La Superba contro Napoleone
liguria@francobampi.it
 

Home > La protesta continua > La Superba contro Napoleone
[ Indietro ]

Il Secolo XIX Mercoledì 9 aprile 1997

La Superba contro Napoleone

Ora "Repubblica di Genova" chiede danni miliardari

Duecento anni dopo chiedono il conto alla Francia nel nome della Repubbiica di Genova. Un conto salatissimo tutto da quantificare: «Abbiamo letto che dovrà essere restituito l'oro rubato dai nazisti al popolo ebraico - dice Vincenzo Matteucci, segretario dell'Arge, Associa1ione Repubblica di Genova - in base al principio che non esiste prescrizione per un crimine così grave. Ebbene, anche il popolo ligure è stato derubato di immense fortune e vio1entato nella sua sovranità da parte di Napoleone, senza che nemmeno esistesse una dichiarazione di guerra. E anche queste fortune dovranno essere restituite».

     «La Francia deve restituirci
opere d'arte e ori rubati a
musei, chiese e al banco di San
Giorgio». Una provocazione
dell'Arge? «No, alla luce di
quanto chiede il popolo ebraico
per le razzie naziste»

I genovesi come gli ebrei. Solo una provocazione? All'Arge sostengono che è una richiesta serissima, e per avere un parere tecnico l'associazione si è già rivolta a uno studio legale. «Alla luce di quanto il diritto internazionale sta giustamente riconoscendo al popolo ebraico, chiediamo che Comune, Provincia e Regione istituiscano una commissione di esperti per compilare un elenco di opere d'arte, monete e quant'altro è stato razziato ai singoli cittadini, a chiese, musei e al Banco di San Giorgio per chiederne la restituzione».

Ma quali sarebbero i tesori rubati ai genovesi? Un volantino in distribuzione in questi giorni tenta un primo bilancio per cominciare, si punta il dito contro quella che è definita un'estorsione da parte di Napoleone, che il 9 ottobre 1796 si fece consegnare 4 milioni di franchi sottoscrivendo una convenzione segreta. Un documento oggi conservato all'Archivio di Stato, col quale si garantiva - mentendo - la sovranità della Repubblica. A due anni dopo risale la requisizione dei beni di chiese, monasteri e conventi, con un bottino stimato in almeno tre tonnellate d'oro e dieci d'argento.

Ma le accuse dell'associazione alla Francia napoleonica sono ancora più pesanti. E tentando la strada della "fantastoria" si immagina quello che sarebbe stato il futuro della città senza quella che è definita "la più grande rapina di tutti i tempi": il progressivo svuotamento delle casse del Banco di San Giorgio. «Dal 1407 al 1796, ultimo anno di gestione indipendente, il Banco ha continuato ad aumentare il conto capitale tutti gli anni. Gli utili venivano investiti comprando intere cittadine e colonie, e in altri quattrocento anni avrebbe fagocitato certamente mezza Italia, compresa Milano e Torino. Tutte le banche italiane sarebbero sorte come sue filiali».

Un futuro ben diverso da quello della crisi, postindustriale e portuale. «Ma quello che vogliamo dimostrare - dicono all'Arge - è che la realtà politica della Repubblica di Genova è ancora oggi attualissima». Duecento anni dopo, rimpiangendo - tra manovre e "manovrine" - i tempi di Napoleone.

Bruno Viani

[ Indietro ]