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Il Giornale

Giovedì 8 gennaio 2004


 

CONFINI     IMPAZZITI

«Genova capitale di un nuovo Stato»

Il progetto degli indipendentisti: una Repubblica Mediterranea autonoma e federalista

PAOLA SETTI

Un «progetto-matrimonio» consensuale, ispirato ai valori di democrazia, non violenza, pacifismo e solidarietà, mirato a vincere la sfida dei grandi traffici commerciali e marittimi. Si presenta così, la carta d'identità che il Movimento indipendentista ligure, il Mil, ha studiato per l'ultima, rivoluzionaria proposta, già avanzata alla commissione statuto della Regione: creare una Repubblica Mediterranea, un nuovo «territorio europeo» che comprenda le province di Genova, Savona, Imperia, La Spezia, Massa Carrara, Parma, Piacenza, Alessandria e Cuneo.

 

Un territorio riconosciuto
in Europa che comprenda
Cuneo, Alessandria, Parma,
Piacenza, Imperia, Savona,
La Spezia e Massa Carrara

«Questo nuovo territorio europeo, cui una Commissione di esperti delle nove Province interessate potrebbe decidere quale "forma istituzionale" dare, avrebbe la forza e le possibilità di presentarsi competitivo alla futura sfida dei grandi traffici marittimi-commerciali, che fra pochi anni esploderanno con la Cina e i paesi asiatici e, finalmente, sposterebbe verso sud i baricentri decisionali economici - spiega il presidente del Mil, Vincenzo Matteucci -. La Liguria in questo progetto-matrimonio consensuale porterebbe la dote dei diritti internazionali che fino a ora le sono stati negati, non avendo mai votato il plebiscito di annessione al regno d'Italia». In sostanza, si tratterebbe di creare una sinergia fra le quattro province liguri e quelle che la circondano. Con accordi multilaterali e consorzi che partano dalla necessità dei porti liguri di avvalersi di aree per la logistica, quelle che, appunto, potrebbero mettere a disposizione le province piemontesi e toscane. Collaborazioni che esistono già, ma che, questo il sogno degli indipendentisti, potrebbero trasformarsi in qualcosa di molto più utile, a partire dalla facoltà, per la nuova Repubblica, di darsi un proprio ordinamento, al di là di quello italiano, e quindi anche di trattenere sul proprio territorio le tasse che oggi vengono versate allo Stato italiano. Possibile? Senza dubbio, giura Franco Bampi, vicepresidente del Mil. «La Liguria, non avendo mai firmato il plebiscito di annessione al regno d'Italia, ha diritto a tornare indipendente - spiega -. Le nove province, tutte insieme, potrebbero spingere per il riconoscimento del nostro Stato. Quindi la Liguria potrebbe chiederne l'annessione».

Il risultato sarebbe un nuovo territorio, molto forte economicamente, con capitale Genova e ordinamento federale al proprio interno. «Sappiamo che Piacenza non disdegna l'idea - spiega Bampi -. Noi dal canto nostro non ci arrenderemo. Incontreremo tutte le comunità coinvolte per valutare quali siano le adesioni a questo grande e ambizioso progetto. Nella speranza che la Regione ne tenga conto nella stesura della nuova carta costituzionale ligure». A proposito. Dopo i Comuni di Camogli, Mignanego e Casella, anche il consiglio comunale di Cogoleto ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno che chiede alla Regione di inserire nello Statuto la premessa che il Mil definisce «storica»: «La Liguria è stata per oltre settecento anni una Nazione Stato sovrana e indipendente. Detta i indipendenza non risulta essere mai stata rinunciata in quanto la Repubblica di Genova non ha accettato le statuizioni del Congresso di Vienna del 1815 e non ha mai votato - a differenza di altre regioni italiane - alcun plebiscito per l'annessione all'Italia». Di più, il sindaco di Cogoleto si è impegnato a invitare tutti i sindaci liguri a seguire il suo esempio. E se, lento ma inesorabile, il Mil vincesse la sua battaglia?

(6 -fine)

RICORDI Un'immagine di Boccadasse nei primi anni del Novecento.
Il Mil sembra legato a un'immagine nostalgica del passato di Genova

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