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IL SECOLO XIX
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Giovedì 23 dicembre 1999

Debutto dell'uomo del Polo per la Regione

Biasotti: "tanto da dare niente da prendere"

E cita Kennedy, come Veltroni


Quello di Sandro Biasotti è il
ritratto di un imprenditore di
successo molto sicuro di sé ed
ottimista. Non crede ai sondaggi
della sinistra che lo danno già in
testa: "Ora no, ma ci sarò al
momento giusto"


Genova. Pare che a Silvio Berlusconi non piacciano le barbe ma evidentemente per Sandro Biasotti, candidato del Polo alle prossime elezioni regionali, ha fatto un'eccezione. Anche perché per il resto Biasotti sembra uscito dal rnanuale del perfetto candidato di centro destra: giovane ma con esperienza (ha 51 anni ed è già nonno), imprenditore di successo (ha creato quasi dal nulla un piccolo impero nei settore portuale), elegante ma senza strafare e coli il culto del lavoro e dell'intrapresa.
     “Tutto quanto possiedo è frutto dei lavoro o, quello di mio padre, poi mio e della mia famiglia. Ho avuto successo come imprenditore. Oggi trovo giusto dedicare energie alla mia terra”. Ha spiegato così, con un pizzico di emozione comprensibile in un esordiente della politica, le ragioni dei suo impegno autopresentandosi ieri alla stampa nel corso di un incontro allo Starhotel, a cui hanno partecipato anche gli scafati ( e attentissimi) dirigenti dei partiti che lo appoggeranno: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Ccd, Cdu e Liguria Nuova.
     Cita Kennedy (proprio il presidente preferito da Veltroni!) per dare respiro e forza alla sua visione liberal‑democratica ma anche lanciare il segnale dello stile con cui sarà caratterizzata la sua campagna elettorale, Sorrisi accattivanti, discorsi diretti, niente politichese e massima trasparenza, anche sui fatturati: oltre cento miliardi dalla società di trasporti ereditata dal padre e poi ceduta prima di entrare nel settore dei concessionari d'auto, quattro società con un giro d'affari superiore ai 150 miliardi. “Sono il maggiore di quattro fratelli, sono nato nel centro storico di Genova - ha raccontato Biasotti - la mia famiglia ha origini contadine. D'inverno andavo a scuola e d'estate fino a 15 anni passavo quattro mesi al paese ad aiutare i parenti”. Poi, una carriera in ascesa come imprenditore. La scelta di entrare in politica la spiega come un mix di ambizione e senso civico. Dal momento che le cose non vanno - ha spiegato - mi sono posto la stessa domanda che Kennedy rese famosa per il suo paese: non tanto cosa deve o cosa dovrebbe fare la Regione Liguria per me, ma cosa posso fare io per la mia terra?”
“Non ho nulla da prendere - ha sottolineato il candidato dei centrodestra - ma ho molto da dare: il mio lavoro, la mia esperienza, le mie energie, il mio entusiasmo la mia voglia di fare”. Biasotti snocciola poi i pregi che si riconosce in quanto “non politico" e candidato indipendente: “non ho la presunzione di sapere tutto, non ho il cinismo di chi ha visto tutto e non crede più in niente; ho invece l'ingenuità di chi crede che si possa migliorare, cambiare costruire". Insomma il ritratto di un vero self made man che bada alla concretezza e che annuncia che discuterà il suo programma “con tutti quelli che lo vorranno fare senza pregiudiziali” ma che si dichiara “incompatibile” con i socialisti di Gianni De Michelis. Biasotti marca la sua differenza anche per la scarsa fiducia nei sondaggi: “Non ne ho fatti, al contrario della sinistra che ci dà in vantaggio. Ma non è vero, oggi non siamo in testa ma lo saremo al momento giusto"

Giuliano Galletta

 

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