La statua del re? Rendiamola ai Savoia
liguria@francobampi.it
 

Home > Via la statua del Savoia! > La statua del re? Rendiamola ai Savoia
[ Indietro ]

La Repubblica Lunedì 10 febbraio 2003

Vita e opere di un francofilo di successo. E il Mil plaude all'idea di spostare il "cavallo"

Una piazza splendida e un conte poco noto
"La statua del re? Rendiamola ai Savoia"

La sistemazione attuale
della piazza con la
raggiera di vie risale
alla fine dell'Ottocento
Franco Bampi
L'opera dello scultore
milanese Francesco
Barzaghi costò 200
mila lire di allora

CORVETTO, chi era costui? Un signore abbastanza disinvolto, si può dire: nato a Genova l'11 luglio del 1756, Luigi Emanuele Corvetto, pur di famiglia modesta, riuscì a laurearsi in legge e a conquistare una posizione di preminenza nel foro cittadino: fu "avvocato dei poveri" e direttore del Banco di San Giorgio nel periodo napoleonico, tanto che fu lo stesso "Empereur" a chiamarlo a far parte del Consiglio di Stato e a garantirgli il titolo di conte. Corvetto è francofilo al punto che dopo l'annessione di Genova alla Francia passa Oltralpe; cade Napoleone, lui diviene ministro delle Finanze anche con il ritorno dei Borboni, servendo Luigi XVIII. Muore a Nervi, dov'era tornato per un periodo di cure, il 23 maggio del 1821, e viene sepolto nella chiesa di San Siro, sempre a Nervi.

La piazza circolare. così come la vediamo oggi, gli viene intitolata nel 1887, dopo i lavori che videro l'abbattimento della cinta muraria e della porta detta dell'Acquasola (si trovava proprio al centro della piazza attuale) risalenti al 1155. In quegli stessi anni si costruiscono anche via Roma e via Assarotti, punto di accesso alla Circonvallazione a monte che sta prendendo forma, con la raggiera di vie che salgono verso la collina. Nel 1886, alla presenza di re Umberto primo, viene collocata al centro della piazza la statua equestre di Vittorio Emanuele II, opera dello scultore milanese Francesco Barzaghi, costata 200 mila lire di allora, raccolte con una sottoscrizione popolare avviata da un comitato di proponenti. Sono gli anni in cui Genova, in pieno riassetto urbanistico (nasce la zona residenziale borghese di Circonvallazione a Monte, si sta per cambiare volto all'intera Brignole, con la demolizione delle Fronti Basse e l'apertura di via Giulia, poi via XX Settembre), onora in via monumentale i grandi personaggi risorgimentali: nel 1882 era stato collocato il monumento a Mazzini nella spianata prospiciente la Villetta Dinegro; nel 1893 verrà invece sistemata la statua a Giuseppe Garibaldi davanti al pronao del Carlo Felice a De Ferrari, così come la vediamo adesso.

Imponente, la statua di Vittorio Emanuele. Forse. troppo, continuano a ricordare gli esponenti del Mil, Movimento Indipendentista Ligure, che non dimenticano le atrocità commesse contro i genovesi nel 1849 dalle truppe del generale Lamarmora e che, per quanto riguarda piazza Corvetto, hanno già proposto lo spostamento della statua e possibilmente anche il cambiamento di nome: l'alternativa è "piazza Repubblica di Genova". Ma cosa fame della statua, anche ammesso che venga intitolata a Garibaldi e venga spostata lì la statua dell'eroe dei due mondi? «Non vedo problemi - risponde Franco Bampi, segretario del Mil, appassionato storico di Genova - possiamo anche ridarla ai Savoia, che se la portino a Torino, a Ginevra, dove vogliono; oppure vedere quanto ce la pagano in cambio dei danni che ci hanno causato nel 1849. Non vedo ragione alcuna per mantenere in questa città una statua a Vittorio Emanuele II».

(d. al.) [Donatella Alfonso]

[ Indietro ]