Lettera del prof. Geo Pistarino
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Il 24 marzo 1997, il Dr. Luigi Patri, attuale Tesoriere dell'A.R.Ge (Associazione Repubblica di Genova) inviava al Prof. Geo Pistarino, Professore Ordinario di Storia Medievale presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea dell'Università di Genova, copia dei "volantini" dell'A.R.Ge e una lettera di accompagnamento.

Il 23 aprile 1997, così rispondeva il Prof. Pistarino:

Gent.mo Sig. Luigi Patri,

mi scuso per il grande ritardo con cui rispondo alla sua lettera del 24 marzo u.s., con tutta l'interessante argomentazione che lei ha allegato.

Nella mia produzione scientifica io ho sostenuto che la Repubblica di Genova costituì un unicum nella storia d'Italia, in quanto la sua vicenda storica non è tanto italiana quanto euromediterranea, e per il Genovese, medievale, soprattutto (ma anche prerisorgimentale), un milanese o un fiorentino sono sono altrettanto "stranieri" quanto un francese o uno spagnolo. Per i Genovesi la loro "nazione" non è circoscritta nella Liguria, ma comprende tutta la complessità delle cosiddette "colonie" (meglio direi "insediamenti"), sparsi per tutto il mondo, anzi tutti i singoli genovesi che vivono al di fuori dei confini regionali liguri. I Genovesi stessi si definirono nel medioevo una "Comunitas"; io ho usato il termine, forse un poco improprio, di "Commonwealth", alla inglese.

È dunque uno Stato della penisola italiana, che ebbe una sua vicenda del tutto particolare, che difficilmente si riesce storicamente a connaturare con la Storia d'Italia, se non in senso puramente formale. Prima l'annessione alla Francia napoleonica, poi al Regno di Sardegna furono, come voi giustamente sostenete, atti unilaterali, soprusi non coonestati dalla volontà che anzi, nel tempo del Congresso di Vienna, tentò di ribellarsi al sopruso.

Io ritengo che la formazione della futura Federazione o Confederazione europea, se vuole essere realmente efficiente e "sentita" dai suoi partecipanti, non dovrebbe nascere dagli attuali Stati nazionali che sono frutto dei nazionalismi dell'Ottocento, quando non addirittura di manovre diplomatiche e di azioni militari, ma dovrebbe nascere dall'adesione spontanea, autentica, di quelle singole entità storiche nazionali che nel nostro secolo sono emerse e tuttora stanno emergendo dal panorama ottocentesco, ormai superato dalle esigenze economiche, sociali, istitutive che emergono in tutto il continente.

È indubbio che la coscienza genovese è tuttora assai viva: basta fare il confronto, in occasione delle solennità civili, tra il numero delle bandiera italiane e quello delle bandiere genovesi (assai maggiori) esposte dai cittadini. Ricordo ancora quando, molti anni or sono, giungendo all'Aeroporto di Genova, vidi esposta la bandiera genovese in luogo di quella italiana. E quando, terminata la seconda guerra mondiale, non so quale autorità mutò il nome di Novi Ligure in Novi Piemonte, pochi giorni dopo la scritta Novi Ligure ricomparve definitivamente.

Sarò pertanto molto interessato se vorrete tenermi al corrente dello sviluppo della situazione.

Molto cordialmente

Geo Pistarino

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