Extracomunitari: diploma valido
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Il Secolo XIX Sabato 5 maggio 2001
la Sentenza/1

Il diploma è uguale per tutti
anche se sono extracomunitari

Genova. Il cittadino straniero residente in Italia, laureato o diplomato nel nostro Paese, ha gli stessi diritti - in campo lavorativo - di tutti i cittadini italiani. Anche nel settore pubblico. Lo ha stabilito il Tar bocciando l'esclusione da un concorso di un giovane infermiere maghrebino, da 13 anni residente in Italia e diplomato alla scuola infermieri dell'ospedale Galliera. E una sentenza innovativa perché apre agli stranieri (in possesso dei requisiti) i concorsi pubblici di ogni settore: scuola, forze dell'ordine, magistratura, enti locali.

A bocciare Rehhal Oudghough, 33 anni, era stata (curiosamente) un'opera "Pia": la Devoto Marini Sivori di Lavagna. Rehhal aveva presentato la domanda per partecipare a un concorso (il terzo della serie) per l'assunzione di un infermiere professionale dopo avere già lavorato con un contratto a termine all'Istituto Chiossone di Genova. Ma non era stato ammesso. Perché extracomunitario. Quindi non cittadino. Rehhal che è anche componente dell'associazione "Città Aperta", non si è perso d'animo. Il suo caso è prima sbarcato in parlamento, poi c'è stato il ricorso al Tar Ligure con l'avvocato genovese Roberto Faure. Il Tar gli ha dato ragione. La legge del '98, hanno osservato i giudici, sancisce i diritti dei lavoratori e dei cittadini stranieri in Italia «stabilendo la piena parità di trattamento e l'eguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani». I giudici liguri (presidente Santo Balba, Raffaele Prosperi e Giuseppe Sapone) hanno poi evidenziato: «Non si vede quale interesse fondamentale e inderogabile della collettività possa essere leso dal consentire la partecipazione dello straniero a pubblici concorsi per la copertura di posti che, per esplicita previsione, non possono essere riservati in via esclusiva a cittadini italiani». La conclusione è ulteriormente chiarificatrice: «il tribunale osserva che la preclusione in questione risulta essere ancora più ingiustificata con riferimento all'attuale fase normativa in cui si assiste ad un'estesa privatizzazione del rapporto di pubblico impiego».

Soddisfatto Rehhal: «È una sentenza importante - ha detto - apre la possibilità a tutti gli stranieri diplomati o laureati in Italia di accedere agli impieghi più qualificati anche nel settore pubblico».

Marcello Zinola

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