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dicembre 2002


C'è chi ancora pensa che l'annessione al Regno Sabaudo
fu una delle peggiori sventure per il popolo ligure

Con la Repubblica di Genova
nel cuore

di Lucia Tartaglia

Nell'era dell'Europa unita, della moneta unica e dell'abbattimento delle frontiere, c'è un interrogativo che sembra ricadere non solo su una certa parte dei genovesi ma anche di tutti i liguri. Il problema dell'indipendenza regionale è ancora sentito? Oppure una simile ipotesi deve essere considerata una semplice utopia, un sogno romantico cui tendono i "laudator temporis acti", ossia coloro che pensano con nostalgia ai bei tempi andati. Quando Genova era forte e autonoma nello scenario politico internazionale.

      
Arnaldo Bagnasco direttore di Palazzo Ducale
 
 

Punta al riconoscimento della Repubblica Federale Ligure il M.I.L. - il Movimento Indipendentista Ligure - coordinato da Vincenzo Matteucci e Franco Bampi, rispettivamente nei ruoli di presidente e di segretario generale del Movimento, che raduna sotto i suoi vessilli un buon numero di simpatizzanti ma respinge con durezza l'accusa di secessionismo. "Noi - specifica Bampi, docente presso l'Ateneo Genovese alla Facoltà di Ingegneria - non siamo per la secessione. L'Italia, lo dice anche la Costituzione, è una e indivisibile. Noi vogliamo solo rivendicare i nostri diritti che si richiamano al Congresso di Vienna quando, con un abuso di potere, la Liguria venne annessa al Regno Sabaudo. L'annessione non fu mai sottoposta a ratifica del Popolo Ligure. A differenza di altre popolazioni che, invece, furono chiamate ad esprimersi mediante plebiscito." Secondo Franco Bampi, dunque, la Liguria non avrebbe mai fatto parte, per lo meno in modo consensuale, del Regno d'Italia e dunque la loro posizione non sarebbe secessionista.

E l'Unione Europea? Chiedere l'indipendenza della Liguria significa non riconoscere o, meglio, ostacolare l'attuale realtà europea? Invece Bampi spiazzando e sorprendendo i suoi interlocutori chiarisce che proprio grazie alla accresciuta comunità di stati, oggi, è possibile aprire un dibattito per ottenere l'indipendenza. "L'Europa che ha accolto come stati sovrani Malta e Cipro, non dovrebbe ostacolare la richiesta di Genova che è stata Repubblica per ben 700 anni". Il Mil, infatti, chiede l'autonomia di Genova in nome del diritto dell'autodeterminazione dei popoli, secondo il quale ogni popolo può chiedere di autogestirsi.

C'è chi tutto questo lo vede come un sogno utopistico, chi forse non conosce bene la realtà dei fatti e chi non trova la cosa interessante, per lo meno non al punto ' storico in cui ci troviamo ora. "Forse - azzarda Alessandro Zamponi che, così come Bampi, si occupa appassionatamente delle questioni che riguardano la nostra piccola striscia di terra - la proposta della costituzione di un porto franco troverebbe maggior consenso. Il nostro errore - spiega - è stato quello di lasciare l'autorità portuale che ci permetteva di emanare leggi con valore statale". E chissà che non abbia ragione, visto che il modello al quale s'ispirano gli indipendentisti è Singapore, moderna repubblica, che basa la sua economia sulle basi logistiche che gestisce in tutto il mondo. "Del resto - prosegue Zamponi - condivido il principio di rivendicazione dei diritti storici ma è necessario tenere conto della nostra ormai totale dipendenza dallo Stato, sia dal punto di vista culturale che economico".

A proposito dell'utopistica rivendicazione dell'indipendenza della Repubblica di Genova, Arnaldo Bagnasco, direttore di Palazzo Ducale, dice: "Questo analizzare i motivi dell'indipendenza ligure è un modo di rafforzare la propria identità attraverso lo studio degli eventi storici che spesso la gente ignora. Condivido dunque la passione indipendentista che risveglia la storia e la memoria della città, la curiosità delle persone intelligenti. Quello che non condivido è il fanatismo. Sul fronte politico, non penso che la cosa abbia un senso."

     
  Franco Bampi segretario generale del Movimento Indipendentista Ligure
 

Il Movimento, sostengono i suoi coordinatori, non vuole collocarsi da nessuna parte né avere un colore e si limiterebbe ad appoggiare i diversi schieramenti politici, secondo le 'battaglie' proposte. E per fornire conferma a quanto sostenuto ricordano la proposta avanzata dall'assessore Marta Vincenzi circa il raddoppio del tratto autostradale Voltri - Genova est, in alternativa al quale è stata proposta una galleria che colleghi Cogoleto all'entroterra verso Casella. Il progetto, alquanto dispendioso, era stato bocciato dall'assessore Longhi preoccupato in particolar modo delle esigenze portuali. "Ma - chiarisce ancora una volta Bampi - il nostro obiettivo è esclusivamente la salvaguardia del popolo ligure e i viadotti che passerebbero proprio sulle case, comporterebbero un disagio ancora maggiore".

Una parola il professor Bampi la spende anche sul ritorno dei Savoia in Italia, che non vede come un pericolo "a patto che nessuno della famiglia si faccia mai vedere sul suolo Ligure - chiarisce - in tal caso impugneremo i fischietti e ci soffieremo dentro fin quanto fiato avremo nei polmoni, per comunicare tutta la nostra disapprovazione"

Secondo gli indipendentisti, infatti, dovrebbero abbandonare il suolo ligure anche le statue degli odiati Savoia.

Non può essere dimenticato che la scorsa estate, il monumento a Vittorio Emanuele II ubicato in Piazza' Martiri della Libertà di Santa Margherita, è stato oggetto di accorate discussioni.

E quello di Piazza Corvetto? Semplice, secondo il Mil, dovrebbe essere regalata o venduta. Magari agli stessi Savoia. "Se davvero non si può fare a meno di lasciarla troneggiare proprio nel bel mezzo della città - concludono quelli del Movimento - che vi venga per lo meno affissa una targa che spieghi come lo stesso re, in occasione dell'annessione della regione al regno, definisse i genovesi: Vile e infetta razza di canaglie".

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