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Il Giornale Venerdì 16 febbraio 2001

Il Comune è riuscito a far cambiare lo stemma, imposto dai Savoia, con i mitici animali ritratti con la coda tra le gambe

I grifoni di Genova tornano con la coda puntata verso l'alto

Mai più la coda fra le gambe: da oggi, i grifoni che compaiono nello stemma del Comune di Genova avranno l'appendice caudale orientata verso l'alto. Da simbolo di sottomissione, dunque, a segno distintivo della «volontà e della fierezza con cui Genova si rinnova in attesa dei grandi appuntamenti che l'attendono», come sottolinea una nota di palazzo Tursi che, presa dall'euforia, non bada alle ripetizioni lessicali.

In realtà, la svolta va ben oltre le ragioni della grafica e dell'immagine: è il coronamento di una battaglia che dura da anni, e che ha impegnato forze politiche e custodi delle tradizioni popolari fino a diventare un «caso» da discutere in Comune e al Consiglio dei ministri (per la modifica dello stemma di una città, infatti, ci vuole una disposizione a livello di governo).

Fra i primi a parlare di ritorno alle origini - per intenderci: con la coda e le ali dei grifi dirette verso l'alto, e la corona chiusa in segno di sovranità - per quello che è il simbolo di Genova per eccellenza, ci sono stati sindaci come Fulvio Cerofolini e Cesare Campart, uomini politici come Franco Bampi e Ernesto Bruno Valenziano, personalità della cultura come Aldo Agosto, direttore dell'archivio storico. Tutto inutile, al momento: il governo rimane sordo alle richieste, e la stessa amministrazione comunale non si dedica con eccessivo trasporto alla causa.

Prima d'allora, si erano mobilitati i genovesi contemporanei al Congresso di Vienna, l'evento che ha sancito la perdita dell'indipendenza della gloriosa Repubblica. Dal 23 gennaio del 1816, comunque, l'insegna del municipio con «la croce rossa in campo bianco, lo scudo ornato di grifoni e sormontato da una corona comitale chiusa» cambia look. L'ultima versione risale al 1897, ed è quella che arriva alle soglie del Terzo Millennio.

È a questo punto che avviene l'accelerata: ne parla Giuseppino Roberto, a nome dell'associazione «A Compagna», direttamente al sindaco Adriano Sansa in occasione della cerimonia del Confeugo. Sansa prende a cuore la faccenda e comincia a tessere la tela per superare gli scogli della burocrazia. Ma a riuscire nell'intento sarà Giuseppe Pericu, che con la spinta del G8 e del 2004 - Genova città europea della Cultura, ottiene finalmente l'autorizzazione alla modifica.

Cosa comporti, da ora in poi, in concreto, la coda rampante dei grifoni al posto di quella sottomessa può anche sembrare secondario, e in effetti lo è se paragonato ai tanti problemi insoluti di Genova.

Ma anche i simboli hanno un significato, tant'è che il Comune ha ritenuto di avviare fin da subito la revisione degli stemmi sparsi un po' dappertutto in città. A cominciare dagli edifici pubblici - è già attrezzato il Matitone -, per proseguire con gli autobus, la carta intestata dei vari uffici, la modulistica, le insegne esterne, i timbri, e naturalmente le pagine Internet e gli opuscoli promozionali. Milioni di «pezzi» che diventano improvvisamente sorpassati. «Ma non butteremo niente al macero - assicurano a palazzo Tursi -. Il cambiamento sarà progressivo, niente affatto traumatico. Prima verranno esaurite le giacenze, poi arriveranno i nuovi stemmi». Passeranno anni. Ma intanto l'orgoglio è salvo, e il portafoglio anche.

[FeR] (Ferruccio Repetti)

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