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Il Giornale

Martedì 7 marzo 2006


IL SENTIMENTO

La storia è stimolo delle nostre tradizioni

Essere consapevoli delle proprie radici

Appartenere a un territorio è l’unica pelle che ci accompagna tutta la vita

Nel nostro Dna confluiscono storia e sociale

È dall’orgoglio che sgorgherà il nostro marchio

Gian Luca Fois

Caro Lussana, il tema dell’identità culturale nella nostra amata Liguria è cosa che scalda il cuore e che affascina tutti coloro che sentono l’importanza dell’appartenenza. Giocando un po’ con le parole, in un’efficace quanto banale e riduttiva sintesi mediatica, si potrebbe arrivare a dire «dal passato lo sviluppo del presente». Un passato che torna e che ogni giorno che passa sembra essere, un po’ per scelta ed un po’ per sorte, il vero king maker per il futuro della Liguria. La curiosità e la passione intellettuale mi portano a fare alcune riflessioni sui concetti comparsi in questi giorni su il Giornale attraverso i contributi provenienti da significativi personaggi della vita sociale e culturale ligure.

L’humus culturale e mentale che anima il dibattito è per tutti noi saldamente ancorato ad un forte sentimento di amore e rispetto per la terra di Liguria. In questo contesto di analisi la storia è materia importante ed giusto e doveroso che venga posizionata ai livelli che le competono.

Ma si sa le analisi storiche, in particolare quelle a carattere locale, dividono ed uniscono come se si parlasse di Genoa e Sampdoria.

La Liguria oggi ha bisogno di trovare unità e momenti di forte e sentita appartenenza tali da diventare per le persone un sentimento capace di compattarci di fronte alle Grandi sfide che ci attendono.

È vero, in altre parti della penisola questo sentimento è molto più forte e ben radicato, ma questo deve essere per noi uno stimolo a cercare di più e meglio noi stessi ed a renderci più consapevoli delle nostre importanti radici. L’annacquamento dell’identità delle genti di un territorio porta sempre povertà ed estinzione delle radici proprie di quel posto se non hai una grande forza, consolidata nelle tue tradizioni, in grado di imporsi nel quotidiano confronto di chi arriva dal basso e che spinge per scardinarti.

Sbaglia chi continua a predicare che la forza della globalizzazione ci aiuterà nel prossimo futuro, quasi per inerzia o perché grazie alla divina provvidenza manzoniana (i soliti aiuti da Roma).

Che detto in soldoni, la forza propulsiva di un vero turismo culturale, che non assolutamente quello proposto per ora a Genova ed in Liguria, risiede nella capacità delle persone di un determinato «spazio» culturale di trasmettere amore e conoscenza delle proprie radici al turista.

In un’ottica di sviluppo e di crescita delle genti di Liguria la storia del locale dovrebbe avere una funzione di stimolo e di servizio per regalarci quell’idea di identità che ad oggi ci manca.

L’identità culturale di appartenenza ad un territorio è un concetto forte, vera e forse unica pelle che ti accompagna per tutta la vita. Nell’identità confluisce la storia, l’economia, il sociale ed in particolare la realtà personale di ognuno di noi.

La consapevolezza di noi stessi passa attraverso la forza delle idee del gruppo legato al territorio.

Dall’orgoglio e dalla coscienza della nostra storia dovrebbe sgorgare una forza illuminante in grado di farci da guida nel mondo nella consapevolezza della bontà del nostro marchio.

Sì, il nostro è un ottimo marchio che, se ben proposto e se opportunamente canalizzato, può traghettarci lontano regalando del valore a tutti i liguri.

La parola d’ordine è collaborazione fra tutte le parti della società ligure.

Vivere tutti gli aspetti della vita sempre nell’ottica di Genoa e Sampdoria non è un bel vivere, anzi, direi che è una concezione della vita assolutamente «fuori mercato».

Amici, la Liguria pur nelle sue mille sfaccettature, presenta dei forti tratti di somiglianza fra tutte le sue genti.

Oggi per il bene della nostra amata regione serve la voglia di raccordarsi e di vivere insieme il percorso della storia nell’ambito di una dialettica a tutto campo dagli effetti propositivi e nella positività delle relazioni.

Sì, proprio come sta facendo il Giornale in questi giorni.

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