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Gazzettino Sampierdarenese 31 Luglio 2010

Note e curiosità

Garibaldi, Genova e il Risorgimento

Sono passati 150 anni dalla spedizione del Mille di Giuseppe Garibaldi. Così, a più riprese, anche qui sul Gazzettino, si parla e si discute del ruolo di Genova durante il Risorgimento e dell’importanza, giudicata determinante, di personaggi genovesi e liguri. Vorrei cogliere questa ricorrenza per fornire, con gli interventi qui riportati, alcuni dati spessissimo ignorati.

Garibaldi e l’annessione di Nizza alla Francia

Ecco cosa scrisse Garibaldi da Caprera il 4 luglio 1878: «Io sono Nizzardo! Quindi non Italiano né Francese. Non sono Italiano poiché il più grande dei grandi uomini italiani del secolo decimonono di cui il grande titolo di gloria è quello di aver barattato due provincie per una ha decretato Nizza francese e quel decreto fu sancito, consacrato da un voto del parlamento sardo con una maggioranza di 229 rappresentanti della nazione. Non sono francese giacché non riconosco valido né legale il plebiscito promosso da alcuni sgherri di Bandiguet, l'imperatore menzogna che ottenne la maggioranza a Nizza come la ottenne in Francia con 7 milioni di voti a lui ottenuti dai preti tra le ignoranti popolazioni delle campagne. Sono quindi Nizzardo e quando la giustizia nel mondo non sia più una vana parola l'indipendenza del mio paese nativo sarà riconosciuta ed invalidata la vendita di Nizza fatta da Casa Savoia a cui Nizza si aggregò ma non si vendette. Essa si aggregò alla Savoia per non cadere sotto l'esosa dominazione dei re di Francia che per sottometterla avevano contrattato l'alleanza coi Turchi guidati dal pirata Barbarossa e per virtù dei suoi cittadini guidati dall'eroica Segurana debellata l'oscena alleanza.»

Medaglia d’oro alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale

Pochi sanno che tra il 1898 e il 1941 i Savoia insignirono di medaglia d’oro 27 città per benemerenze risorgimentali. La prima insignita fu Milano il 18 marzo 1898 (poco dopo, nella prima decade di maggio, Bava Beccaris a Milano farà una carneficina dei scioperanti per la quale fu insignito della Gran Croce dell’Ordine Militare di Savoia) e l’ultima fu Piacenza il 27 gennaio 1941: Ecco, in ordine cronologico, l’elenco delle città che ricevettero questa onorificenza: Milano, Brescia, Como, Roma, Torino, Catania, Messina, Palermo, Perugia, Mestre, Bologna, Potenza, Trapani, Casale Monferrato, Chioggia, Sermide (Mantova), Ancona, Bergamo, Livorno, Agordo (Belluno), Forno di Zoldo (Belluno), Vercelli, Pavia, Pergola (Pesaro), Mantova, Gorizia, Piacenza.

Come si vede non solo non c’è Genova ma nessuna delle città insignite è ligure! Ma io ritengo un onore non aver ricevuto alcuna onorificenza dai Savoia.

Maggiori dettagli sul sito del Quirinale all’indirizzo http://www.quirinale.it/elementi/Onorificenze.aspx?pag=0&qIdOnorificenza=43

La “questione meridionale” nelle parole di alcuni protagonisti

Nel 1868 Garibaldi scrisse ad Adelaide Cairoli: « Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio.» Lo stesso Massimo D’Azeglio (che a causa della pressante censura sabauda pubblicava i suoi libri nell’austriaca Lombardia!) sentiti i massacri delle popolazioni del Sud appena conquistate avvertì i rimorsi dell'uomo intellettuale onesto e scrisse così al senatore Matteucci: «Bisogna sapere dai Napoletani, un'altra volta per tutte, se ci vogliono si o no. ... ma gli Italiani, che restando Italiani non volessero unirsi a noi: credo che noi non abbiamo il diritto di dare delle archibugiate ... Credo bene che in generale non si pensa in questo modo; ma siccome io non intendo rinunciare al diritto di ragionare, così dico ciò ch'io penso ...». Infine lo stesso Gramsci affermò: « Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti.» Da allora la “questione meridionale” è irrisolta...

Franco Bampi

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