Il Principato va controcorrente
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La Stampa Giovedì 3 gennaio 2002

Ma il Principe non vuole adeguarsi e a Seborga il Luigino vale 6 dollari

SEBORGA

«Il Principato di Seborga non accetta l´Euro». Lo afferma Giorgio I, al secolo Giorgio Carbone, neppure una goccia di sangue blu anche se si è autonominato «sovrano» e dice di essere stato eletto per acclamazione degli abitanti. Da anni, tra il serio e il faceto, punta alla totale indipendenza del piccolo paese. Afferma il principe, peccando un tantino di mania di grandezza: «Come il Regno Unito siamo la "nazione" che marcia per i fatti suoi, ma mentre l'Inghilterra ha una moneta che, nel bene o nel male, è condizionata comunque dall'Euro, noi andiamo controcorrente e restiamo ancorati alla tradizione del dollaro. Dal primo giorno non abbiamo preso in considerazione l'Euro: sarebbe una contraddizione con il nostro spirito autonomista».

Il Principato di Seborga, quindi, continua a remare controcorrente, e si vuole differenziare dal resto del Paese. Continua Giorgio I: «Anche la Svezia e la Norvegia non hanno accettato l'Euro, mentre però aderiscono all'Unione europea: noi, come il Regno Unito, abbiamo detto no a entrambi i provvedimenti. Il Regno Unito, comunque, potrà seguire il resto dell'Europa in futuro: noi non lo faremo mai».

Seborga rimane quindi con il suo Luigino (moneta che però ha solo un valore simbolico e non è presa in considerazione fuori dal paese, checchè ne dica Giorgio I), il cui valore segue l'andamento del dollaro. Una moneta vale appunto sei dollari: un'esagerazione. E dal Palazzo del governo ecco il cambio ufficiale del Luigino: un Luigino è quotato dal Principato sei dollari, pari a 14 Euro, 45 franchi o 13 mila lire; mezzo Luigino tre dollari, 3,5 Euro, 23 franchi o 6.500 lire. La moneta da 15 centesimi di Luigino si può acquistare con 0,9 dollari, 1,05 Euro, 23 franchi o 2 mila lire, mentre quella da 10 cent con 0,6 dollari, 0,7 Euro, 4,5 franchi oppure mille e 300 lire. Infine, a Seborga c'è anche la moneta da 5 cent, pari a 0,3 dollari, 0,3 dollari, 0,35 Euro, 2,5 franchi o 700 lire. I valori sono stati calcolati per eccesso a favore del Luigino.

Si legge inoltre nelle note legate al cambio ufficiale di Seborga e decise dal «principe»: «Le parità del Luigino con il dollaro resta un punto fermo e stabile: il cambio indicato con le altre valute è valido in data odierna e può mutare seguendo l'andamento del dollaro Usa».

Giorgio I, nonostante le riserve dei molti, assicura che la sua moneta è usata ovunque, non soltanto nel Principato, dove il Luigino è benvoluto dai commercianti, insieme con la lira. Molti turisti chiederebbero la moneta come souvenir e la pagherebbero con il suo valore ufficiale. «Soltanto in Italia, sono 34 mila gli alberghi e negozi che l'accettano e hanno esposto il cartello "Si accettano Luigini", soprattutto a Torino, Milano, Genova. Bisogna poi aggiungere le attività che si trovano all'estero: soltanto in Francia se ne conta un migliaio». Verità o solo una sparata di Giorgio I? Impossibile verificare.

La «banca» del Principato si trova nella sede del Palazzo del governo: «La banca nazionale di Monaco ha accettato la nostra Cassa dei Cavalieri di San Bernardo, più altre in Svizzera e in Inghilterra. Il cambio ufficiale del Luigino, inoltre, è stato accettato anche dalla banca mondiale», fa sapere il principe.

Coniato per la prima volta nel 1666, conseguenza diretta del Luigi francese, il Luigino è tornato alla ribalta qualche anno fa, quando Giorgio Carbone decise di dichiarare l'indipendenza del Principato. E non è escluso che possano arrivare anche le banconote. Entro marzo la Corte internazionale dell'Aia si dovrebbe esprimere sulla sovranità di Seborga.

Paolo Caboni

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