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Venerdì 24 gennaio 2003


La Stampa

ALL'INDOMANI DELLA POLEMICA SOLLEVATA DALL'ASSESSORE PLINIO SUL DIALETTO STORPIATO IN TV

Errori di storia nel sito della Regione


Gli indipendentisti: «La rivolta del 1849 anticipata al 1821»

Agguerrito paladino (d'importazione) della identità ligure, l'assessore regionale alla Cultura e al turismo Gianni Plinio si è scagliato nei giorni scorsi contro gli spot pubblicitari per il pagamento del canone Rai fatti interpretare a personaggi di tutta Italia e affidati, per la Liguria, a Paola Balbi, giovane attrice che, partita ieri per Londra dove l'aspetta un impegno teatrale shakespeariano, restituisce dalla tv la caricatura del dialetto. Non è la prima volta che l'indomito vicepresidente della Giunta si fa polemicamente vivo contro la Rai scrivendo al ministro Gasparri che milita sotto la stessa bandiera di An. In passato era partito in quarta contro lo spot del Banco Posta reo del gioco di parole sulla «ringhiera ligure» (tacendo dei «Faraoni di Capri»). Caricature e macchiette non vanno quindi a genio al campanilistico assessore, che è pronto a bacchettare i colpevoli di vilipendio alla Liguria.

Ma, in un'applicazione velocissima della legge del contrappasso, ora è proprio Plinio a essere messo sotto accusa dai difensori della tradizione regionale e, ovviamente, della veridicità storica. Perché nel sito Internet ufficiale della Regione Liguria compaiono infatti un paio di svarioni che non vengono assolutamente perdonati dagli iscritti al Mil, il Movimento indipendentista ligure ai cui vertici Vincenzo Matteucci e Franco Bampi conducono le loro battaglie implacabilmente armati di volantini.

«Dopo la prima guerra punica, che vide gli antichi Liguri dividersi tra alleati di Cartagine (i più) e alleati di Roma, e soprattutto dopo la conquista romana della regione, venne creata, ai tempi di Augusto, la X regio, denominata Liguria, che si estendeva dalla costa fino alle rive del Po» si legge nel sito, alla voce «Un po' di storia». «La Liguria era la IX regio, altro che la decima» protestano i sostenitori dell'orgoglio regionale.

Prosegue, alcuni secoli più tardi, il riassunto di epoche offerto dalla Regione: «Il Congresso di Vienna (1815) decise che la Liguria venisse annessa al regno di Sardegna. La rivolta genovese anti-sabauda nel 1821, soffocata nel sangue, fecondò i sentimenti nazionali della popolazione. Liguri furono alcune delle più prestigiose figure del Risorgimento (Mazzini, Garibaldi, Mameli, Bixio)». Il ragionamento non fa una grinza, ma è la data che lascia perplessi, perché il 1821 l'anno della morte di Napoleone (5 maggio) e di altri eventi, non certo della rivolta genovese, che scoppiò quasi trent'anni dopo, nel 1849.

«Chi è l'autore delle notizie storiche errate?» chiedono nel loro ennesimo volantino gli iscritti del Mil all'assessore Plinio.

Alessandra Pieracci


La Repubblica

LA POLEMICA

Indipendentisti contro Regione
"Sul sito troppi errori di storia"

«Due errori di storia nel sito Internet della Regione Liguria»: li segnala il Movimento Indipendentista Ligure, che chiede interventi concreti per la diffusione della 'lingua ligure' nelle scuole. Gli errori, scrivono in una nota Vincenzo Matteucci e Franco Bampi, sono nel sito ufficiale della Regione. In una parte viene indicato che «dopo la conquista romana, la Liguria è diventata la X regio». «Invece - affermano gli indipendentisti - era la IX regio». Il secondo sbaglio riguarda una data, dice il Movimento: «nel sito si parla della rivolta genovese anti sabauda del 1821 soffocata nel sangue; invece la data giusta è il 1849».


Il Giornale

LA PROPOSTA

La lingua genovese nelle scuole

Dice che lui, il genovese lo ha imparato prima dell'italiano. E che per lui, i dialetti liguri hanno pari dignità rispetto alla lingua ufficiale. Francesco Bruzzone scende in campo con tutto il peso che gli deriva dall'essere presidente del consiglio regionale nella guerra scoppiata sulle tradizioni storiche, culturali e linguistiche della Liguria.

