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Santa Caterina da Genova

Santa Cattænn-a sposa de Cristo, domanda a Cristo confescion, euio santo Paddre, Figgio, Spirito Santo

Franco Bampi

«Il Dialogo», n. 1 - febbraio 2001

Se un sabato pomeriggio, stanchi del via vai di Campetto scendete in Via Orefici per andare verso Banchi, quando la strada piega per la prima volta a destra compare, a sinistra, Vico Conservatori del Mare, denominazione che commemora un'antica magistratura della Repubblica di Genova. Entrate nel vicolo e quando un palazzo vi sbarra la strada girare a sinistra: siete così giunti in Vico Indoratori. Subito lì, sulla sinistra, un portale in marmo istoriato lascia intendere che quello è un palazzo importante, uno dei tanti, troppi, che la città antica spesso nasconde. Quello è il palazzo di Vico Indoratori 2, casa natale di Caterina Fieschi: Santa Caterina da Genova.

Siamo nel 1447 ed è il tormentato periodo dei dogi perpetui, che tutto furono fuorché perpetui. Il 4 gennaio si era dimesso il doge Raffaele Adorno e Barnaba Adorno, che lo sostituì, venne cacciato il 30 gennaio e sostituito a sua volta dal doge Giano I Fregoso. Forse in aprile, forse in maggio nacque a Genova Caterina Fieschi di Giacomo, che vide la luce proprio in Vico Indoratori 2, casa che apparteneva alla famiglia dal 1252. Si trasferì quasi subito nella casa di proprietà della madre Francesca di Negro in Vico 5 Lampadi e trascorse lì la fanciullezza. In quel tempo, motivazioni di tipo politico fecero avvicinare gli Adorno, ghibellini, ai Fieschi, guelfi. Ne nacque il matrimonio tra Caterina Fieschi e Giuliano Adorno, descritto come bizzarro d'umore, disordinato, prodigo, giocatore, crapulone e donnaiolo. Il contratto nuziale fu stipulato il 13 gennaio 1463 quando Caterina aveva 16 anni e dal matrimonio non nacquero figli. A 26 anni, nel 1473, visitando la sorella Limbania in monastero, Caterina decise di vivere in Dio per dedicarsi ai poveri e agli ammalati. Questa scelta di fede fu così trasparente, così trascinante che Giuliano si convertì. Dato il patrimonio in beneficenza e lasciati i palazzi sontuosi, i due trovarono dimora nell'Ospedale di Pammatone. È quasi certo che Giuliano morì nel 1497. Caterina si spogliò di tutto per servire gli ammalati più repellenti e contagiosi; attorno a lei si raccolse un gruppo di seguaci tra cui il notaro Ettore Vernazza. Dal 1507 il suo fisico già provato dovette sopportare nuove infermità. Caterina morì il 15 settembre 1510.

Chissà come partecipò Caterina alle varie vicende storiche accadute durante la sua vita! Tra queste ricordo l'apparizione della Madonna sul monte Figogna a Benedetto Pareto avvenuta il 29 agosto 1490 e da cui trasse origine il santuario della Guardia. Nello stesso anno Gerolamo Savonarola venne a Genova per il quaresimale. Il 12 ottobre 1492 Colombo scoperse l'America. Leonardo da Vinci, nato 5 anni dopo Caterina, entrò al seguito di Ludovico il Moro, «in Zenoa il giorno 17 marzo a hore 17 (1498)». Infine, il 15 giugno 1507 Paolo da Novi, il tintore di seta eletto doge popolare dopo la rivolta delle «Cappette», venne decapitato davanti a Palazzo Ducale.

Caterina fu beatificata da papa Clemente X nel 1675 e santificata da papa Clemente XII nel 1737. Il corpo di Santa Caterina, dopo solenni funzioni durate dal 25 aprile al 9 maggio 1960, ebbe nuova deposizione nell'urna della Chiesa a lei intitolata ed è tutt'oggi visibile. Ma Santa Caterina da Genova resta ancora una santa sconosciuta ai genovesi. E Genova, sovente immemore dei suoi figli, non è ancora stata in grado di apporre in via Orefici un segnale turistico che ne indichi la casa natale.

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