Il Sisto, ben dichiarato dallo Jal (Xistus, Ξυστόν) come a dire Grande spuntone da battere a livello, che in forma di ariete pendente dall'albero, sostenuto per le sue mantiglie, si mandava e rimandava a far bottare il naviglio nemico e la sua gente: talvolta aveva la punta di ferro acuto, talvolta a bolzone, sempre poteva oscillare per ogni verso e con qualunque inclinazione secondo la sua postura e lunghezza. Omero ce lo dà lungo 22 cubiti (Olimpico, 10m, 183; Delfico, 8m, 170), il monumento altrettanto lungo che il naviglio, o pendente in bilancia nell'atto di percuotere, o sollevato sull'albero in stato di riposo. - (P. Alberto Guglielmotti, Storia della Marina Pontificia, I, 123). L'Ariete navale poi dei tempi di mezzo ci viene descritto dal Sanuto. - Octavo, est utile atque bonum ut in prora cujuslibet magni navigii armati suspendatur lignum quoddam longum, ex utraque parte ferratum, quod ad percutiendum tam naves, quam nautas se habeat quasi aries cum quo civitatis obsessae moenia conteruntur - (Marinus Sanutus, Secreta fidelium Crucis, etc., ap. Bongars, Gesta Dei per Francos, Hannoviae, 1611, II, 60). Ho riportato le parole del nostro dottissimo scrittore di cose marinaresche nelle quali gode giustamente autorità incontrastata, per provare che mi appongo nella dichiarazione di questa antica macchina da cozzo, sebbene in opposizione con quella data del Rich, che cito nella nota seguente [vedi nota 2 del testo, ndr].



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