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E se i Savoia non c'entrassero niente?

Un'ipotesi sulle "code basse" dei grifoni reggistemma

di Franco Bampi

Genova, 11 giugno 2007

È noto, e ampiamente documentato in questa sezione del sito, che le RR. Patenti di Vittorio Emanuele del 23 gennaio 1816 assegnarono alla città di Genova il seguente stemma

il cui originale è conservato presso l'Istituto Mazziniano.

Lo stemma presenta due anomalie. Una è la corona comitale al posto di quella ducale: Angelo Boscassi ha ampiamente descritto la situazione e l'impegno profuso per far sormontare lo stemma di Genova dalla corona ducale, cosa che avvenne poi con le RR. Patenti di Umberto I del 19 dicembre 1897.

La seconda riguarda le code dei grifoni che sono rappresentate tra mezzo alle gambe "in segno di sottomissione o di perduta indipendenza", sottolinea Aldo Agosto.

Tuttavia, sempre all'Istituto Mazziniano, è conservata la seguente bandiera della Repubblica di Genova dell'anno 1796

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dove si vede chiaramente che la corona è quella reale (infatti nel 1796 la Repubblica di Genova era nel pieno dei suoi poteri), ma la coda dei grifoni è fra le gambe!

Si consideri ora la moneta da 96 lire nuove coniata nel 1796

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Anche qui i grifoni reggistemma hanno le code tra le gambe. Ma leggiamo quello che Giovanni Pesce e Giuseppe Felloni scrivono nel loro libro Le monete genovesi, Stringa Editore, Genova, 1975:

«Si conoscono due emissioni distinte dalle caratteristiche dello stemma: la prima, con la data del 1792 e con la successiva del 1793, con lo stemma vecchio; la seconda dal 1793 al 1797, con lo stemma nuovo. La differenza tra i due tipi sta nella mensola sulla quale poggia lo stemma detto nuovo, introdotta in un secondo tempo; inoltre in questo secondo tipo la raffigurazione dell'insieme e dei particolari appare stilisticamente più evoluta e moderna».

Ecco la spiegazione: la moneta qui raffigurata ha lo stemma nuovo!

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Alla luce di quanto ora documentato mi domando se ci fu davvero la volontà dei Savoia di umiliare Genova mettendo la code dei grifoni tra le gambe. Ricordo che Vittorio Emanuele era preoccupato della situazione genovese a lui potenzialmente ostile: ebbene "Volendo noi dare anche in ciò alla detta Città una prova della speciale Nostra benevolenza" (come si legge nelle RR. Patenti del 23 gennaio 1816) è credibile che ci fosse in lui la volontà di umiliare la Città?

Provo a proporre uno scenario diverso. Vittorio Emanuele decide di concedere lo stemma alla città di Genova sormontato dalla corona comitale, impropria sì, ma esplicitamente richiesta nella supplica su indicazione dell'Intendente "che potevasi dal Corpo di Città dimandare al Re la grazia di accordargli, che fosse dinotante Contea a somiglianza di quella di Torino". Stabilito quindi che Genova non superava Torino, il resto era di minor importanza. E allora il re sabaudo, magari proprio per accontentare i genovesi, potrebbe aver chiesto di accordare loro l'ultimo stemma adottato dalla Repubblica di Genova: e quello aveva proprio le code tra le gambe!

Concludo segnalando che, curiosamente, quando nel 1895 Angelo Boscassi cita le RR. Patenti del 23 gennaio 1816 (quelle che pongono le code dei grifoni tra le loro gambe) indica come stemma il seguente

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Boscassi 1895 RR. Pat 1897

in cui pone la punta delle code fuori dalle gambe esattamente come nello stemma poi concesso da Umberto I con le RR. Patenti del 19 dicembre 1897 che quindi Boscassi nel 1895 non poteva conoscere.

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