I Bersaglieri non si arrendono
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Il Lavoro - la Repubblica Giovedì 14 aprile 1994

I quartieri Portoria e Prè "Non possiamo accogliere i massacratori del 1849. Facciano autocritica"

I Bersaglieri si preparano
a "conquistare" Genova

La Fanfara non si arrende alle polemiche

di GIOVANNA CASADIO

    La famigerata «piuma su cappello»


La locandina del raduno nazionale dei bersaglieri a Genova dal 5 all'8 maggio

NEANCHE per sogno, i bersaglieri non si arrendono alle polemiche. Di 'brecce' al programma del raduno nazionale che si tiene quest'anno a Genova dal 5 a1l'8 maggio prossimo, il generale Giovanni Romeo presidente dell'Associazione nazionale bersaglieri non vuole sentire parlare. La macchina organizzativa funziona a pieno regime, alla manifestazione, che prevede l'arrivo in città di centomila fanti piumati, mancano solo dettagli. E gli ospiti bersaglieri fanno la felicita degli albergatori: è già 'tutto prenotato' da Sestri Levante a Savona. Ieri, il generale Romeo è arrivato a Genova presto in mattinata, da Roma: una visita già prevista ma scombussolata da quella contestazione dura dei quartieri di Portoria e di Prè-Molo-Maddalena. Lì, nel cuore di Genova, dai carruggi a piazza De Ferrari i bersaglieri non ce li vogliono. A sentire parlare di gioiose fanfare, marcia e cappelli piumati storcono la bocca, a causa di quella repressione dei moti autonomisti del 1849. Una pagina di storia patria che ha tirato fuori Giorgio Doro, presidente leghista del consiglio di circoscrizione di Portoria. Doro sull'argomento ha anche scritto un libro e ripete che la sua è altresì una contestazione del Risorgimento. Ai suoi colleghi di parlamentino ha chiesto di 'esiliare' i bersaglieri da Portoria. Più sfumate le richieste del presidente 'rosso' del consiglio di quartiere di Pré, Otello Parodi. "Che sfilino ma almeno a testa bassa, in segno di contrizione", dice. A sentire di queste accuse, il generale Romeo replica amareggiato che davvero non se l'aspettava. "Mi chiedo come sia possibile che nel 1994 in un'Italia che affronta problemi enormi si possa avere il cattivo gusto dl introdurre argomenti così lontani. E poi, si sta tirando fuori una storia sconosciuta ai più, io personalmente confesso che fin quando non mi è stata raccontata, non ne sapevo nulla".

Il generale Romeo conferma il raduno del 5 all'8 maggio e definisce di cattivo gusto attaccarsi a episodi così lontani

Generale bersagliere    

Il presidente nazionale della associazione Bersaglieri in congedo generale Giovanni Romeo

Un precedente per la verità c'è. E' di alcuni mesi fa, quando il presidente dell'Associazione 'Vecchia Genova', Scotto si presenta a Roma al generale presidente dei bersaglieri in congedo. "Mi lasciò del libri, ml sintetizzò quei fatti. Ma neanche lontanamente ci si pensò quando decidemmo di fare quest'anno a Genova il raduno nazionale - sempre il generale Romeo - C'è da un lato il desiderio di ricordare fatti indubbiamente spiacevoli, almeno così come sono raccontati. Certamente si tratta di una pagina storicamente interessante. Noi, dopo duecento anni della nostra storia non riteniamo però che siano da rivangare".

Ripete che "l'amarezza è che noi ragioniamo da italiani tra italiani e quindi questa repulsione per i bersaglieri non ce la spieghiamo. Cosa accadde nel 1849? Attenzione lì c'era l'esercito piemontese e magari i bersaglieri avranno dato il colpo di grazia ma si trattava di una guerra civile. Pertanto, quello che più ci offende è l'accanimento contro il Corpo". Ma soprattutto il generale Romeo butta acqua sul fuoco e annuncia i temi del suo discorso, domenica 8 maggio davanti alle autorità (è stato invitato anche il presidente della Repubblica), al genovesi tutti: un saluto a Genova, alla sua fraterna ospitalità, ai sentimenti di amicizia, di solidarietà, di unità. Accompagnato dallo squillante suono delle fanfare. Nessuna considerazione del 'caso' sollevato? Il generale annuncia di ritornare prima del raduno, se i contestatori vorranno incontralo. In quell'occasione, dopo una cordiale stretta di mano si potrebbe decidere di porre una corona al piccolo monumento che c'è vicino all'Albergo dei Poveri, dove si commemorano i caduti per le battaglie patrie. "Noi non veniamo qui ad urtare nessuna sensibilità, ma neppure la nostra. Qui porto uomini che hanno ben meritato e inoltre dei giovani soldati italiani che hanno compiuto le missioni di pace nel Libano, che sono appena ritornati dalla Somalia". La manifestazione scorrerà sui binari previsti, che prevedono un calendario nutrito di appuntamenti, dall'inaugurazione della mostra storica sul Corpo a Palazzo Ducale giovedì 5, al saggio ginnico sportivo militare allo stadio di Marassi alle 21 di sabato, alla sfilata di domenica. "Sarà, come sempre, una manifestazione tale che ci chiederanno di ritornare tale è la simpatia e anche la spettacolarità", Commenta il presidente regionale dell' Associazione, Lorenzo Campani. A Genova si tenne 56 anni fa, nel 1938.

Ieri sera il consiglio di circoscrizione di Portoria affrontava la delibera sui bersaglieri 'esiliati' dai carruggi. E si sono diversificate le posizioni. Anche il Movimento sociale, che fa parte della maggioranza insieme con la Lega Nord e il rappresentante di una lista locale, ha preso le distanze. "Siamo sì in maggioranza ma non condividiamo affatto le rivendicazioni autonomiste legate a eventi storici di qualsiasi tipo". Quindi, ok alla sfilata. E il Pds nel parlamentino ha ribadito che, un conto era ricordare una pagina storica, un altro la contestazione politica del Risorgimento italiano. Otello Parodi: "Noi vogliamo che la manifestazione dei bersaglieri si faccia ma che sia salvata la memoria storica e quindi un omaggio alle vittime del 1849".

Oggi sfilano, ma ieri devastarono Genova    Arriveranno in centomila per fare la felicità degli alberghi. Mostra storica al Ducale, saggio ginnico a Marassi e sfilata finale

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