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Il Giornale

Martedì 13 giugno 2006


 

PER LE AMMINISTRATIVE

Il Mil cerca e trova i candidati

Gli indipendentisti scendono in campo

Ferruccio Repetti

Il candidato resta libero di conservare le sue idee politiche di centro, di destra, o di sinistra. Ma se poi viene eletto in Comune, Provincia o circoscrizione nel 2007, deve impegnarsi fin da subito a portare avanti i diritti sacrosanti della Liguria, in particolare quello di ritornare a essere una nazione indipendente. Dimenticavo: l’altra richiesta che il Mil, il Movimento indipendentista ligure, fa ai propri rappresentanti in lista per le prossima amministrative è di agire secondo i criteri di buon senso e onestà. Così è il programma, e come tale basta e avanza. E sì, perché «questa è la volta buona», si son detti in questi giorni il presidente-dentista-agit prop Vincenzo Matteucci e il professore-matematico-movimentista Franco Bampi, entrambi autoproclamati e poi universalmente riconosciuti difensori della fede e della tradizione locale. Che significa adesso, nell’anno di vigilia delle elezioni amministrative: basta trapanare il cervello della gente comune, coma fa con determinazione Matteucci, solo con volantinaggi, manifestazioni, banchetti stradali, per convincere delle ragioni dell’autonomia; basta limitarsi a organizzare convegni, scrivere saggi storici, promuovere iniziative culturali, come fa benissimo Bampi, per spiegare i motivi della richiesta di autodeterminazione, e magari anche la pretesa di indennizzo - milioni di euro, mica bruscolini - che dovrebbe essere riconosciuta ai liguri dagli eredi di Casa Savoia. È arrivato il momento di scendere nell’arena e misurarsi con le elezioni, dando vita a una lista direttamente ispirata dal Movimento e formata da candidati indipendenti, entusiasti, volenterosi. Tanto volenterosi, da proporsi di persona. «Da quando abbiamo lanciato l’idea - spiegano all’unisono i gemelli del Mil, Matteucci e Bampi -, donne e uomini, anziani e giovani si sono proposti come candidati. In pochi giorni sono già arrivate 78 candidature da parte di persone appartenenti a tutti i ceti sociali». È un esercito in formazione, che vuole diventare un’armata: «Entro il 20 luglio - spiega il generale-dentista - il nostro Movimento vuole arrivare ad avere almeno 150-200 candidati. Ce la faremo, oh sì che ce la faremo!».

Oltre tutto, l’identikit è ampiamente tracciato: per le elezioni provinciali, in particolare, visto che si svolgono sulla base dei collegi uninominali, «è importante riuscire a trovare candidati radicati sul territorio, conosciuti e stimati dalla gente non per il loro censo o importanza, ma per il carisma umano che trasmettono». Non basta: Bampi, che insegna meccanica razionale ed è, per vocazione e convinzione, un fine interprete del metodo sperimentale - gli allievi dicono: è un precisino - ha verificato che «se è vero che ilMil non ha né l’organizzazione capillare di alcuni partiti, né i mezzi economici di altri partiti, è altrettanto vero che può contare su una miscela esplosiva pacifica e non violenta fatta dall’entusiasmo di iscritti e simpatizzanti, e dalla grande simpatia della gente per le battaglie finora condotte». Ecco la carta vincente: «Dobbiamo riuscire a portare avanti questa miscela esplosiva - insiste Bampi - non occupandoci di quello che fanno gli altri partiti o movimenti politici tradizionali, e non entrando in polemica con nessuno, se non obbligati da eventuali provocazioni». L’obiettivo, d’altronde, è talmente ambizioso «da occupare - sentenzia il tandem di promotori - tutta la nostra attività. Dobbiamo persuadere la gente che la Liguria, non avendo mai votato il plebiscito di annessione all’Italia, ha tutti i diritti internazionali per proclamare l’indipendenza. Così facendo, la popolazione ligure tornerà a essere arbitra del suo destino». Come dire: partiti avvisati, mezzi salvati. Oppure trombati.

INDIPENDENTISTI Bampi e Matteucci

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