Paolo Villaggio: la mia Genova
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Il Secolo XIX Venerdì 20 novembre 1998

Paolo Villaggio: La mia Genova

Vuoi mettere piazza Corvetto
senza la statua del baffuto Savoia

PAOLO VILLAGGIO

(...) rigurado la magnifica prospettiva di via Assarotti e mi domando che c'entra con la città, con la sua storia, la statua equestre di re Vittorio Emanuele II.

Questi Savoia hanno imposto in tutte le città italiane l'immagine baffuta di quel re reazionario e mediocre, quello che se la faceva con la bella Rosin per intenderci, a Roma, poi a piazza Venezia l'hanno fatta grossa, hanno rovinato la vista dei Fori Imperiali, del Colosseo e dell'arco di Costantino con quell'orrenda, enorme macchina da scrivere di marmo che il Vittoriale. La tomba del Milite Ignoto, poi, è solo una testimonianza dei massacri dei contadini italiani nelle trincee della prima guerra mondiale.

Questi Savoia piemontesi alla Storia d'Italia hanno regalato la strage di Bava Beccaris a Milano, la prima guerra mondiale, hanno accettato il fascismo, la seconda guerra mondiale, le persecuzioni anti-semite. Il tutto senza batter ciglio, ma sono stati solo complici vergognosi. Non mi piacciono gli uomini con i baffoni e per di più a cavallo: là in mezzo ci vedo più Mazzini, genovese e veramente liberale e progressista ante litteram.
(...)

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