liguria@francobampi.it

Home > I Savoia a Genova: oltraggio alla memoria > Maggio 2006: i Savoia ospiti a Genova? > I Savoia e Genova Superba

[ Indietro ]

La Repubblica Giovedì 4 maggio 2006

I Savoia e Genova Superba

Ricevimenti, fischi e incanto: "Che città meravigliosa"

Raffaella Griggi


LA PROTESTA rumorosa e folcloristica degli indipendentisti contro la famiglia Savoia, ieri pomeriggio

Il primo sgarbo è arrivato ieri, all'ora del tè, «Non vi vogliamo», si sgola un gruppetto appostato in Piazza Fontane Marose da ore. Il principe Vittorio Emanuele minimizza la gazzarra, «Perché c'era qualcuno?», incassa con una smorfia. Così come aveva fatto in mattinata prima della visita a Palazzo Tursi, quando lo stoico gruppetto del Movimento indipendentista, vicino al Comune, era riuscito a consegnargli un volantino, «Boicottiamo la festa ai Savoia». «Me lo dia pure... grazie», aveva liquidato la cosa. Poi, dopo due minuti l'ha autografato e fatto riconsegnare da un agente della Digos ai manifestanti. E l'unico contatto con questo piccolo fortino repubblicano «ribelle» in una lunga giornata, che era iniziata di buon mattino, l'incontro con il cardinale Bertone, la visita da Finollo, i saluti al sindaco, la passeggiata in via Garibaldi. (...) Orari rispettati per questo soggiorno con qualche piccola trasgressione che li ha resi più vicini alla gente comune. A cominciare dalla volontà di andare nei vicoli, «Nel cuore di Genova, qui c'è la gioia di vivere, mangiare, l'aria luminosa», ma l'atmosfera nel pomeriggio suggerisce il primo cambio di programma: niente visita a Palazzo Ducale, niente caruggi, la Digos avverte. Il pomeriggio scivola a Palazzo Pallavicino, dove la coppia è ospite. Alle 19 è previsto il cocktail con trecento e ottanta invitati. E qualche ora prima sotto le sigle più diverse, «Neo borbonici, della Lombardia», «La Compagna», «Giovani padani Tigullio e Pegli», c'è chi è già pronto a scandire slogan contro il Casato. Logico contraltare a tanta impertinenza ironica è un monarchico nostalgico, un ingegnere. In tutto un manipolo di arrabbiati intorno alla sessantina che usano fischietti e coperchi per farsi sentire. Canti e slogan anche in dialetto, che si producono in una dimostrazione a tratti sguaiata e provocatoria: fazzoletti verdi al collo, le bandiere della città. Non più di trenta tra cui anche donne e ragazzini. Intanto a pochi metri più avanti, l'altra faccia di piazza Fontane Marose, il party previsto al piano nobile di Palazzo Pallavicino. (...)

[ Indietro ]