Politica e cronaca nera
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Il Secolo XIX Martedì 8 maggio 2001
LETTERE
RISPONDE Luisa Forti

Di recente a Genova, in pieno giorno, un poliziotto in borghese a passeggio con la moglie in via XX Settembre è stato aggredito e mandato all'ospedale da una banda di giovanissimi magrebini che vendevano fiori. A uno di noi è capitato di essere derubato del portafoglio da uno di questi "poveri ragazzini".

E così la lista dei crimini commessi dagli extracomunitari si allunga ogni giorno, tra albanesi schiavisti e sfruttatori di donne, tra magrebini spacciatori, tra le bande di nigeriani che gestiscono la prostituzione di colore, tra assalti, prepotenze, risse, rapine e prevaricazioni di ogni genere, ci stiamo ormai assuefacendo a un nuovo stile di vita che ci vede inevitabilmente vittime, e come dicono a Napoli, cornuti e mazziati. E non si può neppure protestare, non ci si deve lamentare: l'accusa di razzista è bell'e pronta per tutti gli incauti che provano a dire le cose come stanno. E già, perché i colpevoli non si trovano mai, e se si trovano vengono scarcerati dopo due giorni se non prima. Sarebbe questo "l'arricchimento" che i cantori dell'immigrazione ci decantano ogni giorno?

Vorrei segnalare due libriccini, entrambi di autori di sinistra: uno è formai famoso (ma la lobby antirazzista preferisce ignorarlo) "Immigrazione e criminalità in Italia" di Marzio Barbagli, e il recentissimo "Non sulle mie scale" di Italo Fontana. Sono letture illuminanti che fanno giustizia di tanta retorica pseudo anti razzista e, finalmente, dicono la verità. Nessun razzismo: solo una presa d'atto di come stiano veramente le cose in Italia e che rischi terribili stiamo correndo.

D'altronde nessun problema è stato mai risolto ficcando la testa nella sabbia come gli struzzi, e se vogliamo sul serio evitare di cadere nella barbarie bisogna cominciare una volta per tutte ad ammettere certe scomode realtà. Come quella che non è lecito, né giusto, né morale, né intelligente accettare indiscriminatamente immigrati che non hanno alcun titolo a restare in Italia. Nell'interesse - prima ancora che degli italiani - dei tanti, tantissimi immigrati onesti che sono venuti qui da noi in cerca di un destino migliore.

Cesare Simonetti,
Fiorella Merello Guarnero,
Rita Paglia

Genova

Non mi convincono le perorazioni politiche che cercano giustificazioni nella cronaca nera. Lasciatevelo dire da una giornalista. Perché posso fare una lunga lista di crimini commessi da "comunitari" in Italia o da italiani nei Paesi extracomunitari.

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