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Il signor Antonio Fioravanti ha deciso, di sua autonoma iniziativa, di scrivere alcune lettere a sostegno della Premessa Storica, lettere che poi ha fatto pervenire al M.I.L. che qui, con il suo consenso, le riproduce.

[ Lettera ai quotidiani ] [ Lettera ai Consiglieri e Assessori regionali ]


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Genova, 16 luglio 2004

Egregi Signori Direttori dei quotidiani

> “IL GIORNALE”
> “IL SECOLO XIX”
> “LA GAZZETTA DEL LUNEDI’”
> “LA REPUBBLICA”
Loro Sedi - Genova

 

Indubbiamente lor Signori sono a conoscenza dell’esistenza a Genova di una Organizzazione dalla sigla M.I.L. (Movimento Indipendentista Ligure) della quale Fondatori, Soci, aderenti e simpatizzanti da anni auspicano il riconoscimento ed il sostegno da parte della Stampa, almeno quella cittadina!, ai valori che l’Organizzazione stessa proclama e domanda: il rispetto della indipendenza (non della “separazione”!) della Liguria a fronte di certi atteggiamenti del Governo Centrale.

Questa mia lettera ha attinenza a quanto sopra affermo, ed essa sarebbe quasi inutile se non si presentasse, oggi, il caso del sempre più conclamato “federalismo” che il Governo italiano intende attuare.

Ogni Regione sta stilando il proprio Statuto ed anche la nostra sta compiendo questa operazione.

Avendo avuto la felice opportunità di riscontrare la genovesità del nostro Governatore, Sig. Sandro Biasotti, genovesità che so non esprimersi esclusivamente nella difesa del nostro pesto, ma che si volge anche a ben altre importantissime realtà del territorio, confido e sarei davvero contento se lor Signori, a mezzo della potenza diffusiva, oltre che incidente, propria degli organi di stampa, volessero invitare l’intero Consiglio Regionale, i cui componenti ne fanno parte perché ELETTI DAL POPOLO, e se davvero civili (da civis) e democratici come spessissimo sento proclamare, non dovrebbero dimenticarlo mai!, a tener conto delle opinioni e delle preferenze dei cittadini genovesi e liguri, anziché di quelle espresse dai Capi nazionali che liguri non sono, o di quelli locali dei vari Partiti di loro appartenenza.

Sì, perché qui si tratta delle Leggi che riguardano esclusivamente la Liguria e non le altre Regioni.

Pertanto sarebbe opportuno, a mio modesto parere, che nello Statuto regionale venisse inserita la “premessa” sostenuta dal suddetto M.I.L., di cui copia è stata SICURAMENTE inviata alla Regione e agli altri Enti pubblici, -penso lo sia stata anche alle Direzioni dei Loro quotidiani-, premessa che è tratta da una mozione del Consiglio Provinciale di Genova del 9 aprile 2002.

A titolo informativo, o di aggiornamento, dirò che sono già ben 14 i Comuni della Provincia a sostenerla, insieme ad una Comunità Montana, ad oltre mille cittadini firmatari della petizione “ad hoc”, alla 3^ Circoscrizione del Comune di Genova – Alta Val Bisagno (costituita da circa 83.000 abitanti) e, in ultimo per tempo, ma non per importanza, dalla 2^ Circoscrizione Centro-Ovest (S. Teodoro – Sampierdarena) con decisione votata nella sua riunione del 14 luglio c.a.
(per un più preciso aggiornamento vogliano rivolgersi, su Internet, a www.mil2002.org come faccio io quando desidero avere notizie non inquinate).

Mi permetto quanto precede perché CREDO nella democrazia e perché sono convinto della correttezza di lor Signori i quali, fra l’altro hanno il compito di informare i lettori di quanto è desiderato, proposto, attuato a beneficio della nostra Regione e dei suoi abitanti. Conseguentemente sarei grato (parlo a nome anche di altri cittadini amici miei) se anche i quotidiani da Loro diretti prendessero nel merito posizione ovviamente affermativa (se no che giornali liguri sarebbero? Anche se a tiratura nazionale son pur sempre liguri, no?) sollecitando il Consiglio Regionale ad inserire nel redigendo Statuto la premessa di cui.

Per inciso: desidero precisare che non sono socio del M.I.L., né di altre simili Sodalizi, né di alcun Partito politico ma che sono soltanto un genovese che ci tiene alla autonomia della terra propria e dei suoi antenati, che l’hanno conquistata e mantenuta nei secoli!

Ringrazio e porgo distinti saluti.

Antonio Piero Fioravanti   


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Genova, 19 luglio 2004

Ai Sigg. Membri del
CONSIGLIO DELLA REGIONE LIGURIA
Piazza De Ferrari
16121 Genova

Onorevoli Signori Consiglieri,

Sono un cittadino genovese, nato in una modesta famiglia operaia genovese, con avi genovesi, nei miei anni giovanili operaio io stesso, poi insegnante di ruolo per circa 38 anni, decorato di medaglia di bronzo al Merito Scolastico, che ha qualcosa da dire Loro.

