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IL SECOLO XIX
Fondato nel 1886

Martedì 11 gennaio 2000

L'INTERVISTA

Biasotti a Palazzo Chigi:
“Obiettivo centrato”

Roma. “Obiettivo centrato: dopo tre mesi e mezzo d'attesa, una delegazione della Regione sarà finalmente ricevuta a palazzo Chigi per discutere il capitolo aperto dei fondi comunitari". Con un piede sulla scaletta dell'aereo che lo sta riportando a Genova, l'aspirante presidente Sandro Biasotti non nasconde una certa euforia: “Sono soddisfatto. Ce l'abbiamo fatta“.
     È contento, Biasotti, al termine di una giornata iniziata molto presto sul volo Genova Roma, proseguita nella Capitale, davanti al portone principale di palazzo Chigi, in attesa di essere ricevuto, per avere qualche assicurazione sul tema che lo assilla: quale fine faranno i 360 miliardi di stanziamenti Ue che la Liguria rischia di perdere?
E già: che fine faranno? “Guardi, siamo ancora in tempo per non perdere il treno. Il vertice di giovedì a palazzo Chigi sarà un primo passo, servirà a rimettere in moto le procedure necessarie a sbloccare i fondi. Questo dopo mesi di immobilismo da parte della Regione”, s'infervora Biasotti.
     Da neofita della politica, l'imprenditore che aspira scalzare il navigato Giancarlo Mori dallo scranno più alto della Regione si mostra soddisfatto per questa piccola battaglia combattuta e vinta in solitudine, anche se può apparire donchisciortesca la sua pacifica protesta sotto le finestre di Massimo D'Alema peratro assente, in viaggio verso la Grecia).
     “Non mi sono messo a fare tanti calcoli. Sono venuto a Roma e qualcosa si è mosso. Sono stato ricevuto e mi è stata comunicata la data in calendario: le 9,30 di giovedì. Mi pare una cosa positiva”. E così dopodornani un'ampia delegazione, guidata da Mori, discuterà finalmente di una questione, che riguarda tutti i liguri e chi vincerà la corsa per governare il palazzo di via Fieschi.
     Senta, Biasotti, ma perché le sta così a cuore la faccenda dei fondi Ue, che rischia di essere la classica "patata bollente" nelle mani di Mori e di chi non ha attivato per tempo le procedure?
     “Un passo indietro e qualche cifra: in ballo ci sono 360 miliardi di finanziamenti dell'Unione europea, che possono attivare 2 mila 500 - 3 mila miliardi d'investimenti e circa 9 mila posti di lavoro.
     Si tratta di soldi destinati alle Regioni svantaggiate: sollecitato dall'Ue più volte, il governo italiano ha fatto la “mappatura" delle zone in ritardo. La Regione, tra un rinvio e una crisi di governo, non è stata ancora ricevuta.
     E ora gli stanziamenti sono a rischio...”.
     Ma ci sono ancora margini per riprendere il controllo della situazione?
     “I tempi sono strettissimi. La Ue ha fissato il 17 gennaio come termine di scadenza per chiudere le procedure. 
     Trieste era in una situazione simile, poi si è mosso Illy ed hanno ottenuto una deroga. Noi siamo in deciso ritardo: Mori non è riuscito a farsi ricevere da D'AIema per chiarire i criteri usati dal Tesoro nella "mappatura', degli stanziamenti...”.
     Lei è il candidato che sfiderà Mori per conto dei Polo, non è un politico di professione, fa l'imprenditore... Insomma: crede a un possibile effetto Guazzaloga anche il Liguria?
     "Perché no? lo sono un indipendente, che non ha mai avuto rapporti particolari coli i partiti ma è stato indicato all'unanimità dal Polo mentre il centro-sinistra ha partorito un topolino ...".
     Crescono le polemiche sui referendum sociali: nella doppia veste di imprenditore e candidato del centro-destra cosa pensa dei quesiti che più fanno infuriare i sindacati, a cominciare da quello sui licenziamenti?
     “La mancanza di flessibilità è un ostacolo per la ripresa, come dimostrano gli Usa, ma anche Spagna e Irlanda.
     Quanto ai sindacati difendono il loro ruolo più che i presunti diritti minacciati dei lavoratori. Sa quale sarà il mio slogan elettorale? “La forza del lavoro". Il lavoro lo creano le imprese e non i sindacati...”

Michele Lombardi

  

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