, ai presidenti delle Province liguri, a parlamentari, consiglieri regionali e sindaci.

«Questa mostra è utilissima per recuperare le "radici" della civiltà ligure - spiegano Matteucci e Franco Bampi, segretario del Mil e studioso di cose liguri - se la mostra diventasse permanente, ed estesa all'ultima, drammatica fase di vita della Liguria indipendente, potrebbe essere tutto 1'anno meta di scolaresche e visitatori adulti, che potrebbero scoprire quale civiltà i romani prima, con la deportazione di intere popolazioni 1iguri "ribelli", e i Savoia dopo, con l'annessione senza plebiscito della Repubblica di Genova, hanno contribuito a cancellare». Tra i reperti in esposizione alla Commenda uno, in particolare, è per gli indipendentisti 1iguri da sempre simbolo di questa volontà colonizzatrice: il «sisto» di nave romana trovato nel Cinquecento nelle acque del porto di Genova, trasferito dopo l'annessione all'Armeria Reale di Torino e mai più restituito a Genova nonostante figuri addirittura nello stemma civico. Conclude Matteucci: «Come prima cosa proponiamo di prorogare la mostra almeno fino a Pasqua, poi si vedrà».

[m.r.] (Marco Raffa)

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