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Il Secolo XIX Mercoledì 7 novembre 2001
LETTERA DEL GIORNO

Ho letto la lettera aperta dei rappresentanti dei Comitati civici del Centro storico di Genova al questore a proposito degli extracomunitari ed avranno probabilmente le loro ragioni, ma vorrei sottoporre alla sua attenzione e, se possibile, a quella dei lettori, un problema più generale, di civiltà e di solidarietà.

Secondo i dati della Caritas, ci sono in Italia 1.700.000 extracomunitari in regola e circa 300.000 senza permesso di soggiorno. Il problema è costituito da quest'ultimi, che in parte sono in attesa di permesso e in parte cercano di sottrarsi, per paura, ad ogni rapporto con le strutture dello Stato e di assistenza, però, nella stragrande maggioranza, chiedono di poter lavorare. Poiché è impensabile espellere o rimpatriare tutti questi extracomunitari, molti dei quali sono in Italia da qualche anno, non rimane che integrarli nel miglior modo possibile, e ciò è anche nel nostro interesse, offrendo loro, almeno, la possibilità di cercare un lavoro con il permesso di soggiorno. Senza questo permesso, è impossibile trovare un lavoro in regola, ma anche un'abitazione, per cui si costringono queste persone al lavoro nero, alla ricerca di un riparo notturno spesso fatiscente, talvolta ad azioni delittuose e comunque ad una vita bestiale.

Quindi, la condizione minima per l'integrazione e per una convivenza civile è il permesso di soggiorno, e se si vuole che non ci sia una competizione al ribasso fra gli extracomunitari e i lavoratori italiani, si debbono garantire a tutti i diritti conquistati dai lavoratori con le lotte operaie dopo la guerra, messi in pericolo oggi dalle politiche neoliberiste.

Concludo con una considerazione banale che spesso dimentichiamo e cioè che noi, in quanto uomini e donne occidentali, non siamo né migliori né diversi rispetto agli extracomunitari, ma solo più fortunati. E a questo proposito ricordo il bel film di Amelio, "Lamerica ", in cui un imprenditore italiano un po' imbroglione interpretato da Lo Verso, quando si trova in Albania privato del passaporto e dei soldi diventa in tutto uguale, sia nel corpo sia nella mente, agli albanesi che cercano fortuna in Italia.

Bono Ireo
Savona

Caro lettore, il suo è un pensiero, di questi tempi, più che coraggioso. I disoccupati italiani, certo, non la pensano così. Il problema, ora che abbiamo lasciato entrare in Italia milioni di extracomunitari, è quello di non farli scivolare nella delinquenza. Per questo, con il coraggio della civiltà e della solidarietà, occorre pensare ad un lavoro in regola, ad un'abitazione, al relativo permesso di soggiorno. Credo che molti cittadini, considerate le lettere che riceviamo, non saranno d'accordo. Ma qualche passo avanti bisogna pur farlo. Anche perché le nostre forze dell'ordine sembrano impotenti a combattere furti, scippi, rapine, spaccio di droga. E nessun cittadino, dopo il "coprifuoco" delle ore 20-21, oserebbe avventurarsi nei vicoli del nostro meraviglioso centro storico. Il dibattito è aperto.


Il Secolo XIX Domenica 4 novembre 2001
LETTERE

Lettera aperta al Questore di Genova

Egregio dottor Fioriolli, abbiamo notato con soddisfazione la cura e l'impegno con cui lei persegue quanto promesso al momento del suo insediamento come questore di Genova. Sappiamo che in una città come la nostra, sempre preda di proposte alternative e mai concludenti, non è facile svolgere il compito che a tutela della sicurezza pubblica lei si è prefissato.

L'allontanamento dal territorio genovese di elementi delinquenziali per ubicarli in strutture che li trattengano fino al momento del rimpatrio, è stato visto da alcuni mal informati ben pensanti come coercizione ed esercizio di autoritarismo, mentre per la stragrande maggioranza silenziosa di cittadini genovesi, che pagano sulla loro pelle quotidianamente la trasformazione della democrazia in demagogia, così non è, anzi la sua decisa e corretta applicazione delle leggi è vista come quella tutela dei diritti primari dei cittadini che la nostra Costituzione ci garantisce.

La ringraziamo per quanto ha fatto e quanto farà, e ci aguriamo che lei possa continuare sulla strada intrapresa, anche se le strutture necessarie a facilitarle il compito sono di competenza del Comune di Genova, il quale finora si è ben guardato dal realizzarle, benché dalla stessa legge siano previste.

i Comitati
del Centro storico genovese
Cesare Simonetti
Rita Paglia
Fiorella Merello Guarnero

Genova

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