Mi disturba e addolora molto il fatto di sapere che le Loro Signorie non sono sempre d’accordo manifestando ciò con diatribe, talora anche per motivi senza importanza per la REGIONE, mentre questa (cioè i cittadini) “pende” dalle loro labbra per sapere se finalmente riuscirà o no ad ottenere leggi, decreti e quant’altro in tempi ragionevoli, finalizzati al vero vantaggio dei LIGURI e non dei Partiti politici di qualunque “colore” essi siano.

Sì, perché Lor Signori si trovano nella “Sala Verde” in quanto eletti dal popolo Ligure, ossia dalla gente, dalle persone, la maggior parte delle quali non aderisce a nessun Partito politico e neppure ci pensa, ma che quando vota si basa sul valore dell’individuo e non sulla “corrente” cui quello aderisce.

Con questo intendo significare che esso, popolo, è stanco di aspettare e di vedere deluse le sue speranze da un governo, nel suo complesso, non sempre efficiente, non sempre teso al bene dei cittadini (liguri); quando per “efficiente” si intende “concreto, rapido, positivo” nei compiti di sua spettanza:
- concreto: perché provvedente nella pratica attuazione di Leggi, Decreti e quant’altro;
- rapido: perché il tempo scorre, gli emolumenti pure e, se non vengono partoriti provvedimenti validi, sono soldi dei cittadini buttati al vento;
- positivo: perché non serve (alla cittadinanza) chi stia in Consiglio se non produce qualcosa di davvero utile!

Probabilmente lor Signori, che vivono nelle “alte sfere” o nella media borghesia e non immersi nel “popolino”, intendo quello umile, grigio, appiattito dalle banalità, dalle fatiche, dagli stenti quotidiani per far quadrare il bilancio e per poter “alzare un po’ la testa”, per solito purtroppo non visto né ascoltato, che desidera rispetto per le proprie idee, - probabilmente, ripeto - ritengono che tutto debba essere così com’è: “normale”. E, invece, no: il popolo va ascoltato perché è quello che elegge coloro che si offrono (quindi non sono obbligati!) a rappresentarlo.

Queste sono considerazioni che valgono anche per riflettere su quanto segue.

Non è che io m’interessi assiduamente ai lavori consiliari, ma mi sembra di non sbagliare asserendo che sia ancora in ballo la questione della premessa allo Statuto della Regione.

Mi sia concessa una digressione: a quanto ne so il Consiglio Provinciale di Genova aveva deliberato con voto favorevole, il 9 aprile 2002 (più di un anno fa!) una mozione che terminava con l’auspicio che “i sopraindicati principi e valori storici vengano riconosciuti ed enunciati nel redigendo statuto della Regione Liguria.”

Non mi è chiaro, e non solo a me, il perchè l’inserimento di questi “principi e valori storici” sia divenuto oggetto di contrasto e di turbativa in seno al Consiglio.

Voglio sperare, e me lo auguro, che chi è contrario a detto inserimento non sia di ceppo ligure, perché diversamente non capirei dei Liguri che bocciano un riferimento (ossia tradiscono) alla storia della loro terra! Sarebbe assurdo! O, forse, la maggioranza dei Membri del Consiglio non è di ascendenza Ligure? Oppure gli stessi sono legati a doppio filo ai Partiti politici di appartenenza? Mah! E’ un interrogativo da chiarire. Comunque il tempo, che è galantuomo, metterà le cose in luce ed allora se ne potrà riparlare a tempo debito.

Ad ogni modo la mia domanda è la seguente: - Egregi Signori, vogliamo - come diceva il compianto genovesissimo armatore e industriale Andrea Costa ai suoi collaboratori, “mettise a raxiunà cun un po’ de bun sensu?” (anche se comprensibile traduco in lingua italiana: “metterci a ragionare con un po’ di buosenso? (che in quel contesto equivaleva anche a “”buona volontà?””).

Vogliamo il bene della Liguria e dei liguri, o no? Vogliamo ascoltare anche, e soprattutto, i ‘desiderata’ del popolino o quelli del Partito? Non si può tenere il piede in due scarpe: è lapalissiano! Dunque, decidiamoci: o dentro, o fuori! Senza perdere tempo perché a mio parere se n’è già perso abbastanza!

Prego vivamente il Signor Sandro Biasotti, che ha dimostrato più volte di essere ben ancorato con il cuore e la mente alla Liguria, che è onorevole Presidente e meritorio Governatore di questa striscia di terra ricca di un passato laborioso e glorioso, a interporre i suoi buoni uffici presso i signori Consilieri perché vengano accolti i voti miei e di tutti quei concittadini e corregionali di cui conosco il pensiero e che è chiaramente espresso dal M.I.L.: inserire nello Statuto della Regione quanto è fissato nella delibera votata dal Consiglio Provinciale in data 9 aprile 2002.

Spero, ringrazio, ossequio e auguro un (davvero) buono. e proficuo lavoro.

Antonio Piero Fioravanti   

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