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Nel Consiglio Comunale successivo, tenutosi lunedì 17 marzo 1997, ho protestato formalmente per il voto contrario del sindaco Sansa. Riporto qui sotto la trascrizione della registrazione magnetofonica del mio intervento.

DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE BAMPI, AI SENSI DELL'ART. 38 - II COMMA - DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE IN MERITO ALL'ORDINE DEL GIORNO RELATIVO AL ROSTRO ROMANO, APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE NELLA SEDUTA DEL 10 MARZO 1997, CON VOTO CONTRARIO DEL SINDACO SANSA

BAMPI (POLO NORD)

Quanto il Sindaco tenga in conto gli ordini del giorno, ormai l'ho detto un numero enorme di volte, è stato stabilito in quella tragica riunione con i capigruppo di giovedì 6 giugno 1996.

Per la cronaca faccio presente che di riunioni di Capi gruppo con il Sindaco ce ne sono state tre: dalla prima fui cacciato fuori, nella seconda venne e ci fece una paternale, la terza, forse mediatore il Vice Sindaco Montaldo, si riuscì a terminare senza gravi incidenti.

Fatta questa premessa, segnalo che qualunque sia l'idea e il giudizio nel quale il Sindaco tiene in conto gli ordini del giorno, l'ordine del giorno rimane un atto politico, fondamentalmente un atto politico: non è sicuramente un atto amministrativo, non impegna più di tanto la Giunta, tant'è vero che forse l'unico atto che veramente ha impegnato la Giunta, è stato quello che la Giunta ha voluto recepire con la variante di salvaguardia, attribuendo poi al Consiglio Comunale con un ordine del giorno votato all'unanimità la responsabilità politica di questo. Quindi l'ordine del giorno è un atto politico, non ha altre finalità.

Mentre si discuteva del Padiglione del Mare, da fare eventualmente all'edificio Galata, ed era tardi e quindi mi sembra giusto riproporlo, perché la votazione risale alle 20:17, come risulta dal verbale ufficiale di votazione, bene, mentre si discuteva sul problema del Padiglione del Mare, il Polo, quindi io come Forza Italia e i consiglieri Bernabò Brea e Testori di Alleanza Nazionale, ritennero di indicare, segnalare l'opportunità di riavere il rostro romano che oggi è esposto all'armeria reale di Torino.

Questo rostro romano ha una storia che il Sindaco, in risposta, sintetizzò come quello della Secchia Rapita: questo Rostro romano è stato trovato nel 1597 nel Porto di Genova, e faccio presente, come brevissima nota, che Genova era alleata di Roma, quindi questo Rostro testimonia che di fronte a Genova sono avvenute le battaglie romane; ricordo che Genova circa nel 230 avanti Cristo [in realtà nel 205 a.C., ndr]ebbe un saccheggio da parte di Magone, cartaginese, proprio per la sua fedeltà a Roma.

Alcuni etimologisti, magari in maniera non proprio seria, attribuiscono proprio al nome di Magone la parola magone, "u magon". Questo rostro testimonia anche di questa romanità che Genova in qualche misura ha avuto.

Questo rostro significativamente compare alla base dello stemma, essendo questo rostro fatto a forma di cinghiale, se voi guardate la base dello stemma, sotto i due grifoni reggi stemma vi è un piedistallo, al centro c'è una conchiglia, e lateralmente queste due teste di cinghiale che sono esattamente questo rostro romano bronzeo, che credo per lungo tempo sia stato esposto con lapide al Palazzo dell'Ammiragliato che oggi non esiste più, poi dai Savoia preso e portato all'armeria reale.

Io, per evitare ogni questione, dissi che assolutamente non intendevo fare la guerra a Torino; chiesi e chiedemmo con questo ordine del giorno che un oggetto che fa parte a pieno titolo della storia genovese, che addirittura compare nello stemma della sua città, potesse essere esposto in maniera permanente a Genova, con qualunque sistema: troviamo un modo, una riallocazione, qualsiasi cosa. Mi pareva fosse un impegno politico serio che questa amministrazione potesse adottare, tant'è vero che, e questo bisogna riconoscerlo, l'assessore Meriana disse che, nonostante vedesse molte e grandi difficoltà, si poteva però cercare di ottenere qualcosa, almeno dare un segnale politico.

Quando ci fu la votazione mi accorsi, guardando il cartellone, che il Sindaco aveva votato contro; lo sollecitai dicendogli: "Ma Sindaco, ha votato contro!" perché il fatto che il Sindaco della città votasse contro a un atto teso a far sì che Genova potesse ritornare in possesso almeno espositivo di un suo simbolo che compare nello stemma, mi è parsa una cosa enorme! Il Sindaco, con dileggio, mi disse: "Consigliere Bampi, c'è una sottile questione giuridica che le risparmio".

Non c'è niente di male se il Sindaco scherza con il consigliere Bampi: il consigliere Bampi ama lo scherzo e ama talvolta scherzare, ma io credevo che fosse diverso scherzare con la città.

Se la città ha nel suo stemma un rostro romano, qualche significato lo avrà, e mi sembrava che il Sindaco, anche se la proposta viene dal Polo, potesse politicamente dare un segnale che la città viene prima di tutto.

Ricordo qui ai consiglieri, e lo ricordo perché credo di essere stato l'unico consigliere che in Consiglio Comunale si è sempre, senza eccezione, dichiarato orgoglioso di vedere il nostro Sindaco sulle reti nazionali portare avanti il nome di Genova. Ho anche citato che probabilmente sono stato l'unico a vederlo alle 7 e mezza di mattina a "Uno Mattina", e io ho sempre citato con orgoglio, pur essendo un avversario di questo Sindaco e di questa Giunta, il fatto che questo Sindaco andasse a rappresentare Genova in sede nazionale, e semmai mi sono lamentato del fatto che l'ha rappresentata poco. Ma Genova viene prima del Sindaco e della divisione dei partiti.

Ecco, io sono rimasto veramente costernato ad avere visto che il Sindaco ha votato contro a questo atto, con i1 quale Genova chiedeva persino debolmente di venire in possesso di un suo simbolo per esporlo in un museo che, secondo i proponenti deve essere anche un museo prestigioso, e i proponenti sono il PDS, tant'è vero che devo segnalare che a questo ordine del giorno praticamente hanno votato favorevolmente quasi tutti. Alcuni consiglieri, non sapendo forse cosa votavano, hanno votato contro, ma il Sindaco l'ho ripreso esplicitamente perché ritenevo importante votare. Il fatto che il Sindaco non abbia cambiato il suo voto, devo dire che purtroppo mi umilia un po' come genovese, perché devo dire che sono rappresentato da un Sindaco che non vuole che Genova ritorni legittimamente in possesso dei simboli che erano suoi, che le sono stati tolti.

Di questo, dico la verità, mi dispiace molto

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