Annuncia provvedimenti eclatanti, che schiereranno la Regione in prima linea per «la tutela di un patrimonio culturale espresso attraverso la lingua, le arti, le tradizioni popolari, la musica e il costume». Tutele che. precisa Bruzzone, sono previste dalla Costituzione stessa. Di quale impegno si tratti il presidente nonché segretario della Lega Nord non lo rivela. Ma è un dato che da mesi stia lavorando a un progetto inedito, che dovrebbe portare all'insegnamento del genovese nelle scuole, tanto per dirne una. E nella bufera sul patrimonio ligure entra anche il Movimento indipendentista ligure (Mil), che proprio a Bruzzone avanza una proposta: fare in modo che nel 2004, quando Genova sarà capitale europea della cultura, «tutto il mondo sappia quello che la Liguria ha dovuto subire quando da Stato indipendente si è vista trasformare in suddito di una monarchia che parlava francese».

La bagarre sul dialetto genovese era scoppiata qualche giorno fa, quando l'associazione «A Compagna» e il vice-presidente della regione Gianni Plinio avevano criticato lo spot con cui la Rai invita a pagare il canone. Polemica per quel tono da «foresto», richieste alla regione di intervenire affinché i genovesi imparino a parlare un dialetto vero, con tanto di «cocina». Ieri Bruzzone ha raccolto l'invito: «Garantisco un mio personale impegno affinché la Regione si faccia interprete dell'esigenza di insegnare nelle scuole la storia e il dialetto ligure».

E nelle bufera ieri è finito proprio l'ente di via Fieschi. È il Mil a segnalare come nel sito Internet della Regione compaiano due errori di storia. «Viene indicato che dopo la conquista romana, la Liguria è diventata la X regio, invece era la IX -  puntualizzano Vincenzo Matteucci e Franco Bampi - inoltre si parla della rivolta genovese anti sabauda del 1821, soffocata nel sangue. Ma la data giusta è il 1849». La battaglia è solo agli inizi.


Corriere Mercantile

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE RISPONDE POSITIVAMENTE - IL MIL E GLI INDIPENDENTISTI CRITICANO ANCORA VIA FIESCHI

E Bruzzone si impegna a rilanciare la tradizione e la lingua

Massimo impegno della Regione per tutelare la "lingua genovese". Lo ha annunciato il presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone, leghista, intervenendo nella discussione sullo spot dialettale con cui la Rai invita a pagare il canone. «Alcuni illustri esponenti della lingua genovese chiedono alla Regione di impegnarsi direttamente perché nelle scuole della nostra regione vengano insegnate la vera storia della Liguria e la lingua genovese - ha affermato Bruzzone -. A questi rispondo con un mio personale impegno affinché la Regione Liguria, attraverso il Consiglio, si faccia interprete di queste indicazioni». Il presidente del consiglio ha aggiunto che «la tutela di un patrimonio culturale espresso attraverso la lingua, le arti, le tradizioni popolari, la musica ed il costume sono argomenti della stessa Costituzione, che tutela e valorizza l'originale patrimonio culturale di ogni individuo e comunità regionale».

All'iniziativa di Bruzzone plaude il Mil (Movimento indipendentista ligure), che ne approfictta per segnalare «due errori di storia nel sito Internet della Regione Liguria». Gli errori, scrivono in una nota Vincenzo Matteucci e Franco Bampi, sono nel sito ufficiale della Regione. In una parte viene indicato che «dopo la conquista romana, la Liguria è diventata la X regio». «Invece - affermano gli indipendentisti - era la IX regio». Il secondo sbaglio riguarda una data, dice il Movimento: «Nel sito si parla della rivolta genovese anti sabauda del 1821, soffocata nel sangue, invece la data giusta è il 1849». Il Movimento indica a Bruzzone un modo per ridare dignità all'identità della Liguria: «Quando nel 2004 Genova sarà capitale europea della cultura si potrà fare in modo che tutto il mondo sappia quello che la Liguria ha dovuto subire quando da Stato indipendente si è vista trasformare i suoi liberi cittadini in "sudditi" di una monarchia che parlava francese».

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